Su un milione 584 mila euro di fondi stanziati dall'Unione europea, i contributi per l'Abruzzo indebitamente percepiti o richiesti sono stati di 550 mila euro.
Lo hanno accertato le indagini svolte in regione dai vari reparti della Guardia di Finanza che oggi ha celebrato a L'Aquila il 241esimo anniversario della fondazione.
Quarantaré gli interventi eseguiti nei primi 5 mesi dell'anno culminati con 14 denunce. Più cospicue le frodi scoperte nella richiesta di incentivi nazionali che ammontano, i totale, a 18 milioni e 357 mila euro.
Diciotto gli interventi eseguiti e 37 le denunce. Si va ancora più su se si fa riferimento agli appalti pubblici dove al valore di quelli controllati, che ammonta a oltre 45 milioni di euro, secondo le indagini delle Fiamme Gialle sono stati più di 41 milioni quelli assegnati in maniera irregolare.
In questo contesto, su 8 interventi eseguiti, le denunce sono state 8. Gli interventi eseguiti per presunti reati contro la pubblica amministrazione sono stati 26 che hanno portato gli investigatori alla denuncia di 91 persone mentre una è finita in stato di arresto.
"L'azione dei finanzieri dei Reparti abruzzesi nel segmento della 'spesa pubblica', coerentemente con gli obiettivi fissati dall'Autorita' di Governo con i processi di spending rewiew - ha spiegato il generale Flavio Aniello, comandante regionale del Corpo - è stata finalizzata ad evitare che le risorse pubbliche venissero percepite in maniera truffaldina da soggetti non aventi diritto, sulla scorta di una falsa rappresentazione delle condizioni richieste, a danno delle politiche di sostegno alle imprese e alle famiglie, maggiormente colpite dal protrarsi della grave crisi economica e dalla recessione internazionale".
"I reparti hanno costantemente controllato che i soggetti percipienti gli incentivi per attività produttive fossero effettivamente in possesso dei requisiti previsti per l'assegnazione delle provvidenze pubbliche, con contestuale verifica della genuinità della documentazione a sostegno degli stessi, abbinando alle tradizionali investigazioni di polizia giudiziaria, proficui ed incisivi approfondimenti documentali e contabili, caratteristica qualificante dell'azione operativa della Guardia di Finanza. Inoltre, hanno vigilato sull'efficiente e corretta gestione della spesa sanitaria, anche appurando la veridicità dei documenti giustificativi delle spese mediche e contrastando ogni forma di spreco, inefficienza, abuso e distrazione di somme per interessi privati".
"Marcata anche l'azione a tutela dei cittadini veramente bisognevoli di tutela sociale, svolta mediante l'approfondimento delle reali condizioni di reddito dei richiedenti l'accesso alle cosiddette 'prestazioni sociali agevolate', rispetto a quanto da essi esposto nelle apposite autocertificazioni".
"L'operato delle Fiamme Gialle - ha aggiunto il Comandante nel corso del suo intervento di stamane - ha consentito da un lato il recupero delle risorse già percepite mediante l'adozione di adeguate misure di aggressione patrimoniali, ove possibile, e dall'altro di assicurare l'immediata cessazione di indebite erogazioni, così determinando risparmi per il futuro, a vantaggio di coloro che hanno effettivo titolo a percepirle".
"Per citarne alcuni dei più rilevanti, il delicato settore ha visto i finanzieri di stanza a L'Aquila particolarmente impegnati nella prevenzione e repressione di illeciti connessi alla ricostruzione post-sisma".
"Turbata libertà degli incanti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d'ufficio, reiterate falsità ideologiche commesse anche da Pubblici Ufficiali, sono le principali violazioni di natura penale cristallizzate dagli uomini del Nucleo Polizia Tributaria L'Aquila al termine di complesse indagini, delegate dalla locale autorità giudiziaria, riguardanti la ricostruzione della caserma "Pasquale Campomizzi".
In questo caso le Fiamme Gialle, nel mese di gennaio scorso hanno sottoposto a sequestro beni per oltre 2,5 milioni nella disponibilità di noti imprenditori edili.
Indebita percezione di finanziamenti pubblici in danno dello Stato ed abuso d'ufficio, i principali reati accertati dai finanzieri della Compagnia L'Aquila per la vicenda della ricostruzione del complesso immobiliare "ex ST. Andrews" di Campotosto.
Nel mese di novembre dello scorso anno era stato accertato che l'immobile in questione era già inagibile e fatiscente prima del terremoto, ma gli indagati - in tutto 13 - con artifizi vari erano riusciti a far ottenere, illegittimamente, alla proprietà cospicui contributi pubblici, grazie alla compiacenza di tecnici, pubblici amministratori e funzionari del Comune.
A riprova della concretezza dell'azione del Corpo - ha quindi aggiunto Aniello - i militari nel mese di febbraio scorso hanno sequestrato ulteriori beni di proprietà degli indagati per un valore di oltre 850 mila euro, quantificando in circa 2,4 milioni l'indebita percezione in danno dello Stato, e di conseguenza, del cittadino onesto.
