Mercoledì, 12 Luglio 2017 12:55

La prima volta dell'Unesco per l'Abruzzo: il Parco è patrimonio dell'umanità

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Le faggete del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise sono patrimonio Unesco dell'umanità. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato lo scorso 9 luglio a Cracovia, in Polonia, per la prima volta a località abruzzesi. Prima volta anche per una foresta italiana, inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità.

Festeggia il Wwf regionale, che sottolinea come ad un anno esatto dai lavori di asfaltatura dei Prati d'Angro, a Villavallelonga (L'Aquila), viene assegnato il prestigioso premio alla faggeta vetusta di Val Cervara, la più antica d'Europa. La vicenda aveva suscitato polemiche da parte delle associazioni ambientaliste, tra cui lo stesso Wwf [leggi].

Nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise sono state selezionate cinque faggete, per una superficie complessiva di 937 ettari, ricadenti nei comuni di Villavallelonga, Lecce nei Marsi, Pescasseroli e Opi (tutti in provincia dell'Aquila). Oltre alla già citata Val Cervara, in vita da oltre 500 anni, sono state riconosciute le faggete di Moricento (Lecce nei Marsi), Coppo del Principe e Coppo del Morto (Pescasseroli) e Cacciagrande (Opi).

Le faggete abruzzesi rientrano nel patrimonio Unesco "Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa", riconosciuto nel 2007, ampliato nel 2011 con alcune foreste tedesche e ulteriormente allargato venerdì scorso a foreste di altri 13 Paesi europei, tra cui l'Italia.

Le faggete premiate sono associazioni forestali composte principalmente dal faggio (Fagus sylvatica) in associazione con altre essenze che vegetano nelle montagne abruzzesi tra gli 800 e i 1.800 metri sul livello del mare. Queste foreste rivestono un'enorme importanza ecologica non solo per la presenza dei faggi ultracentenari, ma anche per la preziosa biodiversità che le contraddistingue.

"Ci fa piacere - sottolinea il Wwf Abruzzo - constatare come riconoscimenti di tale calibro e levatura internazionale vadano a premiare le politiche di conservazione e facciano emergere la vera essenza delle aree protette".

"Non bisogna dare per scontato che questo ambito riconoscimento sia permanente - continua l'organizzazione ambientalista - per mantenere un tale privilegio occorreranno responsabilità, cure costanti e un'azione amministrativa adeguata che sappiano difendere un patrimonio che da oggi non è più solo nostro, ma appartiene a tutta l'umanità".

Con le faggete vetuste premiate (dalla Toscana alla Calabria) e con l'altro riconoscimento alle "Opere di difesa veneziane tra il XV e XVII secolo"  - cinte murarie veneziane di Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda - i siti patrimonio dell'Unesco in Italia salgono a quota 53.

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Luglio 2017 23:53

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