L'avevamo già scritto, raccontando della firma del titolare ad interim dell'Ufficio Speciale, Carlo Pirozzolo, sul rinnovo di 26 contratti, durata un mese comunque rinnovabili, per i lavoratori di Abruzzo Engineering impiegati all'Usra.
Ora, è arrivata la conferma. Regione Abruzzo, per volontà del presidente Luciano D'Alfonso, intende trasformare AE in società completamente pubblica. Si cambia strada insomma, rispetto alle volontà del presidente uscente, Gianni Chiodi, che aveva deciso per la liquidazione della società, nel dicembre 2010.
D'Alfonso, affidando la questione al vice Giovanni Lolli, aveva fatto chiaramente intendere di voler revocare lo stato di liquidazione. E il primo passo è stato mosso: con delibera numero 122, del 17 febbraio scorso, la Giunta Regionale ha inteso assumere "le iniziative conoscitive per valutare di rilevare la quota di capitale sociale posseduta da Selex Se.Ma".
In altre parole, la Regione - che detiene il 60% delle quote di capitale - sta provando ad acquisire il 30% di proprietà della Selex, gruppo Finmeccanica, arrivando così al 90%. In attesa di capire, si intende, cosa ne sarà del 10% di proprietà della Provincia dell'Aquila che, come noto, per volontà del presidente Antonio Del Corvo, intende svincolarsi dalla proprietà di Abruzzo Engineering.
Una operazione che risolverebbe, una volta per tutte, il contenzioso con Selex che, nel novembre 2012, aveva citato in giudizio l'amministrazione con una richiesta risarcitoria pari a 29milioni di euro per inadempienza del piano industriale. Una operazione che potrebbe salvare Abruzzo Engineering: così, la società sarebbe finalmente riconosciuta come 'in house' e potrebbe acquisire commesse con affidamenti diretti, senza bandi, dall'ente azionista di maggioranza. Regione Abruzzo, appunto.
Si risolverebbe, insomma, l'impasse dovuta alla decisione dell'Unione Europea che, nel luglio 2012, per la natura pubblico-privata di AE, non aveva riconosciuto la società come 'in house'.
La Giunta guidata da Luciano D'Alfonso intende acquisire il 30% delle quote per affidare ad Abruzzo Engineering commesse "relative a progetti di informatizzazione dei servizi territoriali e ambientali, creando un’interconnessione di informazioni e dati che possano salvaguardare l’ambiente nella sua interezza e valorizzare l’economia locale con immediati benefìci in termini di conoscenza del territorio".
Ritrovando insomma lo spirito iniziale della società, nata nel 2006 sulle ceneri di Collabora spa allo scopo di abbattere il "digital divide" nelle zone interne dell'Abruzzo, per volontà dell'allora presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, in accordo con Pierfrancesco Guarguaglini, allora presidente di Finmeccanica, e Stefania Pezzopane, oggi senatrice del Pd e all'epoca presidente della Provincia.
Non sarà facile. Si tratta infatti di una vera e propria corsa contro il tempo. C'è una scadenza che pende sulla società, come una spada di Damocle: il 31 maggio 2015, non potrà più essere rinnovata la cassa integrazione a zero ore per i sessanta lavoratori che non sono stati occupati per la ricostruzione e che sono a casa, ininterrottamente, da più di 48 mesi. Per loro, potrebbero aprirsi le voragini della mobilità e della disoccupazione.
In ballo c'è anche il destino dei 26 dipendenti assorbiti dall'Usra e degli altri 84 che, fino al 23 dicembre scorso, hanno prestato servizio in Comune, in Provincia, all'Usra, svolgendo funzioni importanti nella macchina amministrativa della ricostruzione e che sono tornati, poi, in cassa integrazione.