Omicidio-suicidio. È questa l'ipotesi più accreditata in relazione alla morte dell’urologo aquilano Carlo Vicentini, 70 anni, da dicembre in pensione, sua moglie Carla Pasqua, 68 anni e i due figli, Massimo 42 anni, disabile, attaccato ad un respiratore e reduce da una lunga degenza all'ospedale aquilano San Salvatore e Alessandra 35 anni, trovati senza vita nell’appartamento dove vivevano a Tempera, nella zona est della città di L’Aquila. Il corpo di Alessandra sarebbe stato ritrovato sotto ad un letto, probabilmente in cerca di riparo dalla furia omicida del padre. Il corpo della moglie del medico, Carla Pasqua, sarebbe stato trovato, invece, accanto al letto del figlio Massimo. Carlo Vicentini ha ucciso la famiglia utilizzando una pistola, regolarmente denunciata. Il fatto sarebbe accaduto nella notte tra mercoledì 29 e giovedì 30 marzo. A lanciare l'allarme probabilmente un amico di famiglia che, dopo aver provato a contattare inultilmente il medico, avrebbe deciso di chiamare la questura. Una volta sul posto le volanti e gli agenti della squadra mobile della questura del capoluogo di Regione sono entrati nell'appartamento. Una volta all'interno il macabro rinvenimento: i corpi dell’intera famiglia senza vita. Sul posto oltre agli investigatori della squadra mobile della questura aquilana e la polizia scientifica. Adesso il Sostituto Procuratore della procura di L’Aquila Guido Cocco dovrà conferire nelle prossime ore l’incarico per eseguire le autopsie. Carlo Vicentini ha lasciato un biglietto scritto che spiegherebbe i motivi del folle gesto.
E' al vaglio il movente e le circostanze: non è ancora chiaro che si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato.
Nessuno dei vicini potrebbe indicare con certezza l'ora dell'omicidio suicidio. "Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso" spiega un vicino nella villetta di fronte. "Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri".
"Sono profondamente colpito e addolorato. È un dramma incommensurabile, che strazia il cuore della comunità temperese e aquilana di angoscia, turbamento e interrogativi a cui difficilmente potrà essere data risposta. Le mie preghiere e i miei pensieri sono rivolte alle vittime di questa tragedia e ai familiari che restano a piangerla. L'amministrazione è pronta a garantire tutta l'assistenza e il sostegno possibili". Lo ha detto il sindaco di L'Aquila, Pierluigi Biondi, che si è recato sul luogo della tragedia
"Una vicenda estremamente grave". Queste le parole dell'avvocato di famiglia Emilio Bafile davanti alla villa dell'Urologo Carlo Vicentini che avrebbe ucciso moglie e due figli. "Era un professionista straordinario" ricorda il legale "ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all'estremo e ha maturato questa idea". "Ci avevo parlato qualche giorno fa" dice l'avvocato, "anche in quell'occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza".