La residenza universitaria pubblica dell'Aquila rischia, per la seconda volta in pochi mesi, di scomparire.
Dopo un'estate travagliata in cui si è rischiato a più riprese la chiusura o l’apertura di una sola palazzina, la proposta di "transitorio" per il dopo Campomizzi era - ed è - rappresentata dal complesso di appartamenti "Il Moro", dell'ATER, sito tra Pettino e Cansatessa.
Le prime criticità erano rappresentate innanzitutto dalla posizione, non certamente centrale e mal collegata con i poli universitari e il resto della città, e poi dalla natura del complesso (trattasi infatti di appartamenti e non di una residenza universitaria).
Nonostante tutto, il protocollo siglato con l'ATER prevedeva l'impegno all'acquisto, da parte della stessa, di una struttura - adiacente alle palazzine - da dedicare a tali attività, e in commissione di vigilanza del Consiglio Regionale la Presidente ADSU, Eliana Morgante, aveva assicurato la convocazione di un tavolo tra parti sociali, ADSU, Regione, Comune, Ama e Università al fine di dotare di servizi quelle palazzine e di trovare una soluzione al problema trasporti.
Tuttavia in un atto presentato al Consiglio di Amministrazione ADSU di fine novembre si proponeva di tornare indietro e di non dotare di alcun servizio quelle palazzine.
Non solo, si dichiarava che tutte le utenze sarebbero state a carico degli studenti.
“Grazie al nostro intervento- spiegano gli studenti dell’Udu- l'atto è stato rimandato. Ciò che rimarrebbe rispetto a quanto prospettato dalla stessa Presidente in diverse occasioni sarebbero quindi due palazzine, con capienza massima di 200 persone, che verrebbero date in affitto alle studentesse e agli studenti fuori sede che pagherebbero il canone di locazione (€100) grazie alla quota alloggio della loro borsa di studio e poi dovrebbero provvedere con i loro soldi alle spese delle utenze e del condominio. A questa situazione che in nessun modo tutela il diritto allo studio, si aggiungono l'assenza di una mensa aperta anche di sera nelle vicinanze della struttura e l'assenza di collegamenti adeguati con ciascun polo universitario e il cuore cittadino.”
Ed aggiungono: “di fatto, a questi studenti l'ADSU darebbe semplicemente un appartamento in affitto a prezzo agevolato, dimenticando che per la maggior parte di loro questa opzione non sarebbe sostenibile economicamente (né sarebbe agevole la frequenza dei corsi universitari o della mensa serale per studenti e studentesse non dotati di auto privata). Come Sindacato Studentesco riteniamo che la proposta dell'ADSU non tuteli in nessun modo il diritto allo studio e che proseguire lungo questa strada porterà alla scomparsa della residenzialità pubblica in questa città.”