Mercoledì, 26 Aprile 2023 13:13

Si riapre il processo per stupro relativo al periodo dell'adunata degli alpini

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Dopo l'assoluzione della Corte d'Appello dell'Aquila si riapre il processo per il presunto stupro di una minore avvenuto nel 2015 all’Aquila, nel corso della adunata degli alpini. Tale disposizione  è seguita al ricorso in Cassazione presentato dal Procurtatore Carlo Paolella e dall'avvocato Simona Giannangeli in qualità di legale della ragazza, all’epoca minore, costituita parte civile e quale legale del Centro Antiviolenza dell’Aquila, ammesso anch'esso parte civile.

Il processo in questione viene da un lungo percorso all'interno del quale i due imputati coinvolti erano stati dapprima condannati in primo grado 4 anni di reclusione con l'accusa di stupro di gruppo, poi assolti dalla Corte d’Appello dell’Aquila.

 La Corte di Cassazione, nonostante la richiesta di inammissibilità dei ricorsi presentati effettuata da parte del Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di cassazione, ha accolto i ricorsi, annullando così la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello dell’Aquila e rinviando il processo a nuova udienza che verrà celebrata dinanzi alla Corte d’Appello di Perugia (competente per territorio) in data ancora da destinarsi.

La pronuncia della Corte di Cassazione di cui ancora non si conoscono le motivazioni riapre una fase processuale nella quale si torneranno ad approfondire le carte del processo.

L'avvocato Giannangeli ha riferito che "Nel corso del lungo processo si è ritenuto che la minore non fosse attendibile e quindi credibile e si è dato per scontato il consenso della stessa, per questo motivo il ricorso è fondato su motivi attinenti la valutazione, effettuata dalla Corte d’Appello dell’Aquila, della credibilità soggettiva e sulla valutazione di attendibilità della minorenne, nonché su motivi attinenti la valutazione della medesima Corte circa l’esistenza del consenso eventualmente prestato dalla stessa."

C'è inoltre da aggiungere che processi per reati del genere toccano piani di sensibilità profondi e il percorso di ricerca di individuazione di una verità processuale comporta un doloroso percorso che richiede una necessaria delicatezza.

In tutto l'arco temporale occupato dal processo la minore  ha avuto al suo fianco la presenza e il sostegno del Centro Antiviolenza dell’Aquila, il quale ha inteso riaffermare che lo stupro di una ragazza, di una donna, riguarda ognuna di noi.

Per l'avvocato la pronuncia della Corte di Cassazione cancella "una sentenza ingiusta" parole della Giannangeli "e riapre la strada per ottenere una sentenza che restituisca verità e giustizia su quanto subito dalla minore."

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Aprile 2023 14:07
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