Giovedì, 24 Novembre 2016 13:47

Teatro: all'Aquila va in scena "China Doll", la commedia di David Mamet con Eros Pagni

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Arriva a L’Aquila China Doll, lo spettacolo del Teatro Stabile d’Abruzzo che la scorsa stagione ha ottenuto il plauso di pubblico e critica.

In scena Eros Pagni che, accompagnato dalla giovane rivelazione Roberto Caccioppoli e con la regia del Direttore del Tsa Alessandro D’Alatri, fa vivere il testo di David Mamet in uno stato di grazia.

Al Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila giovedì 24 novembre alle ore 21 e venerdì 25 alle ore 17:30 le due repliche programmate per la stagione teatrale aquilana.

Così i biglietti:

Intero 17 euro; ridotto 12 euro 12.
Informazioni Teatro Stabile d’Abruzzo telefono 0862 62946

Sinossi

China Doll è una commedia a due (a tre, considerando anche il telefono) in cui l’estro celebrato nel mondo di David Mamet (premio Pulitzer nel 1984) porta all’estremo la vocazione maschile alla menzogna; la sola arma di cui il protagonista è capace per difendersi dal capovolgimento degli eventi.

“Quando lessi China Doll per la prima volta, nel gennaio 2015, - spiega il regista Alessandro D’Alatri - era un testo inedito e nella sua versione originale. Su qualche pagina della copia cartacea c’erano ancora delle correzioni fatte a mano da Mamet. Non avevo altre informazioni se non che lo aveva scritto per Al Pacino e che a fine anno avrebbe debuttato a Broadway. Me lo aveva passato Luca Barbareschi che lo aveva ricevuto direttamente dalle sue mani. Ero a New York e dire che ero emozionato è dir poco. Cominciò così questa avventura.

Il titolo non ha nulla a che vedere con le bambole cinesi. È un modo di dire americano che significa qualcosa come “un vorticoso pastrocchio”, “un aggrovigliarsi di eventi non prevedibili”, “un improvviso gran casino”… Potrei continuare a lungo poiché in italiano un modo di dire così preciso non c’è. Rende però l’idea su quello che accadrà a Mickey Ross nel corso dei due atti. Lui è un potente uomo d’affari che, dopo una vita di grandi successi, ha deciso di mettere da parte tutto il cinismo e la voglia di arricchirsi per dedicarsi a qualcosa che apparentemente non ha mai conosciuto: l’amore per una giovane e affascinante donna. Anziché un diamante le ha acquistato, come regalo di matrimonio, un jet da 60 milioni di dollari che chiama “il giocattolino”. Tutto sembrerebbe andare per il meglio, ma rapidamente, la situazione s’ingarbuglia.

David Mamet, maestro indiscusso del teatro di parola contemporaneo, con questo suo ultimo testo, proprio attraverso un sapiente uso delle parole, ci conduce in un percorso rivelatore dei meccanismi e delle logiche del mondo della politica, della finanza e della giustizia. E di conseguenza del nostro inconsapevole vivere.

I due atti si svolgono in un unico ambiente: come fosse un non luogo dove gli spazi sono determinati più che dalle materie dalle tecnologie. In un continuo utilizzo di telefoni, cellulari e computers mister Ross e il giovane assistente Carson riescono a dare corpo ai caratteri di un folto gruppo di personaggi, non ultima la giovane donna intorno a cui gira l’intera vicenda.

Sulla scena però si realizza anche il confronto tra il vecchio squalo e il giovane apprendista rivelando la collisione di mondi che, come placche tettoniche, inevitabilmente potrebbero generare grandi modificazioni. Ma come tutti i grandi mutamenti l’autore lascia aperto il dubbio: quale sarà il risultato finale?

Un testo che richiede un notevole esercizio professionale, soprattutto sapendo che era cucito su misura per un grande interprete. Chi poteva essere in Italia il coetaneo di Pacino per età e talento? È stato facile. Con Eros Pagni avevo girato Americano Rosso, il mio primo film. Ritrovarsi è stata una gioia. Per il giovane Carson, avevo bisogno di altrettanto talento e rigore: l’ho trovato in Roberto Caccioppoli.

Come in un moderno ‘Re Lear’, Pagni mette in scena il dramma di un Re che, decisosi ad abdicare in nome della serenità, viene invece costretto a sfoderare nuovamente tutta la propria arroganza e crudeltà. Un’interpretazione indimenticabile. Nelle pieghe di questo dramma si ride molto, altra prerogativa dell’autore, proprio perché il potere, quando messo in crisi, mostra tutta la propria comica fragilità.

«Viviamo in una nazione infelice. Come popolo siamo gravati da un’immagine terribile di noi stessi…» scrive Mamet in un suo libro di qualche anno fa indicando nel teatro l’opportunità per ritrovare un’autostima che riconduca la società americana ad un equilibrio. Che sia un buon suggerimento anche per noi?”.

Il cast:
- traduzione di Luca Barbareschi
- regia di Alessandro D’Alatri
- scene di Matteo Soltanto
- costumi Anna Coluccia
- musiche originali Riccardo Eberspacher
- luci Umile Vainieri  
- con Eros Pagni e Roberto Caccioppoli.

In coproduzione con Teatro Eliseo.

Ultima modifica il Giovedì, 24 Novembre 2016 14:05

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