Agente di polizia in servizio al carcere di Sulmona accusato di fornire telefoni ai detenuti, arrestato due giorni fa.
Si sarebbe difeso affermando che i tre micro-cellulari avrebbe dovuto venderli ad altre persone e che gli erano rimasti in tasca per errore, quel giorno infatti era arrivato in ritardo al lavoro, addirittura dimenticando a casa, sul letto, la pistola d'ordinanza. E' quanto affermato, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Sulmona Alessandra De Marco, dall'agente di polizia penitenziaria 53enne, originario di Campobasso, in servizio nel carcere di Sulmona, arrestato due giorni fa con l'accusa di aver fornito telefoni cellulari ai detenuti.
Assistito dall'avvocato Massimo Margiotta, l'agente avrebbe detto al giudice che quando si è accorto della dimenticanza stava tornando a casa ed è stato in quel momento che è stato fermato, perquisito e arrestato dai colleghi.
Il giudice ha confermato oggi l'arresto in carcere; il legale difensore, che aveva chiesto i domiciliari, ha annunciato l'impugnazione dell'ordinanza davanti al Tribunale del Riesame. L'agente, intanto, dovrebbe essere trasferito in altra struttura detentiva. Nell'ottobre 2022 nel carcere di Sulmona furono scoperti circa venti telefoni cellulari in possesso dei detenuti. Uno di loro, colto sul fatto, aveva aggredito cinque poliziotti, mandandoli in ospedale. L'indagine è condotta dal sostituto procuratore Stefano Iafolla.