Un gassificatore che trasforma massa legnosa vergine e sottoprodotti dell'industria agroalimentare in gas di sintesi, Syngas, per alimentare un motore a scoppio che produrrà energia elettrica, 200-300 kWel, acceso 24 ore al giorno ad alte temperature - fino a 900° C - e con dei catalizzatori.
Un impianto fortemente impattante: infatti, per poter utilizzare il Syngas, è necessario purificarlo dalle impurità e dalle polveri con procedure di filtraggio particolari, oltre a raffreddarlo con procedimenti che utilizzano quantità di acqua, con una notevole dispersione nell’ambiente dell’energia termica prodotta, solo parzialmente utilizzata per l’essiccazione del cippato.
La richiesta per la realizzazione del gassificatore è stata presentata al Comune di Ortona dei Marsi, in frazione Carrito, e, fino ad ora, tenuta segreta alla popolazione.
La denuncia è del WWF Abruzzo Montano che ha presentato osservazioni tecniche e amministrative avverso un impianto che, tra la varie carenze progettuali, "non specifica la provenienza dell’approvvigionamento delle fonti energetiche ma che, innegabilmente, causerà un incremento di traffico di automezzi" per trasportare 6 tonnellate al giorno di legna e sottoprodotti agroalimentari, lungo la tortuosa e, a detta del sindaco di Ortona dei Marsi, "pericolosa e trascurata" strada provinciale 17, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Una vicenda che ricorda da vicino il procedimento istruito dalla Futuris aquilana per la realizzazione di una Centrale a biomasse, in località Monticchio, a L'Aquila.
"La realizzazione del gassificatore - incalza il Wwf - porterebbe ad un peggioramento delle emissioni in atmosfera, per l’aumento del traffico pesante e per lo scarico dei motori elettrogeni. Tra l'altro, il progetto non contempla nuovi posti di lavoro nè benefici economici compensativi per la popolazione di Ortona dei Marsi; non prevede spegnimenti di caldaie pubbliche e/o private, per bilanciare il saldo delle diffusioni dei fumi o per un risparmio della bolletta energetica locale".
Non si tratta di essere contrari alle energie rinnovabili, "anzi - spiega il WWF - ne sosteniamo e ne promuoviamo l’utilizzo per progetti ad elevato rendimento energetico ed ecocompatibili, come l’impianto inaugurato a Maggio 2015 nel Comune di Collelongo, cofinanziato dall’Unione Europea e dai Programmi di Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo". Piuttosto, è la localizzazione dell'impianto a generare più di qualche dubbio, all’ingresso del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in un Comune con modesto territorio boschivo per di più impoverito da devastanti incendi, ma con una pregiata e premiata produzione locale di mele e miele, orgogliosamente esibita nella mostra mercato di "Melonia".
"Con una filiera corta bosco-legna-energia ed una efficace manutenzione, l’impianto di Collelongo produrrà esclusivamente energia termica per riscaldare l’edificio scolastico comunale, utilizzando solo legna vergine proveniente dalla manutenzione dei boschi del territorio comunale, con una cura e difesa a prevenzione dagli incendi senza incremento di traffico", sottolineano gli ambientalisti. "Impiegherà manodopera locale con una ricaduta occupazionale e con un risparmio della bolletta energetica per le casse comunali per lo spegnimento delle caldaie a gas. Un vantaggio economico per l’intera collettività, la qualità dell’ambiente, per la biodiversità e per un Abruzzo, veramente Regione Verde d’Europa".
Evidentemente, non accadrebbe a Ortona dei Marsi. Insomma, neanche il tempo di festeggiare per la sospensione della centrale Powercrop, e la Marsica si ritrova a fronteggiare l'ennesimo progetto che potrebbe mettere a rischio il territorio, le ricchezze ambientali ed agricole.