Matteo Di Giovanni e Jan Harms del GSSI hanno partecipato allo studio sulla miniera metallifera di Sos Enattos in Sardegna allo scopo di realizzare l'Einstein Telescope – ET, un osservatorio internazionale di onde gravitazionali di terza generazione.
Einstein Telescope (ET) sarà uno strumento ad altissima sensibilità che contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell’Universo e dei processi fisici che lo governano. Per questo sarà in grado di svolgere un ruolo chiave a livello mondiale nell’attività di ricerca nel campo delle onde gravitazionali, dal punto di vista sia scientifico sia infrastrutturale. Pertanto è considerato dalla comunità scientifica europea un progetto strategico ed è sostenuto da diversi Paesi tra cui l’Italia che lo scorso settembre, attraverso il Ministero dell’Università e della Ricerca, lo ha candidato per la prossima Roadmap 2021 di ESFRI European Strategy Forum on Research Infrastructure, il forum strategico europeo che individua quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca su cui investire a livello europeo.
La miniera metallifera ormai dismessa di Sos Enattos in Sardegna è infatti, il sito italiano candidato ad ospitare il nuovo osservatorio ET in grado di osservare i processi cosmici con sensibilità mai raggiunte finora.
Per operare al meglio delle sue potenzialità, l’osservatorio ET dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia artificiale che naturale) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. I siti candidati ad ospitarlo sono due: la Sardegna con Sos Enattos, appunto, e il Limburgo - regione al confine tra Belgio, Germania ed Olanda.
"Sono felice di partecipare a questo lavoro di squadra volto a portare ET in Italia. I risultati presentati in questo articolo sono molto promettenti per il sito candidato di Sos Enattos - afferma Matteo Di Giovanni, post doc dell'Area di Fisica al GSSI - Sono certo che saranno confermati anche da studi futuri, guidando la decisione finale sulla localizzazione di ET in Sardegna".
Lo studio multidisciplinare, a cui hanno partecipato ricercatori dell’INGV, dell’INFN, delle Università di Sassari, Padova, Sapienza di Roma, “Federico II” di Napoli, del Gran Sasso Science Institute (GSSI) e dell’European Gravitational Observatory di Pisa è stato pubblicato su Seismological Research Letters (2020)