Mercoledì, 26 Ottobre 2016 15:10

Il genio dell'arte grafica Escher era innamorato dell'Abruzzo, una mostra per scoprirlo

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Maurits Cornelis Escher, il più noto grafico del '900, l'artista dei paradossi e delle costruzioni impossibili, della passione geometrica della divisione regolare del piano, ma anche Escher viaggiatore che beve il sole con gli occhi, armato di zaino, bastone e materiali per il disegno, che ha conosciuto le strade, la polvere e le pietre delle differenti regioni tra cui l'Abruzzo.

Il rapporto tra Escher e l'Abruzzo sarà esplorato attraverso una esposizione fotografica allestita nei locali della libreria Polarville dell'Aquila, nel cuore del centro storico del capoluogo abruzzese. La mostra, che sarà aperta fino al prossimo 16 novembre, sarà inaugurata giovedì 27 ottobre (ore 18:30).

Escher, incisore e grafico olandese nato nel 1898 e morto nel 1972, visitò l'Abruzzo per ben tre volte (tra il 1928 ed il 1935) durante la sua decennale permanenza in Italia e, affascinato dai nostri paesaggi, realizzò opere litografiche e xilografiche ammirate in tutto il mondo.

Nel 1928 Escher scopre l'Abruzzo con le sue valli, le sue colline, le imponenti montagne rocciose e picchi a strapiombo che lo affascinano e lo conquistano. Per un nordico, abituato alla visione di un orizzonte ampio e lineare, le ripide e scoscese montagne della nostra regione con i suoi paesini di pietra arroccati sulle montagne dovettero esercitare un fascino irresistibile.

Escher BelvedereCon l'intenzione di realizzare un libro illustrato sull'Abruzzo Escher tornò nella inospitale zona interna della nostra regione nella primavera del 1929. Durante i suoi lunghi viaggi nella nostra terra, l'artista olandese raccolse schizzi, disegni ed appunti di viaggio e catturò anche, con la sua macchinetta fotografica, i momenti più suggestivi del suo vagabondare a piedi, a dorso di un asino, con vettura postale, utilizzando tutti i mezzi a disposizione che il tempo poteva offrirgli.

Prima di lasciare definitivamente l'Italia, nel 1935 Escher fece l'ultimo viaggio in Abruzzo per vivere ancora una volta il paesaggio, l'architettura e la gente, sue fonti di energia ed ispirazione. Pur differenziandosi dai lavori della maturità la passione per i paesaggi sembra non interrompersi mai. Non appare casuale che il paesaggio montagnoso alle spalle di Belvedere del 1958 (foto a sinistra) sia una puntuale ripresa di quelli abruzzesi. (m. fo.)

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Ottobre 2016 15:44

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