Sono 2,8 miliardi i soldi spesi ogni anno per garantire le prestazioni sanitarie in Abruzzo, ma tra il 2010 e il 2019 i posti letto sono calati del 18,2% , con svantaggi soprattutto per le aree interne.
Il calo dei posti letto riguarda principalmente le strutture pubbliche (-20,6%). A Pescara il maggior numero di posti letto: 1.260, L'Aquila al secondo posto. A dirlo è l'analisi dell'Osservatorio Abruzzo Openpolis.
Per l’Abruzzo i costi maggiori sono rappresentati dalla fornitura di beni e servizi (1,9 miliardi di euro), oltre che dal personale sanitario e professionale (655,9 milioni).
La fornitura di servizi essenziali incide infatti per il 47,3%.
L'assistenza ospedaliera per gli acuti è il segmento con i costi maggiori, con 1,1 miliardi di euro, a cui seguono le attività di pronto soccorso con 106,7 milioni.
La maggior parte di questi costi va a coprire le spese per il personale sanitario (36,3%). A questa seguono i costi delle prestazioni sanitarie (22,7%) e i costi dei servizi non sanitari (12,2%).
Tra il 2010 e il 2019 i posti letto nelle strutture di ricovero abruzzesi sono diminuiti, passando in quasi un decennio da 5.333 a 4.361, con un calo di 972 unità, pari al 18,2%.
Un dato particolarmente evidente nelle aree interne, che sicuramente per prime subiscono le mancanze del sistema sanitario.
L’Aquila è la seconda provincia per posti letto (1.143), a seguire Chieti (1.114) e Teramo (884). Nel periodo 2010-2019 le diminuzioni più consistenti hanno riguardato le province di Chieti (-32%) e Teramo (-18,5%).
La diminuzione dei posti letto dal 2010 al 2019 è avvenuta sia nelle strutture pubbliche che in quelle private accreditate. Ma se per le prime la discesa è stata netta e costante, il numero dei posti letto nelle seconde è rimasto quasi invariato. Nelle strutture pubbliche infatti sono passati da 4.251 del 2010 a 3.377 del 2019 (-20,6%).