Mercoledì, 30 Luglio 2014 16:30

L'Aquila. Presunte irregolarità nell'aggregato di via del Grifo, la denuncia di alcuni consorziati

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Raccogliamo la denuncia di due cittadini consorziati nell'aggregato di via del Grifo, nel centro storico dell'Aquila, portavoce di alcuni appartenenti al consorzio "Il grifo". Riteniamo utile dar voce alla loro denuncia, anche e soprattutto alla luce delle cronache giudiziarie che hanno visto protagonista negli ultimi mesi la ricostruzione privata e le problematiche che essa si porta dietro. Rimaniamo a disposizione di chiunque voglia eventualmente replicare a quanto pubblicato.

 

Siamo alcuni consorziati di un aggregato nel Quarto di Santa Giusta i cui lavori sono stati ceduti dalla Consta alla Palomar del gruppo Mantovani,  per un appalto del valore di circa 5 mln di €. Vi inviamo questa lettera perchè siamo stufi di subire comportamenti scorretti e illegali da parte di aziende rapaci e di condòmini al loro fianco. Si parla ormai di un'imminente proposta di legge nazionale sulla regolamentazione della ricostruzione privata e la cessione di appalti. Speriamo si intervenga subito.

Ecco i fatti.
Noi consorziati dell'immobile sito in Via del Grifo, mal consigliati dai tecnici incaricati, ci facevamo convincere nell'aprile del 2011 che per velocizzare l’elaborazione e presentazione del progetto bisognava firmare subito una lettera di intenti indirizzata alla ditta prescelta, che per i tecnici era la Consta Consorzio Stabile, in quanto superiore a due ditte locali.

In questa lettera era chiaramente specificato che "l’incarico è sin d’ora conferito in nome e per conto del Consorzio che i proprietari degli immobili facenti parte dell’aggregato costituiranno ai sensi dell’OPCM 3280 dell’11.09.2009 e sarà quindi confermato mediante sottoscrizione di apposito atto tra il Consorzio medesimo e l’Appaltatore". Il nostro consorzio, Il Grifo, si è poi costituito nel luglio del 2011. Ebbene, questo apposito atto (contratto) non è mai stato stipulato con i proprietari degli immobili!

Ma purtroppo gli ignari consorziati lo ratificavano, sempre alla presenza dei propri tecnici, a vantaggio della Consta Consorzio Stabile che affidava i lavori alla Consta Soles SpA. Arriviamo al 2013 e il Comune dell'Aquila eroga il finanziamento. E' a questo punto che la Consta Consorzio Stabile, il 7 agosto 2013, cede - senza alcuna comunicazione al consorzio Il Grifo - il ramo di azienda sismico alla Consta SpA, società che, immediatamente dopo, presentava domanda di concordato preventivo presso il Tribunale di Padova-Sezione Fallimentare. E, nelle more della procedura, affittava nel 2014 il ramo di azienda sismico alla Palomar Srl, pur essendo esperta quest’ultima solo in meccanica, e precisamente in installazione impianti meccanici nel famigerato sistema MOSE (per il quale è pure stata indagata). Il bello è che i consorziati apprendevano queste notizie solo dagli organi di stampa!

Dati i ritardi di cantierizzazione e due richieste al Comune dell'Aquila di proroga inizio lavori, i consorziati tutti (e anche la presidente) decidevano di consultare un avvocato, ed infine di dargli l'incarico di consegnare sollecitamente un parere scritto in merito al comportamento della Consta Consorzio Stabile e alle successive cessioni di "contratto di appalto", peraltro mai formalizzato, stante la situazione di stallo in cui versava la ditta stessa, priva persino di un regolare Durc (Documento unico di regolarità contributiva, ndr).

L’avvocato, con parere del 7 aprile 2014, dichiarava che la cessione di ramo d’azienda tra il Consorzio Consta e la Consta SpA era simulata e perciò volta a dissimulare una normale cessione di "contratto di appalto". Cessione che quindi, a norma dell’art. 1406 c.c., necessitava per la sua stessa validità del consenso del contraente ceduto. Specifichiamo che il nostro Consorzio aveva vietato nello Statuto la possibilità di cedere il contratto d'appalto.

