Portare il provvedimento sul nuovo piano di dimensionamento della rete scolastica del Comune dell'Aquila all'attenzione del Consiglio comunale.
A rinnovare la richiesta alla maggioranza di centrodestra è il consigliere comunale Angelo Mancini (L’Aquila Sicurezza Lavoro) che, in una conferenza stampa tenuta questa mattina, è tornato a ribadire le critiche mosse alla delibera di giunta istruita dall'assessore Francesco Bignotti. Il provvedimento prevede, a partire dal prossimo anno scolastico, la verticalizzazione di tutto il primo ciclo di istruzione attraverso l’aggregazione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado in sei Istituti Comprensivi con la soppressione delle Direzioni didattiche e delle scuole secondarie di primo grado non aggregate.
Osteggiato dall'opposizione, dai sindacati e da tutto il mondo della scuola (sono state già raccolte circa mille firme tra genitori e docenti per chiederne la sospensione), il provvedimento attende ora l'ok della Giunta regionale che entro dicembre dovrà esaminare la proposta del nuovo dimensionamento scolastico perfezionata dal servizio Istruzione della Regione sulla base delle singole decisioni assunte dai tavoli tecnici provinciali.
Come emerso dal tavolo dello scorso 15 novembre, la Regione sta passando al vaglio i deliberati inviati dalle Province, cercando una sintesi tra le istanze dei territori e il rispetto dei parametri imposti dal Ministero dell'Istruzione. Proprio sulla questione delle deroghe da concedere a quegli istituti scolastici che non sono in linea con i parametri ministeriali si sta concentrando il lavoro del tavoli regionale, che entro la fine dell'anno adotterà la nuova geografia scolastica a partire, come detto, dall'anno 2020-2021.
Un iter procedurale che tuttavia non convince i comitati, che hanno già venitlato l'ipotesi di un ricorso al Tar, e nemmeno Mancini che contesta il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale e, quindi, della città.
"Oggi parlo come operatore della scuola e non come consigliere comunale - ha tenuto a precisare l'ex dirigente scolastico - La scuola è di tutti i cittadini e non una questione di destra o sinistra. Ritengo che la delibera abbia seguito un iter non corretto, a partire dalle riunioni del tavolo tecnico. Invito l'assessore Bignotti, che continua a sostenere la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, a mostrare i verbali della seduta che ha deliberato il nuovo assetto della rete scolastica comunale. Provvedimenti così importanti devono essere discussi con tutta la cittadinanza, non possono essere presi con atti unilaterali della giunta".
Oltre al metodo, nel mirino soprattutto il contenuto del provvedimento che ha provocato la levata di scudi (rimasta finora inascoltata) della politica, dei sindacati, dei cittadini e docenti e che, torna a ribadire Mancini, "appare del tutto scollegato dalla realtà aquilana. Il piano di dimensionamento non può prescindere dalle verifiche di vulnerabilità degli edifici scolastici, che devono ancora essere eseguite sulla Patini e sulla Dante Alighieri, e dal piano di assetto previsto da un'altra delibera, la 356, che prevede il trasferimento della Carducci nella caserma Rossi, a fianco di un’altra scuola media, la Dante Alighieri, che però, in base alla riorganizzazione, a differenza di quanto accade oggi, farà parte di un differente istituto comprensivo. Quindi due scuole adiacenti diventeranno il perno di due diversi Istituti comprensivi e avranno la stessa utenza, un'assurdità".
La nuova geografia, inoltre, sarebbe estremamente penalizzante nei confronti dell’istituto Rodari (che in base al nuovo assetto sarebbe privato della scuola di Pile) "un istituto di eccellenza che funziona da dieci anni - ha tenuto a precisare Mancini - e, più in generale, delle scuole della zona sud-est della città".
L'ex dirigente scolastico ha espresso grande preoccupazione per i possibili effetti del nuovo assetto scolastico comunale. Problematiche che, ha sottolineato, si presenteranno con tutta evidenza già a partire dal prossimo settembre. ""Non si capisce quale sia la ratio della delibera dal momento che, nei fatti, già esistono accordi di verticalizzazione tra le scuole elementari e scuole medie. Con il nuovo piano, invece, moltissimi alunni, così come i docenti, perderanno la continuità didattica perchè moltissime scuole verranno scisse e riaccorpate".
"Il piano rischia di provocare infine - ha conluso Mancini - una perdita di organico dal momento che tutti i docenti dovranno essere rigraduati e riassegnati, con la possibilità di non rientrare o di finire in scuole diverse. Esattamente il contrario di quella che è è la filosofia degli Istituti comprensivi".
Bignotti: "Città non ha bisogno di timori e di persone che li incutono"
A stretto giro, al consigliere Angelo Mancini ha replicato l'assessore Francesco Bignotti. "Appare inutile, fuorviante e non di aiuto per la città e per i suoi cittadini continuare a rilasciare affermazioni che incutono timore su una tematica così importante come quella delle scuole e del loro riassetto funzionale. Le affermazioni sullo spostamento degli insegnanti vengono tra l'altro rilasciate con tanta certezza, ma senza fornire alcuna dimostrazione, considerando che, da quanto appreso dall'ufficio scolastico regionale, non ci sarà questo stravolgimento o la perdita di posti".
Le famiglie aquilane - ha aggiunto Bignotti - "possono continuare a svolgere tranquillamente la loro vita come fanno ora e continuare a far frequentare ai propri figli gli stessi plessi scolastici che frequentano oggi. Questa è una città che non ha bisogno di timori e di persone che li incutono, ma ha bisogno di approcciarsi ai cambiamenti con un apertura e con la voglia di migliorare, senza restare radicati a vecchie logiche ormai superate. Il piano di dimensionamento scolastico del Comune dell'Aquila racchiude in sé una visione globale e complessiva della città e dei legami tra il tessuto urbano e quello sociale, che pone al centro del raccordo tra territorio e cittadino proprio le scuole, punto di riferimento per i quartieri e le frazioni, quale segno di lungimiranza politica".