Si allarga l'inchiesta per inquinamento ambientale in concorso dovuto al cattivo funzionamento del depuratore del Comune di Scoppito, sito in località 'Mulino Rosso', posto sotto sequestro nel marzo scorso.
Le indagini condotte dai Carabinieri Forestali avevano evidenziato in prossimità dello scarico il deterioramento e la compromissione, a monte e a valle del torrente, delle matrici ambientali nella zona. Per questo, erano finiti sotto inchiesta il sindaco di Scoppito Marco Giusti, il presidente della Gran Sasso Acqua Fabrizio Ajraldi, l'ex direttore tecnico della partecipata Aurelio Melaragni oltre ad Alfonso Corneli, legale rappresentante della società cooperativa Studio 85, e Stefano Pacitti, successore di Melaragni e responsabile del servizio idrico.
Il pm incaricato Fabio Picuti aveva disposto, altresì, l'esibizione di tutta la documentazione in originale concernente le autorizzazioni dell'impianto di depurazione, detenuta presso il Comune di Scoppito e gli altri uffici indicati.
D'altra parte, nei mesi precedenti erano state numerose le segnalazioni dei cittadini e dei coltivatori del luogo per l'inquinamento del torrente, anche a causa della questione salmonella emersa tempo addietro; dagli accertamenti è venuto fuori che gli impianti sottoposti a verifica non fossero idonei agli scarichi nelle acque ed in atmosfera già da diversi mesi. In particolare, è stato accertato un grave malfunzionamento a causa della mancata manutenzione dell'impianto.
Ebbene, cinque mesi dopo sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Americo Di Benedetto, già presidente della Gran Sasso Acqua e attuale consigliere regionale e comunale, l'ingegner Alessandra Marono, responsabile del servizio depurativo della Gsa, Mario Di Gregorio, funzionario comunale che era stato trasferito momentaneamente alla partecipata nei mesi scorsi, oltre a dirigenti e funzionari regionali che si occupano a vario titolo di servizi idrici integrati, ovvero Sandrina Masciola, Domenico Longhi, Giancarlo Misantoni, Sabrina Di Giuseppe.
Si tratta di avvisi di garanzia tecnici in funzione della perizia per la quale c'è stato un sopralluogo.
Lo scopo finale è quello di accertare, in modo definitivo se c'è stato inquinamento e di quale entità. Tra gli accertamenti da fare anche se dalla costruzione dell'impianto siano state fatte opere di ampliamento delle fogne.