Giovedì, 27 Marzo 2014 20:22

San Gregorio: cittadini fantasma vivono in case B e C, il Comune non sa come

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Come è possibile che all'Aquila ci siano cittadini che vivono in case inagibili (e a cui fra l'altro è stato chiesto il canone d'affitto)?

E' un bel pasticcio quello delle case comunali di San Gregorio, che nessuno per ora dentro il Comune sembra saper risolvere. In ballo la sicurezza di decine di famiglie, fantasmi nella città che cambia, come spariti in un vortice spazio temporale sulla Statale 17.

"Ho dato disposizione al dirigente Fabrizi di dare indicazioni ben precise agli uffici per collaborare con l'Assistenza alla popolazione, verificare quali sono gli immobili classificati B e vedere se questi sono occupati. Se lo sono, bisogna intervenire" dichiara a NewsTown l'Assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, che qualche giorno fa ha incontrato alcuni inquilini. "Manderemo subito un ingegnere strutturista per verificare - continua - non riesco davvero a capire chi li ha rimessi lì dentro".

Le case comunali di San Gregorio - dichiara l'Assessore con delega all'assistenza alla popolazione Fabio Pelini - sono classificate A, B e C e sì, alcuni stanno abitando in abitazioni B e C. Questo è stato possibile per il fatto che nessun inquilino, ad eccezione di due nuclei, ha fatto richiesta per l'assistenza alla popolazione che gli spettava, ovvero il Contributo di autonoma sistemazione (Cas). Con le nuove ordinanze poi, sarebbero potuti entrare anche nei Progetti case e Map, ma non avendo fatto richiesta d'assistenza possono stare in qualsiasi posto, sono invisibili".

"La possibilità di farli entrare in maniera scaglionata nei Progetti case e Map - continua Pelini - c'è, mentre sarebbe quasi impossibile assegnare loro i Map di San Gregorio in quanto fatti su base territoriale per la frazione e non c'è sufficiente ricambio" conclude.

La situazione ha degli elementi davvero surreali. All'indomani del sisma un'intero centro storico è stato evacuato, dichiarato zona rossa e presidiato militarmente per pericolo di crolli (nonostante all'interno ci fosse anche qualche edificio agibile). Sono stati poi fatti censimenti, costruite abitazioni temporanee e durevoli, ma si è lasciato cadere nell'oblio la situazione di un centinaio di persone "diversamente ricche" - come si definisce un loro portavoce - che ad oggi costituiscono una contraddizione vivente, e alla luce del sole, a tutto il sistema messo in atto finora. Fino alla chicca finale di chiedergli il canone d'affitto. Davvero sorprendente, oltre che drammatico.

Ma i soldi per fare i lavori di ristrutturazione su queste case ci sono? "Nell'ordinanza 3803 del 15 agosto 2009 - riepiloga l'Assessore Di Stefano - si stabilisce che si è autorizzati a spendere dei soldi per le case popolari ma non c'è copertura economica. Questa va fatta con le delibere CIPE e non c'è mai stata fino alla delibera 135 del 2012, la prima a dare i soldi, 10 milioni, per le case comunali. Tra le varie carte che si sono susseguite, a noi dovrebbero spettare ad oggi sui 37milioni per queste case. Dei 10 arrivati con la 135, stiamo facendo interventi su cinque plessi meno colpite ed è stato fatto il progetto per le case di Via Milonia. A San Gregorio la situazione era andata in stand by per la possibile presenza di una faglia attiva, ma poi ulteriori esami di microzonazione sismica sembrano aver scongiurato l'eventualità".

"Resta il fatto - conclude l'assessore - che a San Gregorio va fatto un intervento molto più corposo perché lì non c'è qualità del costruito e comunque siano classificate quelle case per me vanno abbattute e ricostruite secondo un Piano di riqualificazione complessiva".

L'assessore al bilancio Lelio De Santis circa venti giorni fa si è recato nel quartiere per ascoltare direttamente le problematiche degli abitanti. Al suo assessorato spetta la responsabilità di far par pagare i canoni d'affitto: "Se le case sono inagibili gli inquilini non ci possono stare, se invece sono classificate A, la mia competenza è la riscossione e debbo perseguire l'obiettivo".

Sulla vicenda l'imbarazzo sembra davvero alto a Palazzo Margherita.

Come è stato possibile infatti arrivare ad una situazione del genere? Basta non chiedere il Cas per sparire dalle mappe comunali insieme ai propri diritti? E i servizi territoriali di prossimità di cui si parla, dove sono? Perché a San Gregorio ce n'è bisogno?

Le case comunali di quella frazione costituiscono da sempre (furono assegnate in pompa magna dalla Giunta Tempesta nei primi anni '90) una situazione difficile, ma fanno di certo parte di questa città. Le persone che ci abitano non sono "clandestine". La sensazione però, è che al di là della burocrazia, ci sia un'incapacità totale da parte degli Enti di avere gli strumenti idonei per operare nel sociale. Tutto viene lasciato scivolare verso una questione di ordine pubblico.

Alcuni inquilini , anche nelle interviste rilasciate a questo giornale, hanno fatto intendere di accettare il trasferimento momentaneo durante gli eventuali lavori di riqualificazione.

E' chiaro però che per quanto fatto finora sulla residenzialità di tipo popolare e comunale - ben poco - nutrano i loro dubbi su qualsiasi operazione.

A tal riguardo chi governa - ai vari livelli - dovrebbe chiarire una volta per tutto cosa vuole fare: la sensazione è che le nuove case popolari del futuro, all'Aquila, siano interi quartieri dei Progetti case. Se così lo si ammetta e si abbia il coraggio di dirlo ai cittadini.

 

Ultima modifica il Venerdì, 28 Marzo 2014 10:59

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