Nel pomeriggio di oggi, precisamente alle 16.05 del pomeriggio, il centro Italia è tornato a tremare con una scossa della magnitudo di 4,4 nella provincia di Perugia.
L'epicentro è stato individuato nel Comune di Umbertide a pochi chilometri dal Capoluogo umbro. La scossa ha provocato agitazione nella popolazione, numerose sono state le telefonate ai Vigili del fuoco e gran parte della cittadinanza si è riversata nelle strade, ma non sono stati riscontrati danni significativi, solamente alcuni crolli legati ad edifici fatiscenti.
L'evento sismico è stato avvertito in tutto il centro Italia, in particolare nelle Marche e in Toscana. Ad essersi mossa generando la scossa è stata la stessa struttura della quale fanno parte le faglie che hanno provocato gli sciami sismici che videro colpite la città dell'Aquila nel 2009 e nel 2016 Amatrice.
Il sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco, recatosi immediatamente nella sala del Centro Operativo Nazionale dei Vigili del Fuoco al Viminale in collegamento col Comando di Perugia ha dichiarato che nell'area colpita dalla scossa di terremoto al momento non sono segnalate lesioni gravi né danni a persone. I Vigili del Fuoco stanno procedendo con la massima attenzione alle necessarie verifiche sugli edifici pubblici e privati e provveduto al sorvolo delle aree con elicottero.
A scopo precauzionale nella giornata di domani saranno chiuse le scuole nel Comune di Umbertide e saranno chiuse per precauzione anche le sedi dell'Università di Perugia.
Riportiamo quanto dichiarato dal ricercatore dell'INGV Thomas Braun a "La Repubblica":
"E' stato un terremoto importante, che solitamente si avverte entro un raggio di 100 Km. Difficile dire a distanza di così poco tempo di quale faglia si tratti, con molta probabilità è la faglia Alto Tiberina - afferma Braun - è la faglia già nota: la stessa del terremoto di Amatrice, dell'Aquila, Colfiorito e Gubbio". Una faglia molto attiva che si trova nell'Appennino. "L'appennino è come se fosse spezzato - prosegue Braun - c'è la parte nord orientale si muove verso la zona balcanica con 1 o 2 millimetri l'anno, mentre l'altra parte sta ferma. Per "accomodare" questo stress si verificano i terremoti".