Lunedì, 30 Marzo 2020 19:39

Coronavirus, raggiunti i 100.000 casi ma la crescita di nuovi positivi rallenta

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I malati di coronavirus in Italia salgono a 75.528 ma rallenta nettamente la crescita di nuovi positivi, che oggi è stata di 1.648, a fronte dei 9815 di domenica. I casi totali, contando anche le vittime e i guariti, sono, ad oggi, 101.739

Cresce purtroppo il bilancio delle vittime: nelle ultime 24 ore sono morte 812 persone (ieri erano 756), portando il totale a 11591 (ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso). Crescono però anche i guariti, che sono stati 14.620: rispetto al bollettino di ieri +1.590 (domenica erano cresciute di 646). Il numero più alto da quando è iniziata l'epidemia.

Lo ha detto il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli nel corso del punto stampa quotidiano.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 25.006 in Lombardia, 10.766 in Emilia-Romagna, 7.564 in Veneto, 7.655 in Piemonte, 3.251 nelle Marche, 4.050 in Toscana, 2.383 in Liguria, 2.497 nel Lazio, 1.739 in Campania, 1.357 nella Provincia autonoma di Trento, 1.585 in Puglia, 1.109 in Friuli Venezia Giulia, 1.098 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.408 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 834 in Umbria, 518 in Valle d’Aosta, 622 in Sardegna, 602 in Calabria, 208 in Basilicata e 107 in Molise.

La curva dei contagi e il picco

"Stiamo assistendo a dei dati che, con la sola eccezione dei pazienti deceduti, ma per vedere un effetto su questo dato che più ci interessa abbiamo bisogno di un intervallo temporale maggiore, sono esattamente in linea con quelli degli ultimi giorni, cioè cala il numero dei soggetti che risultano positivi, pur a fronte di un numero di tamponi non inferiore a quello degli altri giorni, e il numero di chi ha bisogno di essere ricoverato in terapia intensiva non è più così marcatamente alto come all'inizio della scorsa settimana".

Lo ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.

"In più vorrei evidenziare il dato della Lombardia nelle aree di Lodi e di Bergamo, il numero di eventi respiratori infettivi per i quali sono stati chiamati mezzi di soccorso è marcatamente ridotto, addirittura rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà del numero di interventi richiesti. Questo ci conferma quanto le misure di contenimento sociale intraprese, per quanto abbiano condizionato la nostra libertà individuale, abbiano avuto un effetto importantissimo. Non dobbiamo abbassare la guardia".

"Sul picco mi sono già espresso, non è facile fare una previsione di 5-7-10 giorni. Ci sono varie ipotesi, preferisco valorizzare il rallentamento nella crescita degli infetti, della pressione sui pronto soccorso e la riduzione del carico sulle terapie intensive", ha detto Franco Locatelli.

"Certamente ci sarà un prolungamento delle misure ma la decisione sulla durata "è una scelta che spetta al decisore politico, al presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri" ha aggiunto Franco Locatelli. "Stiamo vedendo dei risultatie questi risultati non li avremmo ottenuti senza le misure di contenimento. E questa è una ragione per continuare a fare questi sacrifici".

"Sono stati attivati già sei studi clinici e altri due hanno avuto il parere favorevole dell'Aifa, e tra poco verrano ulteriormente attivati", ha concluso Locatelli nel punto stampa. "Tra questi sottolineo due studi il primo promosso dall'Oms per testare diversi approcci di terapia farmacologica per prevenire la replicazione virale. Uno studio a multibraccia, che arruolerà un numero di pazienti molto alto e ci consentirà di avere risposte solide e robuste sull'efficacia delle strategie. L'altro è uno studio controllato che andrà a investire i pazienti gestiti a domicilio. Questo dà un'idea precisa di quanto è efficiente il sistema italiano in termini di attivazioni di studi anche a livello domiciliare".

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