Lunedì, 27 Ottobre 2014 19:03

I "Fondi Meloni" all'Asilo Occupato e la finta partecipazione dei 'giovani'

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"Vorremmo impiegare i Fondi Meloni per l'Asilo Occupato in viale Duca degli Abruzzi", esordisce così il Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente (scrivendolo immediatamente dopo su Facebook), all'incontro "con i giovani", convocato dal Comune stesso per discutere degli ormai mitologici Fondi Meloni, le risorse ministeriali destinate alle attività giovanili e ancora non impegnati da Regione Abruzzo e Comune dell'Aquila. Sul tavolo dei "grandi", oltre a Cialente, siedono l'assessora regionale alle Politiche giovanili Marinella Sclocco e quelli comunali Emanuela Di Giovambattista e Alfredo Moroni. Sulle sedie rosse dell'Auditorium del Parco - pieno quasi a metà - alcuni giovani e giovanissimi, per la quasi totalità appartenenti ad associazioni e partiti politici della città.

L'idea è quella di discutere assieme ai giovani - la parola ha risuonato fino all'ossesso nella sala rossa dell'Auditorium - sulla destinazione dei Fondi Meloni nei lavori di ristrutturazione di quell'edificio in Viale Duca degli Abruzzi, vissuto e attraversato da chi lo ha aperto e riqualificato, da quasi quattro anni a questa parte. Lo stabile, che vanta quasi mille metri quadri calpestabili e circa 9mila metri di cubatura totale, è classificato B e sembra aver retto bene il terremoto del 2009. Anche per questo, l'amministrazione Cialente è arrivata oggi pomeriggio all'Auditorium con una proposta già apparecchiata e piuttosto chiara: utilizziamo i Fondi Meloni per ristrutturarlo e farne un centro di aggregazione giovanile. "La casa dei giovani", è stata chiamata da Di Giovambattista. Di quanti soldi parliamo? Di circa 2 milioni disponibili nei fondi, e di altri 500mila frutto di una donazione dello Spi Cigl e destinati al rifacimento del centro sociale per gli anziani che lì trovava la propria casa qualche anno fa. Di quali tempi parliamo? "Da quando si presenterà il progetto, passerà solo un anno per i lavori, perciò abbiamo scelto l'ex Asilo comunale ad altri palazzi che, personalmente, avrei preferito, come l'ex Liceo a Santa Maria di Farfa, dove però i tempi di cantierizzazione sarebbero stati molto più lunghi".

Come già citato, molti giovani presenti all'incontro sono appartenenti alle consulte giovanili e referenti di sigle giovanili (nei licei o all'università) riconducibili ai partiti politici: hanno preso parola i giovani del Partito Democratico, allo stesso modo in cui l'hanno fatto quelli di Azione Universitaria o Forza Italia. E' questa la partecipazione che intende l'amministrazione: chiamare a raccolta i giovani referenti della politica, per farli discutere sulla bozza di un progetto comunque già disegnato in premessa. Un gioco cui sta più o meno tutta la politica partitica, tanto che oggi - più che mai - è sembrato evidente l'asse tra amministrazione comunale e una certa destra smart, guidata da quel Salvatore Santangelo sul quale i rumors a una possibile futura candidatura a Sindaco dell'Aquila continuano a farsi sentire.

Risulta quantomeno singolare il fatto che, a quanto riferiscono i diretti interessati, il Comune non avrebbe avvertito i ragazzi e le ragazze dell'Asilo Occupato stesso. Non una comunicazione, né una mail, tantomeno un incontro in cui l'amministrazione comunale abbia comunicato a chi vive e svolge attività nei locali dell'ex Asilo nido comunale qual è l'idea dell'governo della città su quell'edificio.

Insomma, la partecipazione all'Aquila si fa così: l'ente arriva con un'idea progettuale grezza ma comunque apparecchiata, e i giovani la integrano, rimanendo su quel binario deciso a monte. "Ho già visto il progetto", è scappato a Marinella Sclocco, durante il suo intervento, mentre subito dopo Cialente e Moroni si affrettavano a precisare che trattasi di "una semplice bozza progettuale, uno schizzo fatto con un pomeriggio, necessario per presentare il tutto alla Regione".

