Termini scaduti lo scorso 31 ottobre per il secondo bando Starthope, ideato dalla Finanziaria regionale abruzzese (Fira) e volto a distribuire 4 milioni di euro per nuove imprese "innovative" [leggi l'articolo]. Tante le domande (circa 130) di nuove iniziative imprenditoriali in Abruzzo, per una richiesta di investimenti di circa 65 milioni di euro, dieci volte il plafond dell'intero progetto, fissato a 6,5 milioni. Ci sarà dunque una stringente selezione dei progetti.
Intanto, il primo bando di Starthope aveva visto la vittoria di 22 progetti, per un finanziamento di complessivi 11 milioni di euro. Il denaro viene erogato dalla Fira - spa a maggioranza pubblica, partecipata al 51% dalla Regione Abruzzo e al 49% dalle banche - attraverso due opzioni cui possono rivolgersi le nuove imprese richiedenti: la formula "debito", ovvero la restituzione del finanziamento al termine della fase di start up (cinque anni), e la formula "equity", ossia la rivalutazione-vendita dell'azienda al termine del periodo di avviamento, con la presenza di un amministratore e di un sindaco-revisore nominati dalla stessa Fira, i cui compensi sarebbero rispettivamente 12mila e 5mila euro lordi annui.
Il corto circuito, secondo quanto riportato stamane dall'edizione regionale de Il Messaggero, emerge quando si va a vedere chi sono gli amministratori di molte delle nuove imprese "innovative" finanziate con il primo bando: in cinque società è Rocco Micucci, presidente della Fira; in due è il vice presidente Giacomo Agostinelli, mentre Raffaele Mauro, figlio del consigliere Pino, è amministratore di un'altra società risultata vincitrice. C'è spazio anche per amministratori pubblici e politici: presenti, infatti, anche il sindaco di Miglianico (Chieti) Fabio Adezio e il segretario del Partito Democratico di Spoltore (Pescara), Giovanni Tremante. Anche tra i revisori, riporta Il Messaggero, ci sarebbero nomi noti, tra i quali il commercialista di Micucci Antonello Lupiani, in tre nuove società, altri due sindaci di comuni del chietino e un ex presidente dei giovani di Confindustria.
La motivazione per la quale figurerebbero tanti nomi legati alla stessa fonte di finanziamenti tenta di spiegarla lo stesso presidente di Fira, Micucci: "Abbiamo scelto i migliori professionisti che avevano fatto domanda - sottolinea - e d'altronde mancano figure in grado di governare progetti così importanti. Per questo, in alcuni casi, ci siamo proposti noi come temporary manager, ma siamo pronti a fare un passo indietro man mano che si troveranno figure adeguate". (m. fo.)