Mercoledì, 17 Giugno 2015 17:34

Utenze Case e Map, moroso oltre il 30% degli assegnatari. Buco da 6 mln

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Nessun passo indietro.

Alla vigilia di un Consiglio comunale che si preannuncia infuocato, non tanto per l'ordine del giorno alla discussione dell'assise, piuttosto per l'annunciata manifestazione di protesta di alcuni cittadini residenti nei progetti Case e Map contro le "bollette care", i "servizi inesistenti" e il "pagamento delle utenze a metro quadrato", il sindaco Massimo Cialente ha convocato in tutta fretta una conferenza stampa per "rendere noto agli aquilani come si stanno comportando gli assegnatari in merito al pagamento delle utenze" e per ribadire che l'amministrazione ha intenzione di andare fino in fondo.

Significherà l'avvio degli sfratti per i morosi.

Il Comune dell'Aquila, fino ad ora, e dal 2010, ha accumulato un debito di 6milioni e 64mila euro con i fornitori a fronte di una spesa complessiva di 15milioni e 584mila euro. Vuol dire che soltanto il 61.09% dell'emesso è stato finora versato dagli assegnatari di alloggi Case e Map. "Chi non paga, sarà costretto a lasciare l'alloggio", ha incalzato Cialente. "E' ora di farla finita. Non capisco contro chi e contro che cosa intendono protestare i cittadini residenti. I numeri sono eloquenti, e parlano chiaro. Piuttosto, la protesta mi sembra cavalcata e strumentalizzata da un centrodestra cittadino assolutamente irresponsabile e immaturo, a testimonianza del fatto che non hanno interlocutori politici a livello nazionale capaci di consigliarli".

Ma andiamo con ordine.

In conferenza stampa, Massimo Cialente - accanto a lui il direttore del Sed, Adolfo Paravano, e i dirigenti Enrica De Paulis e Domenico de Nardis - presenta i dati aggiornati sullo stato dei pagamenti delle utenze.

Ebbene, nel triennio 2010/2013, con i consumi calcolati con lettura individuale, o meglio con il consumo individuale preso a valore per la ripartizione delle utenze piastra per piastra, innanzi ad un debito di 11milioni e 713mila euro, a seguito della rateizzazione il totale versato è stato di 7milioni e 786mila euro. Scaduta l'ultima rata, insomma, il versato è stato pari al 67.45%, con un tasso di morosità del 33.55%. Debito residuo: 3milioni e 927mila euro.

Con il nuovo calcolo dei consumi, dovuto alla difficoltà di lettura dei contatori - e Cialente non ha mancato di accennare velatamente a veri e propri 'sabotaggi' - nel 2014 si è deciso di inviare un primo acconto pari al 73.28% dei consumi totali riferibili all'anno precedente, ripartiti sulla base dei consumi individuali riferibili alle letture passate, purché i consumi non eccedessero il consumo medio della piastra. Ebbene, su un totale di 3milioni e 110mila euro richiesti, sono stati versati 1milione e 607mila euro, il 51.68% del dovuto. Alla fine di giugno, scade l'ultima rata della rateizzazione proposta agli assegnatari: difficile credere che la percentuale del versato superi il 53 - 54%. Altro buco, pari a 1milione e 502mila euro.

Infine, è stato inviato l'acconto sul primo bimestre dell'anno in corso, con un metodo ancora nuovo che ha scatenato le proteste degli assegnatari: infatti, le utenze sono state calcolate secondo i metri quadri dell'alloggio assegnato e non ad effettivo consumo. E' ancora presto per trarre delle conclusioni, visto che le bollette sono state recapite ad inizio del mese di giugno, poco più di due settimane fa: ad oggi, però, il dato è assolutamente allarmante. Su un totale consumato di 633mila euro, sono stati versati 126mila euro, il 16.6%.

Come detto, il totale del debito accumulato con i fornitori dal Comune dell'Aquila è pari a poco più di 6milioni. "Soldi che andranno pagati dagli assegnatari, fino all'ultimo centesimo e compresi di interessi", la sfida di Cialente. "Andremo fino in fondo, aggredendo le disponibilità personali dei morosi. Non è giusto che gli aquilani debbano accolarsi i costi dei mancati pagamenti di alcuni nuclei familiari che hanno deciso, per ragioni ideologiche, di non versare quanto dovuto".

