Sabato, 01 Giugno 2013 15:05

Addio a Pino Tomei, storico gestore del "Bar del Tribunale"

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E' scomparso ieri in ospedale Giuseppe Tomei, 54 anni, conosciuto da molti in città come "Pino", storico proprietario e gestore del "Bar del Tribunale" in Piazza Palazzo a L'Aquila. Il commerciante aquilano era ricoverato in prognosi riservata da alcuni mesi, a causa di un brutto incidente sulla Mausonia a L'Aquila nella notte di Natale.

La storia di Pino è tipicamente "post-sismica". Gestore del bar in pieno centro dal 1978 - la sua famiglia l'aveva aperto addirittura agli inizi del secolo scorso - dopo il sisma era rimasto "esiliato" sulla costa adriatica, come sfollato, a causa della sua condizione personale: era single, e non aveva accesso ai requisiti per gli alloggi pubblici costruiti dopo il terremoto. In più aveva perduto il lavoro, che rappresentava una ragione di vita per lui, oltre che la sua unica fonte di reddito. Il suo ritorno a L'Aquila era stato possibile solo nel marzo del 2012.

Di seguito riportiamo la lettera integrale dei parenti di Pino Tomei, arrivata stamane in redazione. Un ricordo e un omaggio a Pino, ma anche un atto di accusa nei confronti di chi non è stato in grado di 'proteggerlo' dopo il sisma:

 

Non è giusto che una persona venga ricordata come "bella", solo quando non c'è più. Ma poche righe gliele dobbiamo. Lui ha vissuto in un bar storico della città, che era la sua vita, fino allo stramaledetto sei aprile. Lui è stato costretto per mesi lontano dalla sua città, arrangiandosi alla bene e peggio, come molti di noi. Lui, finalmente assegnatario di un alloggio presso la sua città, ha tentato vanamente di ricrearsi una vita.

Lui, infine, aveva trovato un lavoro, iniziato la mattina della vigilia di Natale.

La prospettiva futura, la tradizione dell'aperitivo al Boss, e della cena in famiglia, lo avevano reso finalmente felice dopo uno sfinente limbo di stillicidio.
Lui parlava del suo nuovo impiego, definendo il posto "un paradiso".

Dopo la cena, tornando a casa, un pickup decideva che in paradiso doveva starci in eterno, pur passando attraverso un purgatorio di mesi di sofferenze.
Lui ieri se ne è andato.

E questo sfogo è dovuto alla rabbia per la nostra situazione. Il fato regna sovrano, ma la quotidianità deve esserci garantita. Noi pretendiamo che nessuno sia privato dell'opportunità di vivere in una casa, e di avere un lavoro. A L'Aquila il terremoto persiste da quattro anni nelle nostre menti, e questo vuole essere un atto d'accusa nei confronti di chi non riesce a farcelo superare, togliendoci ciò che è un diritto innegabile di ogni uomo: libertà e dignità. Quello a cui ognuno di noi deve contribuire con le proprie forze e la propria anima è il poter parlare di queste situazioni dicendo "mai più". Insieme ce la faremo, perché saremo montanari, saremo ignoranti, ma semo tosti.

Questo vuole essere un saluto ad una persona che non era perfetta, come tutti noi, ma era una persona che merita le si auguri con tutto il cuore un buon viaggio.

 

 

Ultima modifica il Sabato, 01 Giugno 2013 15:38
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