“L’Italia è tutta un patrimonio immateriale dell’umanità” - ha detto Giovanni Puglisi, Presidente della “Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco” - ma il 2015 sarà l’anno dell’Aquila”. La Perdonanza Celestiniana nel 2015 sarà, con grande probabilità, inserita nell’Patrimonio Orale e Immateriale dell’Unesco. E’ stato annunciato questa mattina alla presenza delle massime autorità cittadine, il sindaco Cialente e il vescovo Petrocchi e di personalità di alto profilo del mondo della cultura italiana che hanno promosso la candidatura aquilana, all’interno di un consiglio comunale sui generis in cui a farla da padrone è stata la Cultura. In particolare, la cultura immateriale che non è una città o un complesso architettonico, ma antiche tradizioni, che con la velocità della globalizzazione rischiano di ridursi o scomparire. Lo hanno ribadito, tra gli altri, Walter Capezzali, della Deputazione di Storia Patria dell’Abruzzo, Maria Teresa Letta, vice presidente nazionale della Croce Rossa e il linguista Francesco Sabatini.
Considerato che non è possibile presentare più di una candidatura all’anno, per il 2015 è stata scelta la Perdonanza Celestiniana e con molta probabilità, dopo l’ultimo scoglio da superare presso la Commissione di Parigi di fronte ai rappresentanti Unesco di tutto il mondo, la Perdonanza otterrà tra due anni quello che Puglisi ha definito “un riconoscimento internazionale per una città martoriata dal destino, ma fortunata per la sua storia”.
In realtà, i toni di questo “consiglio straordinario” sono stati abbastanza pacati, c’è chi ha parlato di “annuncio di riconoscimento”, chi di “traguardo che oramai sembra essere alla vista” o di “tappa di un risultato che verrà raggiunto nel 2015 di cui ne abbiamo abbastanza certezza”. Quella della candidatura della Perdonanza a Patrimonio Immateriale dell’Unesco è stato un percorso lungo e ricco, iniziato nel 2010 su impulso della Deputazione di Storia Patria d’Abruzzo e di un gruppo di intellettuali subito dopo il terremoto.
Poi tutto il mondo culturale italiano si è unito nello schierarsi in favore dell’Aquila nonostante, come ha ricordato il linguista Francesco Sabatini, “l’Abruzzo è portato a sottovalutarsi, ad ignorarsi. Questa, quindi, è un’occasione per ripensare a noi stessi”. Ma quali sono i punti forti della Perdonanza Celestiniana che l’hanno fatta inserire nell’Elenco dell’Unesco tanto ambito? I valori individuati nella Perdonanza Celestiniana sono l’unicità, la consapevolezza del valore e forza dell’identità e la continuità. La ricorrenza è unica - ha spiegato Puglisi - perché affonda le radici nella Bolla Pontificia emessa da un Papa, che per la prima volta nella storia concede l’indulgenza in maniera gratuita, nel tempo in cui questa era considerata attività mercantile.
“La consapevolezza del suo valore”, caratteristica contenuta nello Statuto stesso dell’Unesco, che si estrinseca in un contenuto religioso, civile e morale.
L’identità aquilana emerge, poi, dalla stessa Perdonanza che diventa luogo non solo religioso, ma anche laico, nella casa degli aquilani, il Comune, in cui risiede tutto l’anno la Bolla. Infine, la città dell’Aquila accoglie la Perdonanza per la continuità, cioè per “lo spessore cronologico di questa tradizione, radicata così tanto da durare da oltre sette secoli- ha spiegato l’architetta Antonia Pasqua Recchia - per il fatto che non sia stata alterata da nessuna componente commerciale e che non si è stato costruito niente di superfluo e posticcio”.
Nonostante il buon risultato raggiunto, l’amministrazione comunale questa mattina è stata chiamata da tutto il mondo culturale ad impegnarsi ancora, perché i veri problemi cominciano quando la candidatura viene ufficializzata. L’Unesco ha la facoltà, oltre che di concedere, anche di ritirare il riconoscimento.
Il significato più profondo di questa giornata, simbolicamente segnalata dalla fascia tricolore che il Sindaco ha indossato in segno di festa, risiede nella necessità di realizzare coesione e pacificazione, valori propri di questa ricorrenza, sia a livello locale che internazionale. Il perdono diventa il fatto essenziale della convivenza civile, un’utopia sia nel periodo di Celestino di grandi diatribe, che oggi, momento di difficile dialogo tra persone e popoli. “Quello che vive L’Aquila è un momento particolare, in cui si deve fare di tutto per valorizzare le proprie radici e la propria identità”, ha spiegato Franco Salvatori della Società Geografica Italiana.
Per questo, Puglisi infonde speranza chiamando in causa direttamente il popolo aquilano e in particolare ai giovani, di cui dice: “vederli andare via è un delitto, trattenerli un dovere”. “Questa candidatura serve - conclude Puglisi - a far si che il mondo venga all’Aquila e consenta a chi all’Aquila è nato e vi è cresciuto di rimanere”.