L'elenco dei morosi verrà dunque inviato alla Prefettura e alla Corte dei Conti. Non solo: si procederà con gli sfratti. Anche perché - ha inteso sottolineare la dirigente Enrica De Paulis - stiamo parlando di nuclei familiari che, per la stragrande maggioranza, hanno la possibilità di pagare il dovuto. Discorso diverso, insomma, rispetto ai nuclei che non stanno versando quanto richiesto come canone d'affitto: "In quei casi, parliamo di famiglie che per lo più erano in affitto alla data del sisma, e dunque ci sono casi di indigenza conclamata. Per quel che riguarda il mancato pagamento delle utenze, invece, i morosi potrebbero tranquillamente pagare. Vorrei ribadire che tra i nuclei che non stanno versando quanto richiesto per le utenze ci sono pochissimi stranieri e che, più in generale, c'è una maggiore dignità nelle famiglie più in difficoltà rispetto a nuclei che, invece, pur avendo la possibilità di rispettare le scadenze, hanno deciso di non pagare per ragioni ideologiche".

Dunque, si procederà immediatamente all'invio alle famiglie morose dei solleciti di pagamento per passare, poi, alla ingiunzione e, infine, allo sfratto. E si partirà con i morosi totali degli insediamenti di Sant'Antonio e Gignano. Con la promessa che i mancati introiti saranno totalmente recuperati, arrivando finanche alla trattenuta dei fondi deputati alla ricostruzione delle abitazioni, laddove possibile, "e non c'è alcun impedimento nelle norme vigenti", ha tenuto a ribadire il dirigente dell'avvocatura Domenico de Nardis, e delle somme destinate al rimborso dei traslochi, qualora spettino a famiglie in ritardo con i pagamenti.

Intanto, a metà luglio ci saranno i primi sfratti di 54 nuclei familiari morosi al 100% per quel che riguarda i pagamenti dei canoni d'affitto e, a giorni, partiranno le ingiunzioni di pagamento per altre 471 famiglie morose per oltre il 40%.

Nel corso della conferenza stampa, Cialente ha inteso rispondere - di nuovo - agli assegnatari che hanno deciso di non pagare le utenze contestando il calcolo a metro quadro e che si ritroveranno domani pomeriggio, innanzi al Consiglio comunale. "Anche in questo caso, i numeri parlano chiaro. Le 1527 famiglie che abitano il primo piano delle piastre nei 19 insediamenti, in media, pagano il 44% sul totale delle utenze, a differenza delle 1456 famiglie che, al primo piano, versano il 28.1% e delle 1466 che, all'ultimo piano, sono chiamate a corrispondere il 27.8%. Non è affatto anticostituzionale pagare secondo i millesimali", ha ribadito Cialente. "Anzi, in gran parte dei condomini italiani si paga così. Per l'amministrazione, è impossibile fare diversamente visto il mancato funzionamento dei contatori. Inoltre, abbiamo inteso ristabilire un pò di giustizia: non è possibile che chi abita al primo piano debba scaldare tutta la piastra. A partire dal 2017, con la coibentazione dei primi piani e con l'istallazione di contatori digitali, le utenze verranno calcolate sui consumi individuali. Fino ad allora, però, si pagherà a metro quadro, e finanche il Tar ha riconosciuto la giustezza della scelta. E chi crede di essere vittima di vessazioni, può tranquillamente iniziare a cercarsi un altro alloggio".

Il sindaco dell'Aquila non ha mancato altri affondi: "A sei anni dal sisma, tutti si devono organizzare: non si può sperare in eterno nel sostegno del Governo. Anche perché, L'Aquila è tra le città italiane con i maggiori depositi bancari. Non solo. Ci sono cittadini che, nella disgrazia, si ritroveranno la casa ricostruita ex novo, antisismica e nuovissima, con maggiore valore di mercato rispetto al passato. Altri, invece, che hanno avuto una abitazione classificata B o C, sono rientrati subito, hanno ricominciato a pagare le utenze, e si ritrovano con una casa che ha minore valore di mercato. E' arrivato il momento di fare giustizia fra gli aquilani. Come amministrazione, abbiamo la coscienza a posto: a coloro che sono in difficoltà abbiamo concesso la rateizzazione, a coloro che hanno redditi bassi abbiamo richiesto compensi persino minori che nelle abitazioni di edilizia popolare. Più di così, non possiamo fare".

"Dopo la tragedia che abbiamo vissuto, vedo l'acuirsi dei peggiori istinti di egoismo e individualismo", ha concluso Cialente. "Così, non si ricostruisce la città. Manca completamente il senso civico".

Ultima modifica il Giovedì, 18 Giugno 2015 22:56

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