Il 20 gennaio scorso, il Presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo Lorenzo Sospiri e la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Maria Concetta Falivene hanno annunciato di aver elaborato una proposta di legge nazionale istitutiva dell’Ispettorato delle Funzioni Sociali.
Una legge - ha chiarito Sospiri - che "andrebbe finalmente a colmare una lacuna legislativa importante nel nostro Ordinamento giuridico, basato su principi costituzionali volti alla tutela generalizzata dei minori".
Il decreto legislativo n. 149 del 14 settembre 2015 - leggiamo dalla proposta di legge - "è monco di qualsiasi disposizione in merito al controllo sulle figure che svolgono una funzione sociale centrale a tutela dei minori. Ad oggi, le ampie funzioni sociali in ambito minorile - sottolineano Sospiri e Falivene - vengono espletate, senza alcun controllo dedicato, da figure professionali quali gli assistenti sociali ed il personale che presta la propria opera professionale presso le strutture di accoglienza. Tali figure, che ricoprono un importantissimo ruolo nella vita del minore, devono essere sottoposte ad una funzione ispettiva dedicata".
E' questo il 'cuore' della proposta di legge.
Il decreto legislativo n. 149 si inserisce nel percorso di trasformazione imposto dal così detto 'jobs act'; prevede, tra l'altro, l'istituzione di una agenzia unica per le ispezioni del lavoro, tramite integrazione dei servizi ispettivi svolti dal Ministero del Lavoro, dall'Inps e dall'Inail; un ispettorato del lavoro, normato nelle sue funzioni dall'articolo 2 comma 2 del Dlgs. Ebbene, la proposta di legge di Sospiri e Falivene chiede di aggiungere all'articolo indicato che l'ispettorato svolga "le funzioni ispettive in ambito sociale volte al corretto espletamento delle attività relative alla idoneità genitoriale, alla protezione dei minori e a quelle svolte nell'ambito delle strutture di accoglienza".
Viene messo nero su bianco nel testo della proposta: "Il diritto del minore ad essere allevato dai propri genitori e il diritto di essere difeso da violenze e maltrattamenti sono sicuramente tra i principali diritti riconosciuti ai minori; la loro applicazione, però, ha da sempre presentato degli aspetti di criticità, per cui occorre mettere in campo più efficaci e innovativi sistemi di controllo". E si aggiunge: "L'allontamento dai genitori è un intervento di protezione che a volte si rende necessario ma che va effettuato a certe precise condizioni fissate dalla legge".
Nel testo della proposta di legge si parla, esplicitamente, di "appropriatezza dell'allontanamento", richiamando vagamente dei casi di cronaca; no, non si fa riferimento esplicito a Bibbiano nel provvedimento: tuttavia, Falivene ha richiamato proprio quel caso - parlando della proposta di legge - per giustificare il proposito di conferire all'Ispettorato "specifiche funzioni di vigilanza e di controllo in materia di affidamento, idoneità genitoriale e collocamento dei minori nelle strutture di accoglienza".
Tra l'altro, Sospiri e Falivene giudicano "incerta" l'evoluzione normativa del D.P.R. 616/1977, quello sul 'decentramento amministrativo' che ha passato le competenze dallo Stato ai Comuni, col ruolo dei servizi sociali comunali che è divenuto determinante. Di qui, la richiesta di un maggiore controllo in capo allo Stato.
"Ad oggi - ha sottolineato Sospiri, annunciando la proposta - la funzione sociale è priva di un ispettorato dedicato. Non dobbiamo consentire che eventuali errori di valutazione in ambito di tutela minorile siano sprovvisti di controllo e, al tempo stesso, non possiamo mettere a rischio i nostri bambini che rischiano di essere allontanati dal loro contesto familiare. Esiste, inoltre, un principio generale dell’Ordinamento giuridico: il conflitto d’interessi. Ciò significa che gli assistenti sociali che prestano la loro opera professionale presso i Comuni non possono avere alcun collegamento o interesse con le strutture di accoglienza dei minori. A questo proposito, auspico che non vengano rilevati tali conflitti".
Ora, la proposta di legge ha generato più di un malumore.
D'altra parte, c'è il rischio che ingeneri un sentimento di sfiducia verso i servizi sociali che, al contrario, operano nella stragrande maggioranza dei casi con la massima dedizione per la tutela dei minori così come il Tribunale per i minorenni che non eccedono di certo negli allontamenti dei minori dalle famiglie se non per motivi di necessità o per interessi preminenti dei bambini.
Va aggiunto che c'è un quadro normativo chiaro, in questo senso: è garantito che la tutela dei minori passi dal diritto a crescere nella famiglia naturale. Ci sono poi i curatori speciali che, all'interno dei procedimenti, rappresentano le volontà dei minori lavorando a stretto contatto col Tribunale dei minori e con i servizi sociali. Piuttosto, è davvero poco comprensibile ciò che si prefigge la legge, quale sarà il ruolo dell'Ispettorato, con quali professionalità e su quali protocolli.