Scalpore ha destato l'arresto, lo scorso mese, del titolare di una società di riscossione tributi, da parte dei finanzieri della Tenenza di Popoli.
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito di accertare che questi, ed il suo predecessore, dal 2008 al 2014, hanno trattenuto, per fini personali - acquisto di beni di lusso, viaggi all'estero e soggiorni in villaggi turistici - oltre 400 mila euro di somme destinate alle casse degli Enti locali, impedendone cosi' il naturale reimpiego nel miglioramento di servizi per la collettività".
Sisma L'Aquila: "Rischio malavita nella ricostruzione c'è"
Nella ricostruzione del post terremoto aquilano "il rischio di infiltrazioni malavitose c'è. Il clan dei Casalesi, ad esempio, ha fiutato l'affare delle provvidenze pubbliche" ma come dimostrano indagati e arresti "il nostro lavoro di contrasto a queste forme di illecito dà i suoi frutti".
A dirlo è stato sempre il generale Aniello.
"La mala gestio - ha osservato il Generale riferendosi agli appalti nel cosiddetto 'cratere sismico' - esiste dove ci sono fondi statali che, ancorché arrivino centellinati, fanno gola a chi non ha scrupoli nel violare la legge. E a volte - ha aggiunto il Comandante della Finanza - registriamo anhe il coinvolgimento di amministrazioni pubbliche tramite fenomeni concussivi o corruttivi. Ecco perché siamo particolarmente attenti, ovviamente non da oggi, alle problematiche della ricostruzione post sisma".
Il generale Aniello ha quindi affermato che "la spesa pubblica deve essere gestita correttamente, per questo svolgiamo una intensa attività di controllo su come vengono spesi i soldi pubblici".
Nel tracciare il bilancio dell'attività operativa delle Fiamme Gialle in Regione nel corso dei primi 5 mesi del 2015, il comandante della Guardia di finanza ha parlato di un "trend positivo che conferma il buon lavoro svolto nel corso del 2014".
Gli obiettivi strategici che persegue il Corpo sono stati, in particolare, il contrasto dell'evasione (soprattutto quella di massa) e dell'elusione fiscale (soprattutto quella interpretativa e con carattere di transnazionalità); la tutela della fiscalità dei giochi e del corretto esercizio del gioco amministrato, legale, consapevole e responsabile; il contrasto delle frodi nel settore delle accise a difesa dell'erario, ma anche degli utenti finali; il contrasto delle frodi nel settore della spesa pubblica, in tutte le sue numerose declinazioni (incentivi, previdenza, assistenza, appalti, corruzione), per il recupero di risorse economiche da destinare al rilancio dell'economia; il contrasto della criminalità economica e finanziaria, per sottrarre la disponibilità dei beni che costituiscono il profitto, il prezzo o il prodotto di reati precedentemente commessi; la tutela dei prodotti destinati al consumo, troppo spesso alterati o contraffatti nei segni distintivi; il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, in mare e sulle montagne.
"Illeciti - ha affermato il generale Aniello - affrontati con capacità trasversali proprie del Corpo, unico Organo di polizia giudiziaria con competenze amministrative specialistiche in campo tributario. Un'azione essenziale - ha aggiunto nel suo discorso - che consente di arginare la diffusione dell'illegalità e dell'abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese e dei professionisti che operano in osservanza delle leggi e le cui prospettive di crescita sono compromesse da chi svolge attività illecite e 'in nero'".
Scoperti in 5 mesi 94 "lavoratori in nero"
La Guardia di Finanza ha posto particolare attenzione anche nel contrasto al cosiddetto "lavoro nero", "fenomeno oltremodo insidioso in ragione della connessione, il più delle volte, con altre forme di illegalità quali lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina e le frodi in danno dell'I.N.P.S., e dei danni che arreca alle aziende oneste che - ha detto il il Comandante - si trovano a dover competere con imprese 'infedeli', che, forti di manodopera sottopagata e non denunciata, riescono ad offrire al mercato servizi e prodotti a prezzi altamente concorrenziali, in spregio anche dei lavoratori stessi che si trovano ad essere sfruttati, senza certezze sulla stabilità del rapporto d'impiego e senza alcuna tutela dei propri elementari diritti, altrimenti garantiti, quali ad esempio il diritto alla salute ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro".
In particolare, nei primi mesi dell'anno in corso sono stati scoperti 94 "lavoratori in nero", un lavoratore irregolare mentre sono stati 45 i datori di lavoro che hanno utilizzato manodopera irregolare e in nero'.
I risultati conseguiti nel contrasto all'evasione fiscale e al sommerso parlano di 252 verifiche, 433 controlli fiscali, 2.292 controlli strumentali e su strada.
Per reati tributari le denunce sono state 144 e i sequestri patrimoniali collegati a questo tipo di reato sfiorano i 19 milioni di euro. Gli evasorri cosiddetti totali scoperti sono stati 76, 15 i paratotali.