Martedì, 17 Febbraio 2015 03:08

Sommersi dal cemento: tra aggressioni al territorio e cambiamenti del paesaggio

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L'Italia è una Repubblica fondata sul cemento.

Ogni giorno, nel nostro Paese, un terreno vergine di 90 ettari, corrispondente più o meno a 120 campi di calcio, si trasforma in una colata di calcestruzzo.

La cosiddetta conversione urbana marcia al ritmo di 10 mq al secondo, un trend che, se confermato, porterà, nei prossimi 20 anni, al consumo di altri 660mila ettari di territorio libero.

Il fenomeno ha toccato un punto di non ritorno e se non si interviene subito i danni saranno definitivi e irreversibili.

E' questa l'impietosa fotografia scattata dal Wwf nel rapporto 2014 "RiutilizziAmo l'Italia".

Uno studio dettagliato e approfondito su fenomeni e problematiche quali consumo del suolo, trasformazione del paesaggio, cementificazione e urbanizzazione selvaggia. Un report dove la situazione italiana è contestualizzata in un quadro che tiene conto anche delle tendenze in atto in Europa e nel resto del mondo.

Nella relazione si dà ampio conto delle ricerche condotte dall'Università dell'Aquila fin dal 2006 da un équipe di lavoro coordinata dai professori Bernardino Romano e Francesco Zullo.

Il dato che meglio sintetizza gli eventi che si sono verificati negli ultimi anni è la variazione delle parti urbanizzate confrontata con la variazione demografica, ossia il raffronto tra l'aumento della popolazione e quello dei metri cubi di cemento.

Ebbene, si legge nel report, se dal dopoguerra la popolazione italiana è cresciuta del 20% - arrivando a toccare gli odierni 60 milioni di abitanti - l'urbanizzazione si è sviluppata invece di circa quattro volte quella dell'epoca, 20 volte in più dell'aumento della popolazione. Un incremento valutabile intorno al 7,5% del territorio nazionale. Come se si sommassero le superfici regionali di Trentino Alto Adige, Basilicata e Umbria. 

Nei cinquant'anni trascorsi dall'ultimo dopoguerra, afferma sempre il dossier, hanno cambiato uso quasi 1 milione e 256mila ettari di suolo. Una conversione che ha inciso, per l'83%, sulle aree agricole. Valori tra i più alti a livello europeo.

Abruzzo. Rispetto ad altre regioni italiane, come la Lombardia, il Veneto o il Piemonte, l'Abruzzo presenta, nell'arco temporale considerato dalla ricerca, una velocità di conversione urbana (ettari di suolo urbanizzati ogni giorno) più bassa. Di contro, ha un tasso di incremento dell'urbanizzazione (in termini percentuali) tra i più alti, superiore anche a quello delle regioni citate, che però hanno una popolazione più numerosa e un'economia più vivace.

A livello regionale, è il tratto di costa adriatica l'area che ha cononosciuto ritmi di trasformazione più pronunciati.

Secondo un calcolo fatto da Legambiente, su un totale di 143 km di costa - da Martinsicuro a San Salvo - oltre la metà risulta trasformata da usi urbani o infrastrutturali.

Per la precisione, sono 91 i km di costa (il 63% del totale) "irreversibilmente modificati". Di questi 91 km, 27 risultano occupati da città ad alta densità abitativa, come l'area urbana di Montesilvano-Pescara-Francavilla.

Facendo un confronto con quella che era l'occupazione della costa nel 1988, scrive ancora Legambiente, è come se negli ultimi 25 anni fossero stati letteralmente cancellati, inghiottiti da strade, condomini, resort vista mare, 7 km di costa.

Un altro particolare messo in evidenza da Legambiente è che solo il 9% della costa abruzzese è sottoposto a tutela, con aree marine protette e riserve naturali. Il progetto più importante, la costituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina, "resta aggrovigliato in mille vicissutidini: individuato con la legge finanziaria nel 2001, non ha ancora trovato, in mancanza di un accorso degli enti locali, il decreto istitutivo".

L'Aquila. Tornando allo studio del Wwf, Romano e Zullo si soffermano ad analizzare le differenze che intercorrono tra i modelli di urbanizzazione vigenti nei vari Paesi, giungendo alla conclusione che "se in tutto il mondo si parla di sprawl, in Italia sarebbe più giusto parlare di sprinkling".

Semplificando, si può dire che nello schema dello sprawl c'è una dispersione abitativa dovuta a una crescita della città troppo rapida e disordinata, nella quale, tuttavia, un impianto, un tessuto urbano viene bene o male mantenuto; lo sprinkling, invece, sta ad indicare un'urbanizzazione del tutto incontrollata. E' un modello da cui derivano insediamenti a bassa densità residenziale, disomogenei e poveri di spazi pubblici e di servizi, caratterizzati da una commistione di funzioni rurali, residenziali, industriali e terziarie.

Né più né meno quel che è accaduto all'Aquila negli ultimi 30/40 anni.

Qui ci viene in soccorso il documento programmatorio al nuovo Piano Regolatore che verrà discusso nelle prossime settimane e che NewsTown è riuscita a leggere in anteprima.

In una tavola contenuta nel documento, c'è una tabella che certifica come tra il 1956 e il 2014 all'Aquila la popolazione residente sia aumentata di 12mila unità (un incremento tutto sommato contenuto), passando dai 54mila ai 66mila abitanti, mentre, nello stesso arco di tempo, la superficie urbanizzata sia cresciuta dai 420 ai 3mila 685 ettari e il numero di edifici costruiti sia balzato dai 5mila 304 ai 22mila 889.

Numeri ai quali bisogna aggiungere gli oltre 4mila alloggi del progetto Case e i quasi 2mila map costruiti nell'immediata emergenza.

Da questo punto di vista, dunque, il post terremoto ha solo accentuato un fenomeno già in atto. Per toccare con mano quanto sia stata selvaggia la corsa al mattone all'Aquila non è necessario andare a Paganica 2 o Coppito 3. Basta guardare Pettino. Villette, palazzi e condomini cresciuti intorno al nulla, tra prati spelacchiati e spiazzi di ghiaia, costruiti per di più a ridosso di una faglia attiva. Un quartiere con strutture sociali inesistenti, senza un punto di incontro, dove le strade sono state dimenticate e per muoversi si è costretti a percorrere vecchie vie poderali asfaltate e perennemente dissestate, che si incrociano, si perdono e portano al nulla.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Febbraio 2015 08:47

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