Giovedì, 19 Febbraio 2015 10:47

"Lusi cacciato illegittimamente", Partito Democratico condannato

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Scoppia il caso sulla vicenda politica dell'ex senatore abruzzese Luigi Lusi. Secondo i giudici del Tribunale di Roma l'ex parlamentare non andava espulso dal Partito Democratico. La vicenda si conclude dopo tre anni dalla contesa tra l'ex tesoriere della Margherita e il Pd.

Dopo la nota vicenda giudiziaria riguardante i fondi della Margherita e la conseguente espulsione dal Pd di Lusi, quest'ultimo si era infatti appellato e il tribunale di Roma ora ha condannato il partito. Era il 6 febbraio 2012 quando, a soli sei giorni dall'esplosione dello scandalo per i rimborsi elettorali che coinvolse lo stesso Lusi accusato di essersi appropriato indebitamente di 13 milioni di euro dalle casse della Margherita, i garanti, presieduti da Luigi Berlinguer, decisero di mettere alla porta il senatore marsicano.

Per Berlinguer, Lusi era "incompatibile con il Pd per fatti molto gravi che hanno causato un grave danno al partito" e per questo doveva essere cacciato. L'ex tesoriere della Margherita, però, non mandò giù il fatto e, dal momento che i garanti non vollero neanche ascoltarlo, decise di rivolgersi direttamente all'autorità giudiziaria. L'iter legale proseguì, e nel frattempo Lusi finì in prigione, fino a qualche giorno fa, quando il tribunale ha messo la parola fine a questa vicenda annullando la delibera di espulsione adottata il 6 febbraio 2012 dalla commissione nazionale di garanzia del Partito democratico e condannando lo stesso partito a rimborsare a Lusi la metà delle spese legali.

Il tribunale di Roma, presieduto dal giudice Stefano Cardinali, analizzando la vicenda, ha dato ragione a Lusi precisando che: "Il provvedimento deve considerarsi illegittimo per non essere stato preceduto da alcuna contestazione in ordine agli addebiti sui quali l'irrogazione della sanzione si fondava. Premesso che deve ritenersi necessaria la preventiva contestazione degli addebiti all'interessato". In realtà non ci fu mai nessuna possibilità di replica per lo stesso Lusi e per questo secondo il giudice Cardinali "non puo' non rilevarsi che il Pd, nonostante ne avesse l'onere, non ha fornito alcuna prova di aver comunicato al Lusi l'intenzione di adottare il provvedimento di esclusione e gli addebiti posti a fondamento di tale volontà".

Quindi per il tribunale di Roma l'esclusione del senatore di Capistrello dal Pd che tanto fece discutere non solo tra gli ambienti romani ma anche in Abruzzo dove Lusi faceva attivamente politica: "Ne discende che l'esclusione dal partito, comminata senza la preventiva contestazione degli addebiti e senza consentire all'interessato alcuna possibilita' di interloquire al riguardo deve considerarsi in contrasto con i principi costituzionali che tutelano la liberta' di associazione e il metodo democratico cui devono ispirarsi le associazioni partitiche che concorrono a determinare la politica nazionale, con conseguente invalidita' della delibera di espulsione oggetto della presente impugnazione che, pertanto, deve essere annullata".

Una piccola vittoria per il senatore che attualmente ha ripreso la sua professione di avvocato e continua la battaglia giudiziaria anche contro la Margherita.

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