Tant'è vero che l'Ordine regionale degli Assistenti sociali è intervenuto con una nota, piuttosto dura, firmata dalla presidente Francesca D'Atri. "Come presidente dell’Ordine regionale e come assistente sociale che lavora sul campo della tutela minorile da molti anni, non posso che rappresentare il disappunto di tutta la comunità professionale verso la proposta avanzata dal Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e della Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Maria Concetta Falivene poiché l’organismo proposto appare avere connotati di estrema genericità laddove l’attuale assetto proprio dei servizi sociali è certamente nel suo complesso funzionale alla tutela dei minori, fatta eccezione per singole ipotesi facilmente superabili attraverso interventi mirati, finalizzati a rimuovere eventuali inefficienze".
D'Atri dice di comprendere la necessità di rivedere il sistema della tutela minorile alla luce delle trasformazioni che sono in atto all’interno dei nuclei familiari. Tuttavia non è certo chiaro, con la proposta su menzionata, stante la richiamata genericità, "quali siano le funzioni previste dell’Ispettorato e quali gli obiettivi da raggiungere; laddove, in tale materia, ciò che dovrebbe essere perseguito è l’effettivo supremo interesse dei minori, che si può attuare solo tramite il lavoro congiunto dei professionisti del sociale, del Tribunale per i Minorenni, dei curatori speciali che in qualche misura, con competenze e mandati istituzionali specifici, assicurano percorsi di tutela per i più piccoli e i loro nuclei familiari. Per attuare ciò è necessario che i servizi vengano incentivati di personale, in termini numerici e di aggiornamento nella formazione e dotati inoltre di risorse per poter intervenire".
Occorre aver fiducia nell’operato di giudici, assistenti sociali, psicologi, curatori, avvocati - ribadisce la presidente dell'Ordine - "che mettono a disposizione quotidianamente la loro professionalità per proteggere i bambini e i ragazzi, i cosiddetti 'invisibili', da genitori maltrattanti, che spesso a loro volta sono vittime di situazioni di vita dolorose e difficili, ma che purtroppo non riescono ad affrontare le loro criticità e a prendersi cura né di se stessi e né tantomeno dei loro figli. Occorre anche considerare le ricadute della pandemia sulle famiglie, soprattutto su quelle più fragili: le statistiche ad esempio dimostrano l’aumento delle violenze domestiche, soprattutto assistite; occorre quindi potenziare gli interventi per proteggere i più piccoli".
Per chiarezza va ribadito che in linea generale gli 'allontanamenti', i cosiddetti inserimenti in comunità educative, sono l’ultimo provvedimento che viene messo in atto, salvo le situazioni di pericolo imminente per il bambino, dopo aver predisposto ogni intervento possibile per aiutare la famiglia naturale a crescere il proprio figlio. "E’ doveroso far presente che l’Italia è il paese europeo dove i minori vengono allontanati meno dalle famiglie per l’intervento dell’autorità giudiziaria, rispetto a Germania, Francia e Gran Bretagna, che hanno percentuali più alte delle nostre, come ha ricordato anche di recente la garante nazionale Garlatti in una intervista. Ci preme anche evidenziare che, come Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, abbiamo subito recepito con entusiasmo la nomina del garante regionale anche in Abruzzo, visto il significativo ritardo rispetto alle altre regioni italiane, e ci siamo subito attivati per incontrare la dott.ssa Falivene, per dare il nostro contributo che la stessa garante aveva apprezzato".
D'Atri sottolinea, inoltre, che fatti accaduti in altri territori come Bibbiano "non devono far perdere la fiducia nella giustizia e nel sistema più genericamente inteso di tutela dei più piccoli, in quanto la magistratura sta proseguendo il suo percorso per l’accertamento delle responsabilità individuali che non devono avere ricadute sulla fiducia delle persone nelle istituzioni e, in particolare, sull’immagine degli assistenti sociali".
La presidente evidenza, da ultimo, che "laddove ci siano professionisti assistenti sociali che, nello svolgimento del proprio operato, non seguano in maniera scrupolosa ed attenta i principi ed i valori della professione, infrangendo le norme del codice deontologico, i Consigli Territoriali di Disciplina, quali organi istituiti dalla normativa vigente, hanno la funzione di assicurare il corretto svolgimento dell’attività professionale. Chiediamo, quindi, a livello regionale che vengano istituiti dei tavoli di lavoro tematici sulle aree di maggiore fragilità della tutela minorile, indicando a mero titolo esemplificativo, l’affidamento, la regolamentazione delle comunità educative, le criticità dei procedimenti giurisdizionali".
Staremo a vedere.
Intanto, si attende di capire se la proposta di legge verrà portata in Consiglio regionale; di lì, in caso di approvazione, approderebbe in Parlamento.