La giunta comunale dell'Aquila 'tira dritto' sulla istituzione di uno dei tre centri nazionali di formazione territoriale dei Vigili del fuoco nel progetto Case di Sassa NSI; l'esecutivo ha infatti dato il via libera allo "schema di convenzione per la cessione al Demanio delle aree e dei fabbricati".
Con la delibera si approva "lo stato di consistenza delle aree e proprietà interessate e l'annessa relazione redatta dall'Agenzia del Demanio, direzione regionale Abruzzo e Molise, che individua le proprietà da trasferire a titolo gratuito per i successivi adempimenti. Il compendio in oggetto - chiarisce l'atto comunale - è costituito da un'aggregazione di 18 edifici multipiano destinati principalmente alla civile abitazione (8 palazzine sono attualmente inagibili e vuote), di un edificio elevato su un solo piano adibito a centro di aggregazione sociale e di 5 manufatti, sempre monopiano, adibiti a cabine elettriche; a corredo di tutti gli edifici è presente una pertinenza scoperta esclusiva costituita da aree adibite a strade per la viabilità interna, verde privato e aree adibite al parcheggi"".
A seguito di molteplici incontri istituzionali e sopralluoghi effettuati dai referenti dei Vigili del Fuoco e dai tecnici comunali al fine di reperire idonee aree, "tra le varie ipotesi (zone non edificate, ex Sercom) è stata congiuntamente individuata la localizzazione del centro di formazione nell'area del Progetto Case di Sassa", leggiamo ancora dal provvedimento. Oltre a possedere i requisiti richiesti "in ordine alle dimensioni e alla distanza dalla città", la scelta rappresenta "un positivo esempio di riuso del patrimonio disponibile sul territorio, evitando l'impatto ambientale dovuto a ulteriore cementificazione".
Insomma, l'amministrazione attiva non ha ceduto alle proteste delle 150 famiglie che non intendono abbandonare i loro alloggi del progetto Case e trasferirsi altrove.
Parliamo di un progetto importante per la città dell'Aquila: è previsto un finanziamento di quindici milioni per il triennio 2021-2023 e di un milione a decorrere dal 2024; l’intervento prevede non solo l’adeguamento delle palazzine agibili ma anche l’abbattimento di quelle inagibili, sgomberate in seguito a un’indagine della magistratura che aveva fatto emergere deficit strutturali in molti edifici del progetto Case. Ad essere demolite, però, saranno solo le palazzine, non le piastre. Un’operazione di rigenerazione urbana, a consumo di suolo zero e con finanziamento pubblico.
Non solo.
Si prevede che la scuola porti all'Aquila 250 allievi in un primo momento, "con probabile eventuale implementazione a 500 e possibile fino a 750 allievi" viene chiarito. Evidenti le ricadute positive per il tessuto economico e sociale.
Ciò che è stato contestato all'amministrazione attiva è il metodo con cui si è proceduto: non è stato avviato per tempo un confronto con le 150 famiglie da trasferire, non si è proceduto ad un'attenta analisi delle esigenze, dei bisogni, delle eventuali fragilità sociali ed economiche dei nuclei che subiranno lo sgombero. Le famiglie non sono 'pacchi postali' che si possono spostare da un alloggio all'altro come nulla fosse. Ci sono bambini in età scolare che, trasferiti altrove, saranno costretti a cambiare scuola; ragazze e ragazzi che vivono quel quartiere come casa loro; ci sono anziani impossibilitati ad un trasloco, persone con fragilità, anzini o disabili, che abitano l'alloggio assegnato da anni e hanno necessità di un supporto per trasferirsi altrove, famiglie monoreddito con difficoltà di spostamento. Per non parlare dei legami sociali che verranno inevitabilmente spezzati.
Ecco il motivo per cui un'operazione del genere si sarebbe dovuta accompagnare ad un'attenta valutazione sociale dell'impatto che avrebbe prodotto su cittadini che, in molti casi, sono già provati dalla precarietà di una soluzione alloggiativa che non gli appartiene e che non sentono propria.
Tra l'altro, non mancano legittimi dubbi sulla localizzazione del centro di formazione proprio a Sassa NSI, una zona alluvionale che si è allagata almeno due volte negli anni passati; il Comitatus Aquilanus non ha mancato di sottolineare come si stia operando in contrasto con l'articolo 80 della legge regionale 18/1983 e non è assolvente il fatto che, nel post terremoto, e senza pareri tecnici, si sia fatto l'errore di ubicare lì il progetto Case.
D'altra parte, il dibattito sulla individuazione della sede più idonea all'insediamento si è intrecciata col braccio di ferro in corso sulla localizzazione della sede operativa dei Vigili del fuoco che si vorrebbe realizzare in via Panella: una scelta che ha scatenato le proteste dei Vigili che giudicano il sito non idoneo e stanno conducendo una battaglia per evitare che il progetto si concretizzi proponendo, in alternativa, la Caserma Rossi o, se la strada si dimostrasse impercorribile, il sito di Coppito laddove insiste la Direzione regionale del Corpo.
In questo senso, una riflessione più matura avrebbe potuto, e dovuto, portare alla valutazione di individuare una sede unica per la sede operativa dei Vigili del fuoco e per il centro di formazione.
Si sta andando in altra direzione.