Venerdì 23 settembre alle ore 12.00, alla presenza di Lucia Arbace, Tommaso Giacomino (capo del servizio Immobili della Banca d’Italia) e Antonio Carrubba (direttore della Filiale dell’Aquila), sarà inaugurata, nella sede della Banca d'Italia dell'Aquila (Corso Federico II, 1) l’esposizione “L’Arte in Banca d’Italia. Dipinti del Barocco napoletano dalla collezione Cappelli al Museo Nazionale d’Abruzzo” che arriva dopo il Trittico di Beffi (1410-1415), lì allestito al rientro dalla mostra di New York, meraviglioso ambasciatore dell’arte di questo territorio, prima che il nuovo Museo Nazionale d’Abruzzo aprisse nel 2015.
Le tre opere esposte sono:
- Morte di Santa Barbara di Giuseppe Simonelli 1649/1710;
- Il Matrimonio di Tobia e Sara;
- Tobia guarisce il padre dalla cecità entrambi della bottega di Bernardo Cavallino (XVII sec.) potranno essere visitabili nella sede della Banca d’Italia negli orari di apertura: lunedì-venerdì 8.15-13.30
"E’ stato un incontro di intenti" scrive in una nota il Polo museale d'Abruzzo "Da una parte la Banca d’Italia che, sotto la guida di Antonio Carrubba, a L’Aquila, prosegue con rinnovato slancio il percorso di vicinanza e sostegno al territorio segnato dal sisma aprendo le proprie porte alla cittadinanza anche per una funzione non solo istituzionale".
"Dall’altra la necessità" continua la nota "da parte del Polo Museale dell’Abruzzo, diretto da Lucia Arbace, di promuovere la conoscenza e diffusione del patrimonio esposto, prima del terremoto, nella sede del Museo Nazionale d’Abruzzo al Castello Cinquecentesco. Sinergia già collaudata con i restauri finanziati dalla Banca dopo il 2009: due tavole di Francesco da Montereale e la tela di fine ‘400 di Cola da Casentino".
"Legame, in realtà" si legge ancora "che parte da lontano se davanti al bellissimo “Cristo alla Colonna” attribuito a Pompeo Cesura del 1570, per anni si sono svolte riunioni nella sede della Banca d’Italia. La statua, sacra, miracolosa, molto venerata dalla comunità aquilana, era trasportata in processione per scongiurare pesti e terremoti e la stessa proprietaria, la monaca Cecilia Porzia, la vide volgere dolcemente il viso verso sinistra nell’atteggiamento che ora possiamo ammirare, stupiti, al Munda (Museo nazionale d'Abruzzo)".