Nella notte più lunga dell'anno, quella del solstizio d'inverno del 21 dicembre, all'Aquila c'era la Notte noir.
Una manifestazione ideata dall'istituto cinematografico La lanterna magica e l'Accademia dell'Immagine, in collaborazione con altre realtà istituzionali e associative della cultura e dell'arte cittadina, che invase il centro storico nel 2006 e nel 2007, raccontata per tutta la notte live su Radio Dimensione Suono.
Dal tramonto all'alba: nella notte più lunga c'erano proiezioni di film, reading di poesia, mostre, omaggi al fumetto noir italiano, cene con delitto, concerti e musica a tema in teatro (epico il live degli Elettrofandango! nel 2007), fino al make-up e alla moda dark. L'intero centro storico dell'Aquila divenne, per due solstizi, capitale del noir in Italia, anche con la complicità di alcuni locali notturni cittadini che aderivano alla manifestazione e rimanevano aperti dal tramonto all'alba, servendo black chocolate alle cinque del pomeriggio e la "colazione noir" alle sei del mattino.
"Segnaposto" e collante dei luoghi-palcoscenico della notte viva aquilana, erano le grandi sagome nere installate tra le vie del centro: sul corso, in via Verdi (nella foto), fino a piazza Santa Giusta, approntata a set cinematografico in ambiente anni Cinquanta, con tanto di automobili d'epoca.
Un'intuizione felice, che fece del capoluogo abruzzese la capitale del "nero", negli anni in cui nelle città d'Italia scoppiava al contrario la moda della "fresca ed estiva" notte bianca. L'Aquila, in quel caso periferica provincia in controtendenza: nera, tra "mistero e onirismo", si disse allora. In luoghi e vie che, a causa del terremoto del 2009, non sono per il momento utilizzabili, come il Cinema Massimo in corso Federico II.
Un evento unico in Italia, successivamente ripreso anche in altre città. Nel 2008, dopo due edizioni, fu suo malgrado protagonista - come altri eventi - della mancanza di fondi cronica, che ancora oggi soffre l'attività culturale dei territori nell'Abruzzo interno. Ma quella ideata da La lanterna magica fu anche un'esperienza - piuttosto rara, a dir la verità - di tentativo di connessione costruttiva e organica tra realtà attive in diversi ambiti culturali, dal teatro al cinema, dall'arte alla musica.