Giovedì, 27 Agosto 2020 20:34

Coronavirus, i dati nazionali del 27 agosto: 1.411 nuovi casi e 5 decessi. Record di tamponi

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In Italia sono 263.949 i casi di coronavirus dall'inizio dell'epidemia: +1.411 rispetto a ieri, quando erano stati +1.367 (+878 il 26 agosto).

Lo comunica il bollettino quotidiano del ministero della Sanità e della Protezione civile.

I decessi salgono a 35.463: +5 rispetto a ieri, quando erano stati +13 (+4 il giorno precedente). I tamponi processati nelle ultime 24 ore sono 94.024 (per un totale di 8.313.445): in crescita rispetto a ieri, quando i test avevano raggiunto la cifra record di 93.529 (72.341 il 25 agosto) che viene ora rivista al rialzo.

Continuano a crescere i guariti, giunti a quota 206.554 (+225). Continua ad aumentare il numero degli attualmente positivi, che ora sono 21.932 (+1.179). In crescita anche la pressione sulle strutture ospedaliere con il numero dei ricoverati che torna a 1.131 (+76), anche se quello dei malati in terapia intensiva scende a 67 (-2). I positivi in isolamento domiciliare sono 20.734, anche questi in aumento (+1.105).

Regioni con zero contagi

Non ci sono oggi regioni senza nuovi contagi. Registrano un caso a testa Molise e Valle d’Aosta, a seguire tutte le altre. Il maggior numero di nuovi casi si riscontra in Lombardia con 286 (ieri 269), seguita da Emilia Romagna con 171 (ieri 120), Lazio con 152 (ieri 162), Veneto con 132 (ieri 147), Campania con 130 (ieri 135). La Sardegna, sorvegliata speciale per i focolai in Costa Smeralda, oggi conta 57 nuovi casi.

Iss: in 16 Regioni casi in aumento rispetto alla settimana scorsa

“Sedici Regioni e province autonome hanno riportato un aumento nel numero di casi rispetto alla settimana precedente che non può essere attribuito unicamente ad importazione da stato estero. Sebbene il numero in molte Regioni e province rimanga contenuto, in altre realtà regionali continua ad essere segnalato un numero elevato di nuovi casi e si osserva un diffuso trend in aumento. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-‐CoV-ð2 è ancora rilevante”. Lo si legge nel documento di monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità (Iss) e del ministero della Salute per la settimana dal 17 al 23 agosto.

Censiti 490 nuovi focolai

Sono 1374 i focolai attivi di cui 490 nuovi, entrambi in aumento per la quarta settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 1077 focolai attivi di cui 281 nuovi). “Questo comporta un sempre maggiore impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti. I servizi territoriali sono riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus ma, qualora dovesse persistere l'attuale trend di incidenza in aumento, le capacità di risposta di questi servizi potrebbero essere messe a dura prova”..

Popolazione sia consapevole del peggioramento

“È fondamentale - prosegue l’Iss - mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica e sull'importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l'igiene individuale, l'uso delle mascherine e il distanziamento fisico. Si ribadisce la necessità di rispettare i provvedimenti quarantenari e le altre misure raccomandate dall'autorità”.

Età media dei contagiati 29 anni, casi meno gravi

«L'età mediana dei casi diagnosticati nell'ultima settimana - prosegue la nota - è di 29 anni, confermando un trend in diminuzione. La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità. Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione, con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all'estero, ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici».

La maggior parte dei contagi contratti in Italia

«La maggior parte dei casi di contagio da Sars Cov-2 continua ad essere contratta sul territorio nazionale. Risulta importato da Stato estero il 20,8% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio, tuttavia si osserva rispetto alla settimana precedente un aumento di casi importati da altra Regione o provincia (dal 2,3% nella precedente settimana di monitoraggio al 15,7% nella settimana corrente)».

Lombardia

In Lombardia, la regione che rimane la più colpita dal coronavirus, sono 99.100 i casi dall’inizio dell’epidemia: +286 appunto rispetto a ieri, quando erano stati +269 (+119 il 25 agosto). Il 60% dei nuovi positivi è riferito a rientri in Lombardia dall'estero, fa sapere l’assessore al Welfare Giulio Gallera.I decessi rimangono stabili a 16.857 per il terzo giorno consecutivo. I tamponi effettuati sono 17.964 (che portano il totale complessivo a 1.535.682), in crescita rispetto ai 16.561 di ieri (9.879 il 25 agosto).

Il totale complessivo di guariti e dimessi sale a 76.018 (+30), mentre quello dei malati in terapia intensiva è di 14 (-3). Sale il numero dei malati ricoverati nella regione: sono 173 (+15). Milano è la provincia che registra il maggior numero di nuovi contagi: 136 (ieri erano stati 102), di cui 73 (ieri erano stati 66) nella città capoluogo. Seguono Brescia con 31 (ieri 73) e Bergamo con 20 (ieri 14).

In una settimana casi quasi raddoppiati

Quasi un raddoppio (+92,4%) dei nuovi casi (6.538 contro 3.399) e trend in crescita negli ospedali, tra pazienti ricoverati con sintomi (1.058 vs 843) e in terapia intensiva (66 vs 58). Questa la fotografia dell'epidemia di coronavirus in Italia scattata dalla Fondazione Gimbe per la settimana 19-25 agosto, in cui - si sottolinea - è nettamente aumentata rispetto ai sette giorni precedenti anche l'attività di testing (309.127 persone sottoposte a test rispetto alle 180.300). In poco più di un mese i nuovi casi per settimana sono aumentati da 1.408 a 6.538, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%. «In attesa di capire se i numeri attuali siano segnali di una nuova ondata – afferma il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – è ragionevolmente certo che non rivedremo le drammatiche scene di marzo/aprile perché oggi la situazione epidemiologica è attentamente monitorata, il servizio sanitario è ben organizzato e dunque non potrà esserci alcun effetto sorpresa. Ma non bisogna concedere ulteriori vantaggi al coronavirus, tanto più che i numeri riflettono sempre comportamenti di 3-4 settimane fa».

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