Botta e risposta serrato stamane, in Consiglio regionale, tra Giunta e opposizioni sulla campagna di vaccinazione anti-Covid.
All'ordine del giorno era inserita una interpellanza del consigliere dem Antonio Blasioli, ad oggetto la "situazione della campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID-19 e il rispetto del piano vaccinale nazionale”; ebbene, se l'assessora alla Salute Nicoletta Verì ha tenuto a ribadire che, ad oggi, nella nostra regione sono state somministrate 66.457 dosi, il 68% di quelle effettivamente disponibili - un dato che colloca l'Abruzzo al 12° posto tra le regioni italiane - il capogruppo dei democratici in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha replicato parlando di "disastro totale".
In Abruzzo, l'affondo dell'ex assessore, "è vaccinato appena l'1.56% della popolazione, pari a 22mila persone".
Per questo, "vogliamo conoscere l'elenco dei centri vaccinali, il numero dell'esercito dei vaccinatori, il numero dei vaccini che si è in grado di sommistrare ogni giorno. L'obiettivo è arrivare a 2milioni di dosi: rispetto al target del 70% della popolazione, 1 milione di cittadini, servono 2 milioni di dosi per la prima somministrazione e il richiamo. Ecco perché siamo totalmente insoddisfatti delle risposte dell'assessore Verì.
Addirittura, "ci è stato risposto che il piano delle vaccinazioni lo stanno scrivendo: davvero una gestione disastrosa" ha incalzato Paolucci. Che ha aggiunto: "Chiediamo che si metta immediatamente a disposizione dei consiglieri il piano vaccinale, in Consiglio regionale o in Commissione Salute: dobbiamo dare risposte ai cittadini".
Nel mirino anche la "campagna di screening di massa attraverso test antigenici rapidi", al centro di una interpellanza della capogruppo pentastellata Sara Marcozzi. "Ben venga che siano organizzati screening di massa sul nostro territorio, ma è dovere di Regione Abruzzo farli bene. La Giunta, invece, continua a investire risorse pubbliche per effettuare il controllo del territorio attraverso test rapidi, sulla cui affidabilità abbiamo avanzato perplessità mai chiarite dalla sanità regionale, invece che con tamponi molecolari", l'affondo di Marcozzi.
"Da quando è iniziata questa campagna sul territorio attraverso i test rapidi, nonostante i positivi individuati siano in percentuale pochissimi rispetto alle analisi effettuate, l'Abruzzo è tornato in zona rossa nelle province di Pescara e Chieti, dove c'è stato un autentico boom di contagi. Cosa altro deve succedere per capire che, il Covid o si contrasta con gli strumenti giusti o si rischia di fare solamente dei danni?". Evidentemente, "l'esperienza non ha insegnato niente a questa maggioranza" ha aggiunto la capogruppo del Movimento 5 Stelle.
Marcozzi ha richiamato il confronto tra due comuni in cui il tracciamento è avvenuto alcune settimane fa: "a Guardiagrele, città balzata sulle cronache internazionali per via del focolaio con variante inglese, delle 4.334 persone sottoposte a test rapido soltanto 10 sono risultate positive e di queste solo due sarebbero state confermate positive nella successiva fase di controllo attraverso il tampone molecolare. Numeri ben diversi dai test di massa effettuati con tampine molecolare a Pizzoferrato dove sono risultate positive 71 persone su 530".
Finora, "ai nostri dubbi il centrodestra ha risposto solamente con la propaganda. Dal momento che non sembrano essere in grado di rispondere nel merito, pretendo che quantomeno sia organizzata una campagna di comunicazione a tappeto, affinché si dica alle persone che risultano negative al test rapido di tenere gli stessi accorgimenti avuti prima di effettuarlo. Ci vuole la precauzione massima, ora più che mai. L'unico modo per bloccare definitivamente il contagio è una campagna a tappeto di vaccinazioni. Ma purtroppo, anche da quel punto di vista, la Giunta Marsilio è in alto mare".