Avevano tentato di estorcere denaro, ricattandoli, all'ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e alla senatrice del Pd Stefania Pezzopane, facendo credere loro di essere in possesso di foto e video "compromettenti".
Per questo la Direzione distrettuale antimafia dell'Aquila (procuratore capo, Fausto Cardella e sostituto Antonietta Picardi) ha chiuso le indagini preliminari (portate avanti dalla Digos) nei confronti di quattro persone: Gianfranco Marrocchi, 60 anni, di Pescara, residente a Lucoli; Giovanni Volpe, 59 anni, di Battipaglia; Raimondo Onesta, 40 anni, di Roma, residente a Pratola Peligna; e infine Marco Minnucci, 29 anni, di Fermo, residente a Porto San Giorgio.
I quattro sono indagati in concorso per il reato di estorsione.
A darne notizia è il quotidiano Il Messaggero.
I ricattatori, scrive Marcello Ianni, "tampinavano Chiodi affermando di avere la disponibilità di foto personali e la disponibilità economica per la produzione di un film hard sulla sua scappatella extraconiugale con la consigliera regionale di Parità, Letizia Marinelli e per questo volevano indurre Chiodi a versare somme di denaro per avere il suo silenzio".
"Onesta in particolare" continua l'articolo "avrebbe sollecitato Chiodi a prendere contatti con Marrocchi e Volpe che nel frattempo avevano pubblicizzato l'intenzione di realizzare il film (chiedendo anche alla Marinelli di partecipare quale co-protagonista, anche se lei ha preso le
distanze in un secondo momento quando si è resa conto dell'attività truffaldina del terzetto) che sarebbe dovuto uscire nel mese di maggio 2014, a ridosso del voto regionale nel quale Chiodi era candidato a Presidente".
"Il clan" scrive sempre il Messaggero "aveva fatto presente a Chiodi di essere in possesso di materiale piuttosto imbarazzante: una foto in cui Chiodi veniva ritratto fuori dal palazzo della Regione mentre salutava con un bacio sulla guancia Sabrina Bocchino di Vasto (candidata anche lei a consigliere regionale), oltre a presunte informazioni su distrazioni dal bilancio regionale di fondi destanati alle Pari Opportunità, e sulla presenza dello stesso Chiodi in una villa sulla Via Cassia". Ricatti a seguito dei quali, precisa il quotidiano, Chiodi decise subito di andare alla Digos.
"Secondo l'accusa" racconta ancora Il Messaggero "il film avrebbe avuto un costo di circa 35 mila euro, somma avrebbe dovuto pagare l'allora governatore proprio per bloccare nel periodo elettorale l'uscita del materiale che avrebbe potuto offuscare la propria immagine".
"Minnucci e Marrocchi sono accusati di aver prospettato e fatto pubblicare su un quotidiano nazionale, una foto modificata raffigurante la senatrice Pezzopane con il compagno Simone Coccia Colaiuda in una vasca idromassaggio insieme a un secondo uomo, un ex pregiudicato. Marrocchi avrebbe chiesto alla Pezzopane un finanziamento per un progetto sul sociale, assicurandole di impedire la diffusione di ulte riori articoli denigratori garantendo di poter intervenire su Minnucci. Il quale a sua volta, nel frattempo scriveva articoli su siti on line e Facebook accennando a ulteriori (ma falsi) particolari piccanti. Anche in questo caso la Pezzopane non ha perso tempo nel denunciare l'estorsione agli organi di polizia che hanno chiuso il cerchio".