Martedì, 14 Luglio 2015 17:23

Abruzzo, legge 'Ammazza fiumi' rispedita al vaglio della Commissione

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di Cristiano Pitari - "La discussione sul Progetto di Legge Regionale n.72/2015, recante "Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua" è stata giustamente riportata al vaglio della competente Commissione consiliare".

Ad annunciarlo è stato, qualche minuto fa, l'assessore all'ambiente Mario Mazzocca. "In tale sede si procederà alla effettuazione delle opportune audizioni", ha aggiunto. "Inoltre, come Assessore all'Ambiente, mi sono impegnato ad alimentare il processo consultivo attraverso un ulteriore lavoro di approfondimento con tutti i portatori di interesse generale, a partire dalle associazioni storicamente attive sul fronte della sostenibilità ambientale".

A infiammare la polemica sulle norme di gestione dei corsi d'acqua era stato Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista. Acerbo aveva sottolineato in una nota che la legge - definita 'ammazza fiumi' - andava assolutamente fermata: "Ha un impatto devastante e rappresenta l'ennesima brutta pagina della storia di aggressione e pessima gestione dei fiumi da parte della politica regionale."

Anche WWF, Legambiente, Lipu, Italia Nostra e H2O hanno invitato il consiglio regionale a rimandare la discussione sulla proposta di legge per (ri)aprire un dialogo con il mondo scientifico. "Se i consiglieri regionali non vogliono ascoltare le ragioni dell'ambiente, ascoltino almeno quelle dell'economia", hanno aggiunto le associazioni ambientaliste, sottolineando come "molti tratti dei fiumi siano inclusi nella rete di aree di grande valore naturalistico europeo e risultano quindi particolarmente tutelati ai sensi di specifiche direttive che anche l'Abruzzo deve rispettare".

"Questa legge", ha spiegato ancora Acerbo, "incentiva l'escavazione e il taglio della vegetazione ripariale da parte dei privati. Si tratta di una legge in contrasto e che ovviamente ignora le direttive europee “Acque” (2000/60/CE), “Alluvioni” (2007/60/CE) e “Habitat” (43/92/CEE)".

Esattamente due anni fa, l'ex consigliere regionale PRC era intervenuto sulla questione relativa allo stato di depurazione delle acque dei fiumi in Abruzzo. In virtù dei dati sconfortanti sulla qualità delle acque dei fiumi abruzzesi, aveva chiesto venisse modificato "radicalmente la governance regionale".

Acerbo aveva attaccato anche il piano di tutela delle acque approvato nel 2010, "un Piano dai contenuti del tutto inaccettabili sia per le norme palesemente dilatorie per il raggiungimento della stato di qualità buono (per molti fiumi rimandate al 2027!), sia per quelle vantaggiose per i grandi concessionari dell'idroelettrico a scapito degli interessi dell'ambiente e del comparto turistico".

Il dibattito sulle norme di gestione dei fiumi è ancora acceso e bisognerà attendere ora le audizioni della Commissione consiliare competente.

di Cristiano Pitari

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