Riportare il Museo nazionale d’Abruzzo nella sede storica del Forte Spagnolo - dove è stato fino al terremoto del 6 aprile 2009 - attraverso un percorso di rientro graduale, che potrebbe iniziare già alla fine di quest’anno, non appena saranno conclusi i lavori del primo lotto, ormai alle battute conclusive.
E’ questo l’obiettivo principale che guiderà il mandato della nuova direttrice del Munda, Maria Grazia Filetici.
Nella prima conferenza stampa ufficiale tenuta dal suo insediamento, avvenuto nel settembre 2020, Filetici, affiancata dal professor Vincenzo Cerulli-Irelli, uno dei cinque membri del nuovo consiglio di amministrazione, ha posto come priorità assolute del nuovo corso iniziato con l’inserimento del Munda tra gli oltre 30 musei nazionali dotati di autonomia speciale, il rientro al Castello, la riapertura al pubblico della sala dove è esposto il mammut e il ritorno all’Aquila del famoso stendardo-gonfalone di seta rossa risalente al 1500, attualmente ospitato a Firenze nei locali dell’Opificio delle pietre dure, che ne ha curato anche il restauro.
Quello nel Forte Spagnolo, ha spiegato Filetici, sarà un rientro a tappe, che dovrà giocoforza fare i conti con il prosieguo del cantiere (sono stati quasi ultimati i lavori del primo lotto ma c’è ancora da fare tutto l’intervento del secondo lotto) e con i tempi per il riallestimento degli spazi e delle opere. Cerulli-Irelli ha però gettato il cuore oltre l’ostacolo, auspicando una riappropriazione di almeno una parte dei locali del Forte (il primo piano e la sala del mammuth) già per il prossimo Natale.
“Sono passati troppi anni” ha detto Cerulli-Irelli “Senza nulla togliere all’ex mattatoio, la sede naturale del Munda è il Castello. Troppe opere continuano a stare nei depositi, luoghi peraltro non sempre idonei”.
Mammut
Il restauro del mammut è stato completato già da diverso tempo, grazie anche a una donazione della Guardi di Finanza, ma restano ancora da ultimare i lavori di rifinitura della sala in cui è esposto.
Il Gonfalone
“Il Gonfalone tornerà all’Aquila e sarà ospitato al Munda” ha promesso Filetici “Purtroppo la tela è molto sofferente, le fibre si sono molto indebolite, per cui è stato progettato un allestimento di particolare cura”. Si tratta di un'opera di dimensioni notevoli (4,5 metri x 3), realizzata da Giovanni Paolo Cardone (notizie dal 1569 al 1586), il più significativo allievo del pittore aquilano Pompeo Cesura.
Prime visite guidate al Castello
Il graduale rientro del Munda al Castello dovrà essere pensato e pianificato insieme agli altri enti che avevano lì la loro sede e alle istituzioni che ne stanno curando il recupero. Andranno studiate, in particolare, delle soluzioni per far convivere la presenza del museo con quella del cantiere. Uno dei primi passi che potranno essere fatti, ha spiegato l’ex direttore del Munda Mauro Congeduti, sarà l’organizzazione di visite guidate nelle segrete del Forte e in quelle parti che non sono state danneggiate dal terremoto, in giorni e orari in cui il cantiere non è attivo.
Come sarà il “nuovo Munda”
Una volta tornato nella sua sede storica, il Munda, ha affermato Filetici “sarà una fucina artistica, un museo in movimento con laboratori e spazi dedicati alla conoscenza, alla formazione e alla multidisciplinarietà”.
Che fine farà la sede della Rivera
Che ne sarà della sede che dal 2015 ospita il Munda, l’ex mattatoio comunale situato vicino le 99 Cannelle, una volta che il museo sarà tornato al Castello? “E’ ancora presto per dirlo” ha osservato Filetici “Lo stabile è del Comune, la convenzione in atto dice che i locali rimarranno a disposizione del ministero e quindi del museo finché non sarà stato completato il trasferimento”.
Il nuovo cda
Lo scorso 24 maggio è stato nominato dal ministero dei Beni culturali il nuovo consiglio di amministrazione del Munda. Oltre all’avvocato Cerulli Irelli e alla direttrice Filetici, i nuovi componenti sono: Mariastella Margozzi, direttrice del Polo museale d’Abruzzo; Martina Sconci e Amedeo Di Nicola.