Martedì, 03 Maggio 2022 19:07

Proroga accensione termosifoni, l'amministrazione si dimentica il progetto Case... poi corre ai ripari

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In questi giorni, il sindaco dell’Aquila ha autorizzato, attraverso due ordinanze, la proroga dell’accensione degli impianti di riscaldamento, dapprima fino al 2 e poi dal 3 al 9 maggio, "negli edifici pubblici e privati adibiti ad attività scolastiche e sociali di tutto il territorio comunale", per un massimo di 6 ore giornaliere, articolate anche in due o più sezioni.

Le disposizioni si sono rese necessarie alla luce delle condizioni climatiche, che non garantiscono in alcune ore sufficienti temperature interne.

D'altra parte, il Dpr 74/2013 prevede che nei comuni della stessa fascia climatica dell’Aquila i termosifoni possano essere tenuti in funzione dal 15 ottobre al 15 aprile, salvo diverse disposizioni dei sindaci in ragione di situazioni climatiche come quelle che si stanno verificando in città.

Se non fosse che l'amministrazione attiva ha 'dimenticato' di prorogare l'accensione degli impianti anche nei progetti Case; la denuncia è arrivata stamane dal capogruppo di Italia viva Paolo Romano: "Ma solo a me chiamano i cittadini perché negli alloggi post-sisma i riscaldamenti sono spenti dal 26 aprile e soprattutto ai piani terra si sono raggiunti i 15 gradi? Ci sono anziani, dializzati, trapiantati, bambini che si stanno riscaldando con il forno acceso e il caro bollette che non perdonerà", l'affondo di Romano su facebook.

In poche ore, Romano ha ricevuto decine e decine di segnalazioni di cittadine e cittadini che hanno confermato l'impossibilità di accendere i riscaldamenti nonostante le basse temperature in alcune ore della giornata. 

Ed in serata, l'amministrazione è corsa ai ripari: "Il sindaco dell’Aquila - si legge in una nota - ha autorizzato, attraverso un’ordinanza, la proroga dell’accensione degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici e privati adibiti ad uso residenziale e assimilati per il periodo che va dal 4 al 9 maggio prossimi", con una durata giornaliera di massimo quattro ore.

Stavolta, il riferimento agli edifici pubblici e privati adibiti ad uso residenziale e assimiliati non è stato dimenticato. 

 

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