"Segnali positivi sono emersi questa mattina nella sede del consiglio Regionale durante l’incontro tra una delegazione di lavoratori delle Cooperative che operano nell’ambito dei servizi sociali della Comunità Montana 'Montagna dell’Aquila' e l’Assessora alle Politiche Sociali Marinella Sclocco. L’assessora, alla presenza del consigliere Regionale Pierpaolo Pietrucci e degli operatori - rappresentati dalla Segretaria Provinciale della Fp Cgil Rita Innocenzi - ha dichiarato la propria disponibilità ad individuare le risorse per consentire il ripristino fino al 31/12 dei livelli assistenziali".
A dirlo, il segretario comunale del Partito della Rifondazione Comunista, Goffredo Juchich che ha aggiunto: "Si è anche discusso della necessità di aprire un tavolo di confronto tra ente Regione, sindacato e centrali cooperative per segnare un percorso condiviso che dovrà entro breve termine portare alla ridefinizione degli ambiti di intervento sociale in modo da garantire un futuro certo alla rete di assistenza nel territorio montano aquilano".
Insomma, un passo in avanti importante è stato fatto. Il partito della Rifondazione Comunista aveva annunciato che, stamane, si sarebbe trovato in presidio davanti alla sede del Consiglio Regionale insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi sociali della Comunità Montana per chiedere chiarezza sul futuro e sul ripristino dei livelli minimi di assistenza per i loro utenti.
La Legge regionale 1/2013, infatti, abolisce le Comunità montane, in liquidazione da due anni: in questo periodo, la denuncia di lavoratrici e lavoratori, "si sarebbe dovuto procedere alla costituzione delle Unioni Comunali per trasferire le competenze per la gestione dei servizi sociali ad un soggetto in grado di svolgere le funzioni essenziali che sono tuttora erogate dalle comunità a oltre 200 disabili gravi, minori e anziani".
Al contrario, ad oggi, ancora non si conosce quale sarà l'ente attuatore dei servizi sul territorio della nostra montagna. E il 31 dicembre 2014 scadono le convenzioni. "Servono linee guida e d'indirizzo chiare per superare questa difficile fase di transizione - aveva sottolineato in una nota il partito della Rifondazione Comunista - tenendo conto che in questi anni i comuni montani non hanno superato le divisioni e le frammentazioni che, finora, hanno impedito la creazione di un percorso unitario per la costituzione di un'entità comprendente una vasta area e un numero sufficiente di cittadini. In questo difficilissimo contesto si inserisce il taglio operato dalla regione Abruzzo sulla cifra precedentemente preventivata in bilancio, dalla regione stessa, per il piano di zona che ha comportato la rimodulazione degli interventi nell'ambito ricadente sull'ex Comunità Amiternina, riducendo del 50% le ore di assistenza agli utenti e provocando enormi difficoltà alla popolazione disagiata e ai lavoratori che, da martedì 8 Settembre, si sono visti decurtare il già misero salario della metà (mediamente da 500/600 Euro al mese a 250/300)".
Al netto delle spese di benzina per spostarsi sul vastissimo territorio, che non sono previste come rimborso, gli operatori, di fatto, stanno sostenendo gratuitamente quello che resta della rete protezione sociale. "Bisogna urgentemente individuare le risorse economiche per non disperdere questo patrimonio di professionalità e sensibilità che negli anni si è consolidato sul territorio. In queste ore si decide il futuro di centinaia di famiglie di utenti e lavoratorari. Invitiamo quindi l'assessore Sclocco e il consiglio regionale a mettersi da subito al lavoro per dare un futuro certo ai servizi sociali della montagna aquilana".
Immediata l'apertura del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci: "L'allarme lanciato sugli organi di stampa in relazione alla trasformazione delle comunità montane verso altri organismi capaci di riassettare il territorio, senza interruzione di servizi ai cittadini e senza perdita di posti di lavoro, è stato da me immediatamente accolto. Insieme all'assessore competente, Marinella Sclocco, e alla Presidenza della Regione, siamo al lavoro per rendere rapide le procedure di trasformazione, per poter garantire almeno fino alla fine dell'anno in corso le risorse necessarie al proseguimento delle attività e per poter riprogrammare una differente ripartizione territoriale".
Dunque la promessa, mantenuta questa mattina. "Accoglieremo la delegazione dei lavoratori e dei sindacati, in Consiglio Regionale, per definire i tempi di realizzazione di un tavolo istituzionale per il riassetto del territorio con la partecipazione di regione, comuni interessati, sindacato e centrali cooperative. L'impegno servirà a scongiurare che la scadenza delle convenzioni con i servizi sociali e i piani di zona, previsti per la fine del 2014 non provochi vuoti istituzionali che depaupererebbero il territorio, creando numerosi disagi ai cittadini delle aree interne a causa di tagli e impoverimento delle buste paga di chi eroga servizi".
Oggi, il primo importante passo in avanti.