Martedì, 13 Maggio 2014 03:33

Case, Roio 1: torna l'allarme legionella. Il sindaco ordina lo sgombero

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Viene, va, torna, si nasconde. E alla fine rispunta. È il batterio della legionella, che, da mesi ormai, sta tormentando i residenti di una palazzina del progetto Case Roio 1.

Il problema sembrava essere stato debellato dopo una campagna di "sanificazione" ordinata dal Comune ma l'ultimo controllo della Asl ha evidenziato che il batterio è ritornato: tracce non allarmanti ma comunque significative sono state trovate in uno dei 24 appartementi dell'abitato.

Tanto è bastato a indurre il sindaco a pensare a un provvedimento drastico di tutela della salute pubblica: un'ordinanza di sgombero per una ventina di famiglie. L'atto ancora non è stato firmato ma dovrebbe diventare esecutivo tra qualche giorno, il tempo di assicurare a tutti gli inquilini una nuova sistemazione (i colloqui per i trasferimenti sono iniziati la scorsa settimana). "Si tratta di una recidiva" ha detto Cialente "e non possiamo correre rischi. Dobbiamo tutelare per prima cosa la sicurezza e la salute dei cittadini".

Lo sgombero, ha specificato il primo cittadino nel corso di un incontro con i residenti di Roio 1, sarà provvisorio: entro al massimo due/tre mesi - periodo durante il quale gli operai e i tecnici interverranno per tentare di trovare un rimedio definitivo - gli inquilini potranno rientrare nelle proprie abitazioni. "Ma chi lo vorrà" ha precisato Cialente "potrà anche chiedere di essere trasferito a titolo definitivo".

"Potremmo anche evitare" ha spiegato il sindaco "però, visto che non è possibile chiedere ai cittadini di stare due mesi senza acqua calda, abbiamo deciso di adottare questa misura di prevenzione, tra l'altro prevista dalla legge". Sì perché la legionella si contrae respirando i vapori sprigionati dall'acqua calda, a determinate temperature (30-40°C). Se la concentrazione della legionella è bassa e chi viene contagiato è una persona in buona salute quasi mai accade qualcosa, ma se la concentrazione è alta e la persona contagiata ha difese immunitarie compromesse o problemi di salute di vario genere è facile che sviluppi una polmonite che nei casi più gravi può portare anche alla morte.

Alcuni residenti, tuttavia, giudicano la decisione del sindaco tardiva e intempestiva, giunta dopo mesi durante i quali Comune, Asl e Arta avrebbero fornito informazioni lacunose e poco chiare sia sui rischi corsi dalla popolazione sia sui rimedi e gli accorgimenti da applicare per eliminare il batterio: "Se la procedura invocata da Cialente per ordinare lo sgombero è prevista dalla legge" ragionano gli abitanti "perché non è stata messa in atto subito, a dicembre, quando il problema ha iniziato a manifestarsi? Perché tenerci per mesi in questa incertezza, dandoci informazioni imprecise e a volte anche fuorvianti?".

Quello che Comune e Asl hanno fatto finora è stato applicare una serie di misure standard di prevenzione e controllo (dal trattamento termico all'introduzione di alcuni disinfettanti chimici alla sostituzione dei filtri dei rubinetti) che a quanto pare però si sono dimostrate insufficienti. Le nuove analisi fatte dalla Asl, pur avendo riscontrato presenza di legionella in un solo appartamento, non hanno escluso che il problema possa presentarsi di nuovo "contagiando" anche altri appartamenti, com'era successo qualche settimana fa, quando gli alloggi con tracce di legionella erano risultati una mezza dozzina.

Stando alle parole del sindaco, sarà il Comune a farsi carico di tutte le spese di trasloco e di ogni altro onere. I residenti saranno trasferiti in altri quartieri Case, in base alla disponibilità degli alloggi. Molti di loro, però, sono esasperati dall'idea di dover affrontare l'ennesimo spostamento e di non avere prospettive certe di rientro.

Un altro timore è che anche la nuova procedura ordinata dal sindaco possa risultare inefficace, non definitiva. La via più sicura, e anche la più vantaggiosa, per evitare il diffondersi della legionella, infatti, sarebbe quella di passare da impianti che funzionano con temperature medio-basse a impianti che funzionano con temperature medio-alte (il cosiddetto shock termico). Soluzione impraticabile per i condomini dei progetti case. Fermo restando, comunque, che una strategia di azione irrinunciabile consiste anche in un’adeguata manutenzione, che preveda una corretta pulizia degli impianti, degli accumuli e dei serbatoi, nonché di tutti gli altri componenti d’impianto in cui possa verificarsi il ristagno dell’acqua e la formazione di sedimenti. 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Maggio 2014 00:31

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