Lunedì, 27 Febbraio 2017 16:50

Cava a Monte Castiglione (Popoli), Forum H2O e S.O.A. attaccano: "A gravissimo rischio il patrimonio idrico"

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Le cave in contesti carbonatici come quelle abruzzesi possono causare gravissimi danni alle falde acquifere e, per questo, Forum H2O e Stazione Ornitologica Abruzzese chiedono a Regione Abruzzo di bocciare immediatamente il progetto di cava inviato alla regione dalla UMT Service Srl per la procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A.

Sabato scorso è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni agli elaborati progettuali; la proposta prevede di attivare una cava da 400.000 mc su Monte Castiglione, esattamente al centro di uno degli acquiferi più importanti del centro Italia, come dimostra la mappa idrogeologica ufficiale della Regione. Nelle osservazioni depositate dalla S.O.A. si evidenziano molteplici criticità sia procedurali sia, soprattutto, di contenuto. In particolare, è citato uno dei numerosi studi scientifici che a livello internazionale accertano i gravi rischi per le acque sotterranee derivanti dalle attività estrattive. Nel lavoro "Impact of quarries on karst groundwater system" si può leggere: "Pur scavando una piccola quantità di roccia rispetto al contesto la rimozione della copertura protettiva di un acquifero può causare una severa contaminazione delle acque" (lo studio è scaricabile integralmente qui).

Il Forum H2O invece evidenzia che lo stesso Servizio Geologico del Governo degli Stati Uniti in un ampio dossier sui pericoli derivanti dalla cave in contesti carbonatici come quello abruzzese ha stabilito, tra l'altro, che "le cave possono modificare sostanzialmente i percorsi di ricarica e la qualità dell'acqua può degradare" (qui il dossier completo). Per le due organizzazioni ambientaliste, "è letteralmente folle pensare di continuare a posizionare attività fortemente impattanti in aree così delicate e vulnerabili".

La Regione Abruzzo è, tra l'altro, inadempiente da 11 anni rispetto agli obblighi di legge di tutelare le aree di ricarica degli acquiferi previsti nel Testo Unico dell'Ambiente D.lgs.152/2006. "Il sito industriale di Bussi, posto proprio lì vicino, ha già dimostrato quanto possa essere dirompente anche per le acque potabili posizionare delle potenziali sorgenti di contaminazione. La cava si situerebbe proprio in mezzo tra i nuovi pozzi San Rocco che riforniscono Pescara e Chieti di acqua potabile, scavati per rimediare alla contaminazione dei pozzi S. Angelo, le sorgenti del Pescara e le sorgenti del S. Callisto. Già solo questo dovrebbe far gridare allo scandalo alla sola ipotesi di posizionare lì un tale elemento di potenziale disturbo".

Altre criticità riguardano la presenza di aree percorse dal fuoco, la mancanza della Valutazione di incidenza Ambientale, l'effetto cumulo con gli altri progetti che gravano sulle aree immediatamente circostanti (ad esempio, il gasdotto Sulmona - Foligno), l'assenza di un piano cave regionale da oltre 20 anni, il mancato recupero delle cave dismesse esistenti e l'incapacità della regione di sovrintendere al settore con monitoraggi adeguati.

"Il comunicato del Forum H20 ci ricorda che il nostro territorio regionale continua a essere oggetto di un vero e proprio assalto con sempre nuove cave con un pesantissimo impatto ambientale e paesaggistico", l'affondo dell'ex consigliere regionale Maurizio Acerbo. "L'assessore Mazzocca - ricorda l'esponente di Rifondazione comunista - aveva annunciato un 'piano cave' ma nel frattempo si continua a bucare. Ricordo che l'Abruzzo è una delle pochissime regioni italiane prive di un piano per le attività estrattive e che abbiamo un numero di cave attive e dismesse pari o superiore a regioni come la Lombardia e Veneto che hanno un numero di abitanti e un territorio assai più grandi".

Non è un caso che nel libro-inchiesta "Le conseguenze del cemento", scritto dai giornalisti della rivista AltraEconomia, l'Abruzzo sia stato definito "la gran cava d'Italia" [qui]: "Proprio per questo, dopo anni di interventi ero riuscito a far approvare nella finanziaria 2012 una moratoria con lo stop a nuove autorizzazioni; purtroppo - l'affondo di Acerbo - fu proprio il PD che sponsorizzava una mega-cava proposta da Toto a Bussi a condurre una campagna contro la moratoria e alla fine anche il centrodestra fece marcia indietro, preoccupato di perdere sostegno della lobby dei cavatori. Torno a chiedere, dunque, l'immediata approvazione di una moratoria da parte del Consiglio Regionale: è ora di dire basta al saccheggio del territorio". 

Ultima modifica il Lunedì, 27 Febbraio 2017 17:39

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