"Dopo anni di battaglie per migliorare la situazione dell'impianto sportivo di Preturo, noi molliamo".
Si legge in una nota amara della polisportiva Atletico Amiternum. "Non ce la facciamo più - scrivono - e non vogliamo più combattere appresso ai polveroni, ai fari inclinati, alle tubazioni rotte, alle dispersioni di corrente elettrica, alle barzellette delle tensostrutture, al rischio silicosi per i giocatori e alle giuste lamentele dei residenti di via del Cantarello. Al carico della 'manutenzione straordinaria' di un impianto vecchio di oltre trent'anni sulle nostre spalle, spada di Damocle e forma di ricatto politico".
"Non abbiamo più voglia di inseguire sindaci, assessori, dirigenti e tecnici comunali - aggiungono - di scrivere articoli di proposta o di protesta, di inventare fantasiosi show in campo con le mascherine; di organizzare dibattiti e dirette facebook. Di spaccarci la schiena a bagnare il campo per evitare i polveroni o a togliere le erbacce che rendono impossibile giocare".
L'Atletico Amiternum prende atto e consapevolezza che dello sport a Preturo non interessa a nessuno. Che "non c'è speranza, che non c'è possibilità se non quella di essere presi in giro. Che non è servito proporre un dossier, motivato, di candidatura a Sport e Periferie, cioè ad un bando mirato a sostenere lo sport nelle periferie e a ridurre il disagio sociale e giovanile ma che, invece, è servito e servirà a finanziare il Centro e situazioni di assoluto privilegio sportivo".
Prendiamo atto che se sei periferia muori periferia. "Dopo venti anni di volontariato puro, ci rassegniamo; la prima squadra giocherà fuori comune, a Scoppito, i bambini dei corsi di calcio e pallavolo dove troveremo spazi, certamente non a Preturo".