Avviare una pratica di condivisione delle conoscenze e promuovere la cooperazione sui progetti di sviluppo e coesione che le Istituzioni, le associazioni e i singoli cittadini dell'Aquila hanno avviato, programmato o delineato. Così da rendere esplicite le sinergie tra le diverse azioni di sviluppo e consolidare l'impegno a realizzare i progetti programmati, attraverso un dibattito informato e aperto che potesse aiutare a creare il contesto più favorevole al loro successo.
E' con questo spirito che il 'Gran Sasso Science Institute' ha organizzato il primo dei Forum in programma per il 2015: "L'Aquila per il futuro. Progetti per la cultura, la scienza, la società".
Ben diciotto progetti, avviati o che verranno avviati a breve, delle Istituzioni culturali della città, dall'Accademia delle Belle Arti al Teatro Stabile d'Abruzzo, dal Conservatorio Casella al Laboratori Nazionali del Gran Sasso, e da cittadini che, ciascuno nel proprio campo e con le associazioni e le realtà di appartenenza, hanno contribuito o intendono contribuire allo sviluppo della società aquilana attraverso specifiche azioni. Il monitoraggio sulla trasparenza della ricostruzione e, in particolare delle scuole, promosso da ActionAid, i progetti di sviluppo della montagna immaginati da Gran Sasso Anno Zero, i tavoli per la mobilità sostenibile voluti da Move your City. E non solo.
A tentare una sintesi dei progetti, Fabrizio Barca che ha poi lasciato la parola alla tavola rotonda con Massimo Cialente, Luciano D'Alfonso e Paola De Micheli. "Mi aspettavo una descrizione puntuale di progetti, con un capo e una coda, con un obiettivo ben descritto ed un programma e così è stato", ha sottolineato Barca a NewsTown. "E' stata positiva, superiore alle mie aspettative, la coerenza tra le cose che ho sentito: non mi aspettavo che emergesse un filo rosso così forte, tra i progetti. Alla fine della storia, i diciotto progetti che abbiamo sentito - fossero delle grandi istituzioni della città o delle associazioni giovanili o imprenditoriali - avevano un elemento comune: conoscenza, formazione, innovazione sociale e produttiva. Elemento significativo: non cambio idea sul fatto che non siamo riusciti, come Governo, come istituzioni, a costruire quella strategia di sviluppo per la città che tante volte abbiamo cercato, ma quel ragionare evidentemente ha comunque lasciato il segno. Ho ritrovato i pezzi del ragionamento che avevamo fatto: questa è una città diversa, la diversità è nel collegamento tra arte e scienza, è nella capacità di fare leva sulla creatività e sulla innovazione. Il passo che manca è che questo sentirsi reciprocamente possa dar vita a sinergie possibili tra i progetti che abbiamo ascoltato oggi".
Un modo moderno di costruire una pianificazione urbana della città, a partire da quanto sta già avvenendo: non si parte dai contenitori, ma dai contenuti. Fabrizio Barca, e prima di lui l'aveva fatto anche Antonio Calafati, non nasconde che l'azione del governo, all'epoca del governo Monti, quando Barca era ministro della Coesione territoriale con delega alla ricostruzione, e del lavoro dell'Ocse per un futuro possibile della città, non sia stata colta nel suo tentativo, quantomeno, di immaginare una pianificazione che sapesse andare oltre la ricostruzione, delineando scenari possibili di rilancio economico e sociale.
Eppure, la spinta a quella pianificazione arriva ora dal basso, dai progetti che sono stati presentati all'Auditorium del Parco: "Questa è un pò l'Italia: il paese della diversità, della forte imprenditorialità", riconosce Barca. "Non possiamo immaginare che in Italia, per come funzionano le istituzioni, le cose vadano come in Germania, il paese di riferimento che ha in testa Antonio Calafati. In quel paese, ad un certo punto, ci si siede a tavolino, si scommette su tendenze possibili, si compiono degli atti, dopo un grande contratto sociale tra tutti i soggetti. Qui, c'è voluto il momento del ragionamento: sono sicuro abbia pesato, alcune parole chiave sono state sedimentate, poi la palla è passata però alle singole esperienze. Ovviamente, non bisogna andare per conto proprio: adesso, invece di ricominciare a pianificare dall'alto, si può provare a mettere in rete le varie esperienze progettuali".
Il tentativo voluto dal Gran Sasso Science Institute, nel primo forum organizzato a L'Aquila. Verranno altri appuntamenti, la promessa del direttore Eugenio Coccia.