Appartamenti vuoti nelle aree del Progetto Case e nei Map, condomini ricostruiti nell'immediata periferia, nuove costruzioni da ovest a est, "casette" di legno: L'Aquila è stracolma di unità abitative.
Molte di queste, però, sono vuote. La geografia dell'abitare nel capoluogo abruzzese cambia continuamente. Un paradosso, se pensiamo che fino a un paio di anni fa l'emergenza abitativa era il fulcro della discussione pubblica e dell'azione politica. Negli ultimi tempi, invece, si sta facendo strada il paradigma dello spopolamento che, sommato a quello della speculazione edilizia e del disordine urbanistico, contribuisce all'emersione di un concetto importante per la pianificazione futura della città: oggi all'Aquila ci sono più case che persone. Questo aspetto non potrà che accentuarsi, considerando la progressiva ricostruzione degli edifici dei centri storici e la mancanza di lavoro, che porta con sé un irrimediabile fuga, soprattutto dei giovani, dalla città.
Basta fare un giro in auto. Da Preturo a Bazzano sono centinaia i cartelli "vendesi" e "affittasi" che troviamo affissi sui balconi e le ringhiere dei palazzi. Prima del sisma gli studenti fuori sede domiciliati all'Aquila erano circa 15mila. Oggi si stima siano più o meno un terzo. Una cifra ancora "drogata" dall'esenzione delle tasse universitarie, che ha mantenuto molti studenti in città dopo il terremoto. Cifre che dovranno essere verificate in autunno. Con il nuovo anno accademico, come è noto, si torneranno a pagare le tasse.
Se i 19 nuovi quartieri delle Case si spopolano (vi abitano attualmente circa 11mila persone) e, passo dopo passo, gli edifici pre-sisma si ricostruiscono, appare quantomeno bizzarra la decisione da parte del Comune dell'Aquila di dar seguito alla convenzione stipulata nel 2009 sul Fondo Immobiliare. La questione è tornata sulla cresta dell'onda nelle scorse settimane, a causa delle dichiarazioni – rilasciate al quotidiano digitale AbruzzoWeb – dal sindaco Massimo Cialente: "In ritardo di tre anni, per la solita burocrazia, potrebbero esserci assegnati altri 150 appartamenti su un investimento del fondo etico da 20 milioni di euro", ha annunciato il primo cittadino. Ma andiamo con ordine.
Nel settembre 2009 (in piena fase post-emergenziale e sotto il comando e il controllo del commissariamento governativo e della Protezione Civile) l'ordinanza 3810 della Presidenza del consiglio dei ministri autorizza il Commissario delegato "ad avvalersi del fornitore di servizi incaricato dalla società di gestione del risparmio (sgr) del Fondo Immobiliare costituito con il reperimento di nuove costruzioni da destinare alla locazione". In sostanza, nelle ordinanze precedenti, il governo Berlusconi aveva deciso – di concerto con l'amministrazione Cialente – di costituire un fondo immobiliare, chiamato Fondo Aq. Cosa significa? Per fronteggiare l'emergenza abitativa, grandi società finanziarie di gestione del risparmio (possessori di capitali, liquidità e garanzie bancarie) acquistano immobili, che poi affittano al Comune dell'Aquila con un canone calmierato e concordato.
L'incarico fu affidato alla società di gestione del risparmio Europa Risorse Sgr, colosso degli investimenti immobiliari e finanziari, partecipata – tra le altre – dalla società del ministero del Tesoro Fintecna. Manager di Europa Risorse è l'imprenditore pescarese Antonio Napoleone. L'operazione immobiliare scatenò reazioni e accuse di speculazione edilizia e finanziaria provenienti da più parti, stimolando anche inchieste giornalistiche, come quella redatta nel 2010 dal Comitato 3e32 "L'Aquila in Fondo – cronaca di una speculazione annunciata" [scarica qui il file integrale dell'inchiesta].
Gli appartamenti a disposizione dei circa 2mila sfollati rimasti fuori dalle graduatorie Case e Map sarebbero dovuti essere circa 500. Ma il Fondo Aq mise a disposizione del Comune circa 320 appartamenti. Il 23 novembre 2011 la giunta comunale approva una delibera che rimpingua di 80 unità immobiliari il Fondo Aq. La delibera ufficializza una convenzione tra il Comune dell'Aquila e l'Idea Fimit Sgr [vedi appendice], altro colosso della gestione del risparmio, che possiede quote di partecipazione anche dentro la stessa Europa Risorse [scarica qui delibera di giunta e copia del contratto di convenzione].
