Giovedì, 28 Settembre 2017 16:11

Save Gran Sasso: 18 gennaio 2017, prevenzione e sicurezza. Un anno dopo

di  Fausto Tatone

Un giorno che non dimenticherò mai.

Rigopiano, la maledetta valanga si sganciò intorno alle 16 di quel pomeriggio. Poi le ansie e le paure, eravamo bloccati in mezzo alla tormenta al progetto case di Assergi e nessuno riusciva ad aiutarci. Inutili i tentativi di un semplice spazzaneve, vane le mille telefonate al telefono dedicato del Comune di L’Aquila dove ripetevano in continuazione che stava arrivando la turbina, la stessa che aspettavano in tanti… Arrivò infatti soltanto il giorno successivo. E poi quell’incredibile sequenza di scosse, 5.3, 5.4, 5.3, 5.1 quasi venuta dal nulla. Tutti cercavano di fare qualcosa per nascondere il terrore. Un terrore diverso da quello del 2009: non potevamo fuggire, non potevamo allontanarci neanche di 1 metro dalle palazzine perché fuori infuriava la bufera.

Il tentativo di aprire la strada a mano, con le pale, fallì miseramente. Le ore passavano, si susseguivano notizie confuse, sconcertanti: la strada 17bis bloccata, il paese di Assergi isolato, la valanga di Ortolano, gli strani allarmi da Farindola, quelli da Prati di Tivo e da Campo Imperatore. Anche da Pescocostanzo, dove sarei dovuto essere per lavoro, le notizie non erano confortanti, ma sembrava che, almeno loro, fossero più preparati di noi. In contatto con il Sindaco del posto non esitai a dare l’ok per sfruttare i mezzi e gli uomini della Vallefura, società gestore degli impianti sciistici, per dare una mano in paese.

Capii, in quei frangenti, che l’Abruzzo interno era in piena emergenza.

Poi arrivò il 118, in elicottero, la conferma che il progetto case era completamente isolato. Non riusciva ad atterrare, sia per il vento sia per la neve che polverizzandosi rendeva la visibilità vicina allo zero. Ma alla fine ci riuscì, lontano dalla zona abitata. Partì una colonna di uomini in direzione delle palazzine, mentre tutti spalavano la neve per creare dei sentieri di collegamento. Anche i cani si resero utili e scortarono quegli uomini fino a destinazione. Dopo minuti di estrema ansia arrivò la voce “Tutto bene!!!!”.

Chi aveva chiesto aiuto se la cavò con poco, forse con delle medicine urgenti e con l’aiuto dei dottori. L’elicottero riparti e decidemmo che malgrado tutto dovevamo rientrare in casa e aspettare pazientemente. La paura non mollava. Ma la razionalità ci diceva che il posto più sicuro erano proprio quelle C.A.S.E., antisismiche. Purtroppo i TG lanciarono la notizia ufficiale della tragedia di Rigopiano e passammo la notte a vedere quelle incredibili immagini in TV.

Il mattino seguente la bufera si placò, ogni tanto il sole faceva capolino e guardando la montagna ci accorgemmo che i boati sentiti distintamente il giorno prima erano dovuti alle numerose valanghe cadute. Finalmente arrivò la turbina. Erano le 12. L’incubo sembrava essere finito. Seguirono i giorni di angoscia e di dolore per Rigopiano e per Ortolano, arrivò la batosta dell’elicottero caduto sopra a Lucoli, era il 24 gennaio. Nel frattempo la strada provinciale 17 bis, nelle due diramazioni Campotosto e Campo Imperatore, rimaneva chiusa malgrado lo scioglimento delle nevi, fino ai primi di maggio. Una serie di eventi, solo in parte dovuti alla forza della natura, che scatenarono infinite critiche al sistema di protezione e di prevenzione della Regione Abruzzo e di tutti gli Enti preposti.

Si partorì così un topolino: la carta delle valanghe per l’intera Regione (dimenticata da anni in un cassetto) e per la zona dell’aquilano anche l’acquisto di una nuova fantasmagorica turbina da 500.000 euro. Soldi presi dall’ennesima rimodulazione del piano d'investimenti destinati al rilancio del Gran Sasso, ma la cui custodia sarà affidata al Comune di Castel del Monte. Nella realtà anche un’altra azione fu prevista: la 17bis è stata affidata all’Anas, ma solo sulla tratta Bazzano – Assergi fino al casello A24, in modo da poter garantire la sicurezza dei centri abitati, lasciando però il collegamento con Fonte Cerreto in mano alla Provincia, mai come ora disastrata e senza un euro. Confermando in qualche modo che quella strada avrà dei seri problemi durante il prossimo inverno.

#SaveGranSasso attraverso la sua Associazione Progetto Montagna è stata l'unica a presentare delle osservazioni alla “Carta delle Valanghe”, l’unica ad esser presente a tutte le riunioni per capire meglio di cosa si trattasse e soprattutto per far capire meglio le caratteristiche orografiche del nostro territorio, le nostre pecche, le nostre negligenze e le possibili soluzioni. Da allora, complice la bella stagione, poco, troppo poco, si è parlato di questi problemi, e oggi a soli 50 giorni dall’inizio delle possibili nevicate e dei relativi disagi ancora non sappiamo quale sia il sistema di prevenzione e di protezione previsto per le nostre zone. Esistono mezzi e sistemi complessi per rendere sicuri questi luoghi, non tutti li conoscono, non tutti sanno cosa sia una bufera di neve o una valanga, cosa fare e cosa non fare. Temiamo per il Gran Sasso, per Campo Imperatore e per tutto il sistema economico e sociale ad esso collegato. Bisogna correre per trovare delle soluzioni che possano mettere al sicuro le zone interne montane e per evitare che siano dimenticate, per l’ennesima volta. 

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