Mercoledì, 05 Aprile 2017 16:21

Dossier Legambiente: "Vivere a L'Aquila, a 8 anni dal terremoto"

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Ogni anno diventa più difficile, ogni anno ci sono cose che siamo contenti di raccontare e altre che vorremmo non dover raccontare e soprattutto vivere sulla nostra pelle. Ma ogni anno è un anno in più e questo è un anno particolare.

Soprannominata la "Regina degli Appennini", nel 2009 L’Aquila aveva 72.988 residenti ma arrivava a contare una presenza giornaliera sul territorio di quasi 100.000 persone per studio, attività terziarie, lavoro e turismo.  Ad oggi l’ISTAT ha rilevato circa 70.000 residenti nella città e nelle frazioni, ma il dato fa fede alla residenza, e non tiene conto delle tante famiglie che hanno scelto di vivere altrove mantenendo la residenza a L’Aquila per svariate ragioni tra cui la paura per le nuove scosse che quest’anno hanno interessato anche la nostra città e la crescente disoccupazione e crisi sociale ed economica.

Quest’anno, Legambiente ha elaborato un dossier d’approfondimento che vuole essere un racconto dello stato della ricostruzione edilizia e sociale. "Questo dossier non è stato pensato per noi che a L’Aquila viviamo ogni giorno - dichiara la Direttrice Legambiente Abruzzo, Francesca Aloisio - sarà diffuso, piuttosto, grazie al sito web e ad alcune testate giornalistiche nazionali, in tutta Italia. Noi conviviamo ogni giorno con la scelta di restare ma in molte altre zone della nostra penisola il 6 aprile 2009 è lontano e caduto nel dimenticatoio".

L'approfondimento dal titolo “Visita guidata a L’Aquila. Vi raccontiamo la città a 8 anni dal sisma" si apre con alcune testimonianze di vita quotidiana: quella di un commerciante, di una mamma aquilana che racconta il disagio sociale dei più piccoli, di un pensionato e delle difficoltà che ogni giorno incontra per spostarsi da una parte all’altra delle New Town, e di una studentessa universitaria pendolare dentro la città. Poi, l’approfondimento entra nel vivo dell’analisi dei dati riguardanti la situazione delle scuole e la cosiddetta generazione terremoto, il futuro incerto dell’università dell’Aquila (con il calo vertiginoso, di circa il 72%, delle immatricolazioni nell’A.C. 2015-2016 rispetto al 2008-2009) e il desolante Piano C.A.S.E.

"Qui all’Aquila e frazioni negli alloggi post sisma (C.A.S.E. e M.A.P.) si trovano ancora poco più di 10mila sfollati e negli ultimi due anni circa il numero delle persone che ha lasciato il Progetto Case e i Map è sceso del 30%. Chi rimane in queste abitazioni per lo più è residente dei centri storici della città dell’Aquila e delle frazioni in attesa di poter tornare a casa propria".

L’approfondimento si conclude poi con alcune proposte per il rilancio del cratere sismico aquilano da parte di Legambiente. "L’Aquila 2017 è ancora una città 'in frammenti' - prosegue la Direttrice - con strade chiuse, edifici e abitazioni transennati e ancora pericolanti, un centro storico che in molte sue parti è rimasto zona rossa. E tra una impalcatura e l’altra nascono arbusti ed erbacce. Tornare alla normalità sembra essere una sfida difficile, ma Legambiente crede nella rinascita di questa città. Ecco perché proponiamo al Governo ad esempio di instituire per la ricostruzione delle scuole una task-force unica come si sta facendo per le 21 aree del cratere del sisma 2016. Chiediamo che nell’anno dei Borghi, istituito dal Mibact, si mettano in opera delle azioni concrete per il rilancio delle aree interne e del turismo abruzzese magari anche grazie al Distretto Turistico del Gran Sasso".

"Viviamo dal giorno dopo il 6 aprile 2009 con la voglia di vedere rinascere questa città", aggiunge Aloisio. "Dopo una prima fase di recupero della periferia, finalmente si sta lavorando in centro storico e piano piano cominciamo a riappropriarci di alcuni strade e palazzi che, in tutta la loro rinnovata bellezza, si affiancano a quelli che ancora portano i segni di quella notte. Nel frattempo le persone sono cambiate: dopo il terremoto in tanti erano andati a vivere nelle case lungo la costa o in campagna, promettendo di tornare. Ma non tutti sono tornati. In compenso, la gente continua ad andarsene, anche l’anno scorso, anche due anni fa, ecco perché la ricostruzione edilizia deve andare di pari passo con la ricostruzione di un tessuto sociale ed economico oggi ferito".

 

QUI PUOI LEGGERE E SCARICARE IL DOSSIER

Ultima modifica il Venerdì, 07 Aprile 2017 10:07

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