In Abruzzo quasi il 65% dei rifiuti urbani viene differenziato, a fronte di una media nazionale del 63%, ma il divario tra province si configura molto ampio. A dirlo è il rapporto dell’Osservatorio Abruzzo di Openpolis.
Infatti mentre in provincia di Chieti tre quarti dei rifiuti urbani viene differenziato (74,5%), all’Aquila è solo il 39% dei rifiuti a ricevere la stessa attenzione.
Anche nei comuni di Teramo la percentuale supera la media nazionale con il 70% di rifiuti differenziati, mentre sono 49 i comuni abruzzesi in cui la differenziata raggiunge l’80%, ma quasi tutti si trovano nel chietino.
Insomma se la cura dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici passa anche dalle azioni quotidiane, come il riciclo dei rifiuti, possiamo dire che la provincia dell’Aquila rimane uno dei territori più indietro sul tema.
Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti invece negli ultimi anni abbiamo assistito a una parziale inversione di tendenza, probabilmente a causa della pandemia, infatti, tra il 2019 e il 2020, la produzione di rifiuti urbani in Italia è passata da oltre 30 milioni di tonnellate a 28,9 (-3,59%).
In Abruzzo il calo è stato più contenuto, passando da 600mila a 585mila tonnellate (-2,5%).
Se da una parte diminuire la produzione di rifiuti rimane un traguardo essenziale, dall’altra sensibilizzare alla raccolta differenziata resta ogni anno uno dei buoni propositi più importanti per un territorio, infatti dal 2006 per la penisola è divenuto obiettivo nazionale che almeno il 65% dei rifiuti urbani prodotti venga differenziato. Un obiettivo che era stato stabilito per il 2012, a cui il nostro paese si avvicina solo adesso, e che l’Abruzzo ha sostanzialmente conseguito proprio nel 2020.
Superano la quota nazionale del 63% solo 11 regioni, tra cui l’Abruzzo con il 64,99% dei rifiuti differenziati. Un valore che colloca la regione ben al di sopra di altre regioni dell’Italia centrale e meridionale. Mediamente il centro Italia si attesta sul 59,2% di raccolta differenziata, il sud addirittura al 53,6%, con i minimi registrati in Sicilia (42,3%), Calabria (52,2%) e Lazio (52,5%).
Ma la quota raggiunta in Abruzzo è circa 10 punti al di sotto di Veneto e Sardegna, regioni prime in classifica, dove vengono differenziati i tre quarti dei rifiuti urbani.
Nonostante l’Abruzzo sia tra le regioni più virtuose, il divario tra le province rimane un dato rilevante: sono Chieti (71,16% di differenziata) e Teramo (69,55%) le province più attente alla raccolta differenziata, subito dopo Pescara (47,68%) e L’Aquila (39,03%).
E’ il capoluogo regionale quindi a registrare la percentuale più preoccupante, un dato su cui riflettere.