Lunedì, 22 Giugno 2020 21:01

Coronavirus, i dati nazionali del 22 giugno: 218 altri casi (+0,09%). Calano ancora le vittime (+23). Mini-zone rosse in Calabria e Campania

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Sono 218 i nuovi casi di coronavirus alle 17 di lunedì 22 giugno e portano il totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia a quota 238.720, per un incremento dello 0,09% rispetto al giorno precedente. Nelle ultime 24 ore si sono contati 23 morti, +0,06% nel confronto con domenica il totale dall’inizio dell’emergenza.

Gli attualmente positivi sono 20.637, ossia 335 in meno rispetto al giorno precedente (-1,59%), mentre si registrano 533 guariti (+0,29%). Questo il quadro generale che si coglie dai dati quotidiani della Protezione civile sulla pandemia di Covid-19 in Italia, ricavati partendo dai 28.972 tamponi effettuati.

I ricoverati con sintomi calano dell’11,9%

Al momento i pazienti ricoverati con sintomi sono 2.038, in calo di addirittura l’11,92% nell’ultimo giorno. Rispetto al totale dei ricoverati, 127 sono i pazienti in terapia intensiva, 21 in meno giorno su giorno. Reparti di rianimazione vuoti di pazienti Covid in nove regioni: Marche, Campania, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata. Reparti di rianimazione senza pazienti Covid anche nella provincia autonoma di Trento. Sottoposte a isolamento domiciliare 18.510 persone ammalate e qui il calo giornaliero è di 38 unità.

In Lombardia il 65,6% dei nuovi casi

In Lombardia sono localizzati 143 nuovi casi, il 65,6% del totale nazionale. Nella giornata di domenica, i nuovi casi lombardi erano stati 128. Nettamente staccate le altre regioni, comprese Emilia Romagna (+22) e Trentino Alto Adige (+12), rispettivamente seconda e terza della classifica dei nuovi casi giornalieri. Sette le regioni senza nuovi casi: Puglia, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta e Basilicata. Sono poi 12 le regioni che non hanno registrato nuove vittime. Si tratta di Marche, Campania, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise e Basilicata.

Lombardia, casi al +13% dopo la fine del lockdown

Con la riapertura delle attività a maggio, a parte la Lombardia, dove l’epidemia sta calando meno velocemente rispetto al lockdown e c’è stato un incremento della trasmissione del contagio del 13%, nel resto delle regioni non si è avuto un aumento dei casi. È quanto emerge da uno studio dell'università Ca’ Foscari di Venezia, in via di revisione e pubblicazione, e in parte anticipato durante la giornata di studio online «Modellistica e Covid», organizzata dall'università di Trento. «Il confronto dei dati ci mostra che solo in Lombardia c’è stato un aumento dei contagi rispetto a quanto atteso durante il lockdown, mentre nelle altre regioni non ci sono state differenze significative o ci sono stati dei cali», spiega Enrico Bertuzzo, coordinatore dello studio. In particolare «in Veneto ed Emilia Romagna c’è stata una diminuzione rispetto a quanto previsto durante il lockdown, mentre nelle altre regioni la trasmissione è rimasta simile», continua. Sul perchè, diverse le ipotesi fatte. Secondo Bertuzzo potrebbe dipendere «dalla stagionalità e dall’impatto del caldo sul virus, anche se non è così sicuro, visto che in questo momento in Messico e Brasile, dove non fa freddo, i contagi sono in crescita». Oppure potrebbe essere collegato alla maggiore capacità di contenimento dei contagi da parte delle Regioni, «perchè adesso ci sono pochi casi. Ciò può spiegare perchè non c’è stato un rimbalzo dei casi con la riapertura delle attività». Per quanto riguarda la Lombardia, «l’epidemia sta calando meno velocemente di quanto faceva durante il lockdown, rispetto a cui si registra un aumento dei contagi del 13%, probabilmente per l'incremento dei contatti con la riapertura. In questa regione - prosegue - essendoci il maggior numero di casi, l’isolamento è più difficile e la circolazione del virus è più sostenuta».

Mini-zona rossa a Palmi (Calabria) e a Mondragone (Campania)

In questo contesto di generale miglioramento, resta l’allerta per eventuali mini-focoali. È quello che è successo in Calabria: una mini “zona rossa” è in vigore fino alle 14 del 26 giugno in tre quartieri costieri di Palmi (Pietrenere, Tonnara e Scinà). Lo ha disposto la governatrice della Calabria Jole Santelli, dopo che è stato individuato un focolaio con 8 persone positive al Covid-19 derivante da 2 positivi rientrati in Calabria da altre regioni. L'ordinanza prevede “il divieto di allontanamento, riducendo drasticamente ogni possibilità di vicinanza fisica e limitando al massimo ogni spostamento” ed il “divieto di accesso, fatta salva la possibilità per gli operatori sanitari e socio-sanitari, del personale impegnato nei controlli e nell'assistenza e nelle attività riguardanti l'emergenza e delle forze dell'ordine”. Sono consentiti gli spostamenti ritenuti “essenziali” e sono sospese le attività commerciali e produttive, tranne quelle “essenziali”. E' stato inoltre disposto il “potenziamento dell'attività di individuazione di eventuali altri soggetti positivi asintomatici” con l'effettuazione di test per “valutare la reale incidenza”.

Scatta una mini zona rossa anche a Mondragone (Caserta) per i residenti in quattro edifici di case popolari, il cosiddetto 'complesso ex Cirio', dopo la rilevazione di otto positivi al Covid 19. Lo ha deciso con una ordinanza il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, mentre è in corso lo screening della Asl di Caserta sui circa 700 abitanti, in prevalenza immigrati e in gran parte di origine bulgara. Fino al 30 giugno, salvo proroghe, i residenti di questi edifici - “fortemente popolati e in condizioni di alta promiscuità”, si legge nell'ordinanza - dovranno rimanere in isolamento domiciliare: il Comune provvederà a fornire loro derrate alimentari. Forze dell'ordine ed esercito vigileranno sul rispetto della quarantena. Nel frattempo in tutto il comune di Mondragone torna l'obbligo di indossare la mascherina, anche all'aperto, fino al 30: prescrizione che da oggi non è più valida nel resto della regione.

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