Appuntamento importante quello che attende I Solisti Aquilani il 3 aprile: suoneranno nella prestigiosa Cappella Paolina per I Concerti del Quirinale, in diretta su Radio 3-RAI.
Fin dalla loro prima edizione, nel 2001, I Concerti del Quirinale sono nati con un fondamentale principio ispiratore, quello dell’apertura. Anzitutto l’apertura ai cittadini del Palazzo che sintetizza l’appartenenza a una collettività. E poi l’apertura non solo ai diversi generi musicali, ma anche alle diverse generazioni. Infine, è diventata sempre più aperta la stessa possibilità di ascoltare i Concerti: non più solo attraverso le onde della radio nelle dirette domenicali, ma anche attraverso emittenti internazionali che trasmettono i Concerti del Quirinale collegandosi a Radio3 attraverso il circuito Euroradio e le molte piattaforme che la rivoluzione digitale mette a disposizione. Lo streaming, il podcast, le varie forme di fruizione differenziata hanno non solo allargato la platea, ma avvicinato i Concerti a un pubblico diverso, più abituato a tecnologie innovative.
Saranno in molti, quindi, ad ascoltare I Solisti Aquilani, in Italia e in Europa. A dare il via alla diretta, Wolfgang Amadeus Mozart con il Divertimento in fa maggiore K 138. L'opera fu composta tra gennaio e marzo del 1772 e risente dell'influenza stilistica sia dei maestri italiani che di Haydn, con una netta preferenza per il discorso melodico chiaro e scorrevole scandito dalla freschezza e la spigliatezza dell'impianto armonico. Segue Felix Mendelssohn-Bartholdy con il Concerto in re min. per violino e archi. Si tratta di una pagina dal preciso gusto romantico, destinata alle soirées musicali che si organizzavano tutti i sabati nella ricca e accogliente casa berlinese del compositore per dilettare i familiari e gli amici. Quello che risalta in questo componimento è l'estroversa eleganza melodica, unita ad una brillante e piacevole scorrevolezza ritmica, espressione di un animo aperto alla gioiosa felicità della vita.
Tutt'altre atmosfere con "Crisantemi", elegia per archi, una delle poche pagine di musica da camera composte da Giacomo Puccini. Breve e poco conosciuta, scritta in una sola notte nel 1890, scritta nel 1890 in una sola notte, è dedicata alla memoria di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta. Il tema principale, denso di empito lirico, si alterna a un tema più quieto; l’atmosfera è sempre di profonda mestizia. I due temi, tre anni più tardi, vengono ripresi da Puccini nell’ultimo atto della Manon Lescaut. Crisantemi, eseguito per la prima volta il 26 gennaio 1890 al Conservatorio di Milano dal Quartetto Campanari, riscuote immediatamente un tale successo da dover essere ripetuto nello stesso concerto; in repliche successive viene anche eseguito con un organico di archi più ampio.
Il concerto si chiude sulle note di Antiche arie e danze per liuto - terza suite di Ottorino Respighi. Le tre Suites di Antiche arie e danze per liuto non si propongono alcun intento filologico; esse vogliono invece ricreare in uno spirito attualizzato una selezione di brevi brani rinascimentali, donando loro, con risultati estetizzanti, una veste strumentale ricercata e preziosa, ispirata dal raffinato gusto timbrico di Respighi, dalle sue straordinarie capacità di orchestratore. La terza Suite è formata dalla trascrizione per orchestra d'archi di tre brani per liuto del secolo XVI e di uno del secolo XVII. La serie si apre con una Italiana di autore ignoto, che è un Andantino dall'incedere pacato e austero. Si ha poi una Aria di corte di Jean-Baptiste Besard, dotto scrittore, compositore e liutista francese, il quale fu allievo a Roma del liutista Lorenzini. Costituisce la terza parte della Suite una dolce e nostalgica Siciliana di autore ignoto, dalla bellissima melodia. Infine, compare una Passacaglia di Lodovico Roncalli, musicista vissuto a Bologna sulla fine del Seicento ed autore nel 1692 di una raccolta di brani in notazione per liuto.
Per prenotazioni rivolgersi a: http://palazzo.quirinale.it/visitapala…/prenotaconcerto.html