Il personale del Comando provinciale della forestale dell'Aquila e della Sezione di Polizia Giudiziaria dello stesso Corpo, ha eseguito oggi il provvedimento di sequestro del balcone del Progetto C.A.S.E. di Cese di Preturo, crollato ieri in via Gian Maria Volontè.
Il sostituto procuratore della Repubblica Roberta D'Avolio ha disposto il sequestro del balcone e della porzione esterna della facciata dell'edificio oggetto di distacco dell'elemento crollato, al fine di procedere agli accertamenti tecnici per verificare le cause del crollo.
Il provvedimento è stato eseguito dal personale forestale con l'ausilio tecnico del Comando provinciale dei vigili del fuoco, già intervenuto per la messa in sicurezza dei luoghi.
Nei prossimi giorni proseguiranno le indagini per risalire ad eventuali responsabilità penali legate alla realizzazione della struttura crollata e all'identificazione dei soggetti coinvolti.
La tragedia si era sfiorata ieri mattina quando un balcone di uno degli appartamenti del complesso aveva ceduto, franando sul terrazzo del piano sottostante. "Solo pochi minuti prima sul balcone c'era mio padre, che era uscito per innaffiare le piante. E' successo tutto verso mezzogiorno. Abbiamo sentito un boato, sembrava il terremoto" ha dichiarato ai giornali l'inquilina dell'appartamento in cui si è verificato il cedimento, proprietaria di un noto ristorante aquilano.
"Da un primo esame - ha dichiarato il Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente recatosi sul posto - il crollo del balcone in legno è stato causato da un difetto costruttivo legato alla mancanza della guaina e quindi dell'isolamento che ha permesso infiltrazioni che hanno indebolito il legno". La famiglia al primo piano è stata sgomberata, mentre lo stesso sindaco ha firmato un'ordinanza di divieto di accesso ai balconi degli edifici del progetto Case realizzati dalla Ati Iter/Sled/Vitale - la stessa che ha costruito la palazzina di Cese di Preturo dove è avvenuto il crollo - relative alle piastre in località Arischia, Cese di Preturo, Coppito 2, Collebrincioni, Sassa Nucleo Industriale.
Non è la prima volta che le aree di edilizia pubblica costruite dal governo Berlusconi dopo il sisma mostrano gravi problemi strutturali. La notizia si è diffusa rapidamente su Facebook e Twitter ed è stata riportata anche dai quotidiani nazionali. "Oggi abbiamo la prova empirica che la paura che con un terremoto queste case potrebbero crollare è del tutto infondata: possono crollare anche senza terremoto e lo stanno facendo" è, ad esempio, il commento dell'antropologo dell'Università dell'Aquila Antonello Ciccozzi.
"Siamo non al tragicomico, ma all'iperbole del tragicomico in cui ciò che dovrebbe risolvere l'emergenza diventa un fattore che riproduce ed amplifica l'emergenza stessa" ha poi dichiarato a NewsTown l'antropologo, che vive in una delle aree del Progetto Case. "Oggi - conclude Ciccozzi - il progetto c.a.s.e. più che mai è l'emblema di un'Italia marcia e inguaribile che affonda in un'isteria rassicurazionista. L'amministrazione comunale dovrebbe far causa alla Protezione civile e allo Stato per urbicidio".