Oggi, a distanza di cinque anni dal sisma, con una emergenza abitativa che – almeno per la gran parte della popolazione – può dirsi conclusa e una sovrabbondanza notevole di alloggi, si annuncia l'assegnazione di altri 150 appartamenti, che pare siano inclusi nella promessa dei 500 originari, acquistati e gestiti sempre da Idea Fimit. Come dicevamo, una decisione annunciata alla stampa da Cialente ma non ancora ufficializzata né formalizzata. La non conclusione della trattativa è stata sottolineata ieri, durante l'audizione in terza commissione consiliare, da parte dell'assessore all'Assistenza alla popolazione Fabio Pelini: "I 150 appartamenti non sono stati ancora ufficializzati", ha affermato l'esponente di Rifondazione Comunista, sottolineando tuttavia che "sono praticamente certi".
In Commissione la faccenda del nuovo fondo immobiliare ha lasciato l'amaro in bocca a diversi consiglieri, anche di maggioranza, come Giustino Masciocco (all'epoca della nascita del primo fondo Assessore di Sel nella prima giunta Cialente), che ha chiesto a Pelini di non firmare nessuna convenzione, perché "gli appartamenti non servono". E, in effetti, come abbiamo sottolineato precedentemente, in città è presente un patrimonio immobiliare pubblico e privato davvero notevole, frutto di speculazioni e politiche seguenti all'emergenza abitativa e riassetti urbanistici post-sisma.
Pelini si è giustificato affermando che la richiesta degli ulteriori 150 appartamenti sarebbe risalente a tre anni fa, "in un momento di alta emergenza abitativa e sociale". Ma l'argomentazione non regge, considerando soprattutto che nulla è ufficiale né contrattualizzato, e dunque che tutto si può ancora fermare. Una cosa è certa: l'Assessore ha categoricamente escluso che i nuovi appartamenti serviranno all'assistenza alla popolazione. Pelini ha ribadito che potrebbero essere utilizzati per gli studenti, come già afferma quando parla della destinazione di parte delle aree Case. Se l'obiettivo è l'utilizzo delle case da parte della residenzialità universitaria, perché la trattativa e la conseguente convenzione non viene stipulata direttamente da Idea Fimit e l'Agenzia regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Adsu) dell'Aquila? Siamo sicuri che lo stanziamento di un'ordinanza datata tre anni non possa essere stoppato o, quantomeno, rimodulato alla luce del nuovo mutato tessuto cittadino?
Chissà come sarebbe andata se, al posto del Progetto Case (o di parte di esso) fossero stati requisiti le centinaia di appartamenti sfitti e invenduti agibili nel 2009, come chiesero a gran voce i comitati cittadini durante la rovente estate del 2009.
Appendice. Cos'è un fondo immobiliare e cos'è Idea Fimit Sgr
Nel corso di questi ultimi anni il settore del risparmio ha subito un processo di profonda trasformazione, che ha permesso agli operatori di offrire alla propria clientela prodotti e servizi sempre più innovativi in grado di soddisfare la domanda crescente di nuovi prodotti finanziari. Nascono così i fondi comuni di investimento immobiliari che consentono di trasformare investimenti immobiliari, che per loro natura richiedono tempi più lunghi degli investimenti di tipo mobiliare, in quote di attività finanziarie che consentono di generare liquidità senza che l’investitore debba acquisire direttamente un immobile. Presente in Italia dal 1998, questa tipologia di fondi, data la propria capacità di conservare valore attraverso il passare del tempo, rappresenta un'interessante alternativa agli investimenti di tipo tradizionale, soprattutto in quelle fasi di mercato in cui la riduzione progressiva dei tassi di interesse rende attraente investire in immobili.
Idea Fimit Sgr è la società di gestione del risparmio, leader in Italia, specializzata in fondi di investimento immobiliare. Nata nell’ottobre 2011, quale risultato della fusione fra due principali operatori del mercato italiano (Fimit Sgr e Fare Sgr), la società è oggi uno dei top player europei, con un patrimonio prossimo ai 10 miliardi di euro e 33 fondi in gestione (dei quali 5 quotati).