Proprio per l’assenza di un regolare contratto, il Consorzio Consta non inseriva tra le "commesse ramo sismico" il finanziamento del nostro aggregato tra i crediti vantati (istanza n. 30 di concordato preventivo presso il Tribunale di Padova nel febbraio 2014) nelle 26 stazioni appaltanti indicate a L'Aquila. Si fa presente che i crediti citati dal Consorzio Consta vanno da un minimo di € 21.678 a un massimo di € 1.279.000. Di fronte a tali cifre di gran lunga inferiori ai 5 milioni del nostro aggregato si capisce meglio l’interesse della Consta Spa e dell’affittuaria Palomar Srl per il nostro consorzio...

Ora avviene che la presidente del nostro consorzio, pur a conoscenza di tutto ciò, con un abile giochetto di tre assemblee tra aprile e maggio di quest'anno faceva scomparire dagli ordini del giorno quello che dispiaceva alla Palomar, cioè la revoca comunicata anche dall'avvocato, e magicamente faceva apparire l’affidamento dei lavori alla Palomar del gruppo Mantovani. Con la sola aggiunta "fatta salva la verifica della documentazione mancante".  Ma la certificazione Soa per l’edilizia, la Palomar ha promesso di farla pervenire entro il 28 luglio, in quanto non ne era in possesso! Ma, non a caso, la presidente ha visto bene di convocare l'assemblea il 29...

A nulla sono valse le nostre veementi rimostranze allegate ai verbali assembleari, che chiedevano l’annullamento dell’affidamento dei lavori definitivi alla Palomar con lettera raccomandata a/r del 17 giugno. Ad ogni assemblea la presidente riproponeva la Palomar in modo quasi ossessivo. Abbiamo inviato la lettera anche al Sindaco dell’Aquila, all’Usra e all’Ance.

In un Paese civile chiedere le dimissioni della presidente dell'aggregato e la sua non rielezione per il prossimo triennio a causa del grave danno arrecato al Consorzio, sarebbe il minimo. Invece, in questo caso si è giunti al paradosso che non solo la presidente e altri condòmini hanno respinto la nostra richiesta nell'assemblea del 14 luglio - affidando proprio il 29 luglio i lavori alla Palomar - ma che prima la Consta SpA e poi la Palomar hanno inviato lettere, tra il 28 aprile e il 14 luglio 2014, recanti minacce sia di adire le vie legali contro di noi sia verso altre ipotetiche imprese (le famose cinque previste dalla "Legge Barca") che volessero presentare le loro proposte per l'appalto in questione.

Lettere, peraltro, a nostro avviso offensive sia verso l'avvocato consultato dal nostro consorzio sia verso gli ingegneri incaricati. Non a caso nell'assemblea di ieri la presidente, spalleggiata da alcuni condòmini, hanno rigettato la proposta avanzata da noi di esaminare anche altre imprese, violando in modo sfacciato la "Legge Barca".

La cosa che ci dispiace è che la ricostruzione avrebbe dovuto essere anche un'opportunità di lavoro per questo territorio martoriato e invece, in cambio di favori, si stanno affidando i lavori a imprese rapaci e ricattatrici, spesso di fuori città, che utilizzeranno i soliti pochi operai per intascare molti fondi senza alcun beneficio per la città e la collettività.

Confidiamo nella solidarietà di tutti quei consorziati onesti che volessero uscire allo scoperto denunciando l'illegalità e corruzione nella ricostruzione privata insieme a noi. E' arrivato il momento di preparare una class action.

Vincenzo Colorizio, in rappresentanza dei consorziati per la legalità de "Il Grifo".

Nota:
la denuncia pervenutaci era firmata, originariamente, oltre che da Vincenzo Colorizio, anche da Stefano Ruffo. Con una e-mail inviata alla redazione di NewsTown in data 16 agosto 2014, tuttavia, il dott. Ruffo smentisce di aver mai firmato alcunché. Il sig. Ruffo rettifica quanto segue: "Ho appreso che in un articolo del 30/7/2014, relativo alla vicenda del consorzio "Il Grifo", compare inopinatamente il mio nominativo. Rilevo di non aver contribuito affatto alla stesura di alcuna dichiarazione da diffondere a mezzo stampa relativamente alla specifica fattispecie, né di aver contattato a tal fine alcun organo di informazione, tantomeno di aver autorizzato alcuno a riportare il mio nominativo quale coature delle dichiarzioni diffuse".   

 

Ultima modifica il Domenica, 17 Agosto 2014 23:23

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