Dopo l'invito da parte di Comitatus Aquilanus all’amministrazione ad intavolare una discussione cittadina sul futuro dell’assetto urbano della città, anche FIAB L'Aquila si unisce alla richiesta: "a 14 anni di distanza dal sisma con ricostruzione ancora in corso e a più di 50 dall’ultimo Piano Regolatore Generale, l’invito richiama a una necessità urgente. Nel raccogliere positivamente questo sollecito, lo rilanciamo invitando ad includere nella pianificazione il modo in cui ci spostiamo dentro la città, ovvero la mobilità urbana."
"La forma della città e il modo in cui ci si sposta dentro essa sono infatti aspetti che si influenzano l’un l’altro- aggiunge FIAB L'Aquila- Con l’avvento della motorizzazione privata di massa è quest’ultima che ha in larga misura determinato l’evoluzione degli spazi urbani. L’auto privata ha infatti permesso di applicare la logica dell’economia di scala a tutti gli ambiti urbani: oggi abbiamo le città tendenzialmente suddivise in zone altamente specializzate – residenziali, scolastiche, amministrative, commerciali, produttive, ospedaliere, per lo svago – in nome di una migliore efficienza di “settore”, separate gioco forza tra loro e spesso raggiungibili solo in macchina. Questo ha portato a cosiddette “città delle distanze” che in un primo momento hanno dato l’illusione di poter dare crescita e sviluppo costanti, mentre alla lunga hanno rivelato i costi in termini economici, sociali e ambientali dovuti alla frammentazione eccessiva degli spazi e, di conseguenza, anche della società che li vive. Con l’esperienza maturata finora, molti si sono resi conto che la città a misura d’auto è fondamentalmente irrealizzabile: per convincersene è sufficiente guardare agli Stati Uniti, che sono il modello trainante di questo tipo di sviluppo urbano. Moltissime città statunitensi sono praticamente dei grandissimi parcheggi con qualche edificio ogni tanto. Questo perché ogni parcheggio richiede circa 20-25 m2, compresi gli spazi di manovra, ovvero 1 ettaro per 4-500 posti auto. Ogni utente necessita di un posto sotto casa, uno al lavoro, uno al supermercato, uno in centro, uno nell’area commerciale, ecc., generando una grandissima richiesta di spazio, spesso pubblico, che per gran parte del tempo resta largamente sottoutilizzato."
Ed aggiunge: "Il risultato paradossale è che neanche questa abbondanza di parcheggi risolve i problemi del traffico, del reperire un posto vicino all’area di interesse, dell’ottimizzare i tempi: al contrario, li esaspera sempre più. La beffa è che le zone più attrattive e che acquisiscono valore – anche sproporzionato tale da diventare esclusivo e inaccessibile ai più – restano o diventano quelle meglio percorribili a piedi, con mezzi pubblici o biciclette, dove il tasso di motorizzazione privata è molto basso, come i centri con maggiore identità culturale. Al confronto, il resto spesso finisce per apparire solo un’anonima ampia distesa di asfalto di dubbio pregio e vivibilità."
"Sono molti gli urbanisti che oggi propongono di ricompattare le città e redistribuire almeno i servizi di base di ogni genere, recuperando quella “prossimità” favorevole non solo a spostarsi, ma anche a vivere e prolificare meglio. Non è difficile leggere queste stesse dinamiche, in scala ridotta ma in continua e incontrollata espansione, anche nella nostra amata città, L’Aquila. In quest’ottica, auspichiamo che l’invito del “Comitatus Aquilanus” non solo venga accolto e messo in pratica, ma che la programmazione urbana sia integrata, anzi, vista come unico corpo con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), pena il rischio di partire con un’impostazione già incompleta ed inefficace. Con la speranza che, un giorno, l’aggettivo “sostenibile” diventi superfluo, perché la mobilità “insostenibile” sarà stata superata, cosa possibile solo attraverso adeguati studio e programmazione, nonché consapevolezza diffusa e coraggio di cambiare." conclude FIAB L'Aquila.