Immuni, l’app italiana di tracciamento dei contatti per prevenire i contagi da coronavirus, continua a non sfondare.
Il Sole 24 Ore ha diffuso un’immagine – elaborata dal ministero della Salute – che mostra quanti sono gli utenti della app regione per regione. I dati, aggiornati al 31 agosto, dicono che i download totali sono stati appena 5,4 milioni (corrispondenti al 9,9% degli abitanti).
Tra le regioni più virtuose, però, c'è, a sorpresa, l'Abruzzo che, con il 13,1% di utenti in rapporto alla popolazione, si posiziona al terzo posto assoluto, dopo la provincia autonoma di Bolzano (15,1%) e l'Emilia Romagna (13,3%), ponendosi nettamente al primo posto tra le regioni meridionali.
Scrive Il Sole 24 Ore che Immuni ha contribuito, finora, a bloccare ben sette focolai: "Gli ultimi dati, aggiornati alla scorsa settimana e forniti dal dipartimento innovazione alla presidenza del Consiglio, riferiscono che finora Immuni ha bloccato sette potenziali focolai. Erano 4 due settimane fa e 2 a fine luglio. Di preciso, significa che sette utenti Immuni hanno scoperto di essere positivi perché avevano l'app. Hanno infatti ricevuto la notifica di alert dall'app, di essere stati a contatto a rischio con un utente positivo al virus; grazie a quest'avviso si sono isolati e poi il tampone ha confermato anche la loro positività. Senz'app, si sarebbero isolati forse solo alla comparsa degli eventuali sintomi.L'alert ha permesso quindi di contenere ulteriori contagi.Dal primo giugno sono stati 155 gli utenti positivi che avendo Immuni hanno caricato le loro chiavi nei server sanitari e così hanno potuto fare partire l'alert a tutti i loro contatti a rischio. La progressione è di 21 a giugno, 38 a luglio e 96 in agosto. Le notifiche registrate sono state 1878, ma sono calcolate solo a partire dal 13 luglio".
Ma allora perché l'app finora è stata un flop?
"A spiegare il tasso piatto di crescita di Immuni" scrive il quotidiano "contribuiscono diversi fattori. Certo, una generale sottostima del problema coronavirus (come mostrano i pochi download nelle regioni del Sud, meno colpite dalla pandemia). Ma c'è – a quanto si legge nelle polemiche che sull'app si riversano nei social - anche una sfiducia nei confronti di quella capacità di coordinamento complessivo". Un altro fattore è anche l'analfabetismo digitale: l'Italia è quartultima in Europa per accesso a internet, con una larga fetta di popolazione, specialmente quella più anziana, tagliata fuori dalle potenzialità della rete.