Per fortuna (dipende dai punti di vista), gli occupanti dell'Asilo si sono comunque presentati all'incontro, e hanno esposto le loro ragioni: lo spazio sociale in Viale Duca degli Abruzzi è utilizzato da tanti "giovani", ogni giorno, che organizzano e promuovono e partecipano ad attività associative, culturali e ricreative. Se oggi all'Auditorium non fossero intervenuti alcuni degli occupanti, nessuno dei convenuti né del (poco) pubblico presente avrebbe parlato delle attività reali che, volente o nolente, si svolgono quotidianamente in quello spazio. 

Anche se a dir bene, però, durante l'assemblea è stata ribadita più volte - da Cialente e Di Giovambattista - la volontà di sostenere una sorta di "primato" da parte dei singoli e delle associazioni che, tra mille difficoltà e tanta determinazione, continuano a far vivere quel posto, altrimenti abbandonato alla polvere come quattro anni fa. In altre parole, "nessuno manderà via chi già è dentro l'Asilo Occupato, che ha avuto il grande merito di aver fatto qualcosa per quel luogo", come ha sottolineato l'assessora alle Politiche giovanili del Comune. E in realtà, l'idea di Cialente non si discosta molto dalle attività attualmente intraprese nello spazio di Viale Duca degli Abruzzi: "Abbiamo pensato a stanze insonorizzate per prove di gruppi musicali - ha sottolineato il Sindaco - ma anche una sala bar autogestita, un cineforum e alcuni spazi più istituzionali, come l'assessorato alle Politiche giovanili e un Informagiovani".

"All'Asilo Occupato non ci sono ectoplasmi - ha esordito uno degli occupanti - nessuno delle istituzioni comunali è venuto da noi per parlare della proposta, neanche all'assemblea pubblica organizzata proprio per questo motivo solo due giorni fa. Non rivendichiamo, naturalmente, l'esclusività dello spazio". L'occupazione e la riqualificazione dell'ex Asilo nido comunale è datata gennaio 2011: da allora centinaia le persone che lo hanno attraversato e vissuto. Decine i gruppi che hanno costruito un associazionismo diverso, sicuramente alternativo a quello che con una forzatura si può definire mainstream. E' giusto che chi si è sporcato le mani facendo delle cose all'interno e all'esterno di quello spazio debba essere ascoltato prioritariamente, prima di un incontro in cui si annuncia alla stampa e alla città che il Comune vuole costruire con metodologie di dubbia partecipazione un centro di aggregazione giovanile?

Ma come gestire l'attuale Asilo Occupato, una volta ristrutturato con i Fondi Meloni? "Si dovrebbe alimentare l'autogestione da parte delle associazioni, che dovrebbero creare una sorta di associazione temporanea di associazioni", ha evidenziato Di Giovambattista. Ma, ci chiediamo noi, i giovani sono tutti uguali?

Questa sorta di entità mitica che spesso si manda avanti per guadagnare terreno politico e di cui, altrettanto spesso, si parla a sproposito è, appunto, solo un'entità, o una multiformità di interessi, passioni, progetti e idee? Forse, continuiamo a chiederci non senza dubbi,  sorgerebbero problemi di gestione e condivisione di idee basilari tra gruppi di "giovani" diversi, che si associano volontariamente con fini e modalità, appunto, diverse?

"E' giusto che si dia spazio anche dopo a chi è già lì dentro - ha detto una studentessa in uno degli interventi che si sono susseguiti - io ho dubbi sull'autogestione, non so se sposerò il progetto, se non so da chi sarà gestito". E' proprio questo il punto: ci sono giovani che, legittimamente, aspettano che vengano loro affidati soldi e spazi, e altri che lo fanno ugualmente, per una questione, probabilmente, di esigenze reali e urgenti.

 

Ultima modifica il Martedì, 28 Ottobre 2014 23:39

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