"Quanto accaduto la notte scorsa dimostra come gli effetti nefasti della cosiddetta “movida” abbiano oramai superato ogni limite". Lo ha detto Claudia Aloisio, presidente dell'associazione “Cittadini per il Centro storico”, costituitasi per la tutela del patrimonio civile, sociale, culturale, storico e architettonico del centro storico cittadino.
"Si tratta di un fenomeno che pone seri problemi di ordine pubblico, come ben sa chiunque abiti o comunque voglia vivere il centro storico che le istituzioni - a cominciare dal Comune dell’Aquila - stanno consapevolmente e irresponsabilmente sottovalutando, avendo eletto come unico modello di sviluppo della città quello del “locale diffuso”, un sorta di parco divertimenti senza confini e senza regole".
"È ora che le Autorità si facciano carico di tutelare i fondamenti del vivere civile e del decoro, oltre che la sicurezza dei cittadini e il loro diritto al sonno ed alla quiete, disciplinando la movida e ricordando sempre che la libertà di ciascuno finisce quando comincia la libertà dell’altro, principio che le istituzioni pubbliche per prime dovrebbero tutelare. Lo Stato ha speso oltre 10 miliardi per la ricostruzio-ne dell’Aquila con l’obiettivo di farla tornare una città, ossia un luogo in cui la gente possa vivere, lavorare e godere di un patrimonio artistico straordinario e collettivo".
"È inaccettabile - conclude la nota - che l’anarchia in cui si sta facendo precipitare questa città, costringendo gli abitanti a fuggire dalle case e dai palazzi restaurati con ingenti contributi pubblici, vanifichi tale investimento, trasformando il centro storico in un nuovo deserto, non per la presenza di macerie, ma perché ridotto ad essere solo una teoria di locali ed una latrina a cielo aperto".